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16 December 2006

Giù le mani dal Natale!

Ne aveva già fatto ampio cenno l'antica e intramontabile signora Oriana Fallaci, sui suoi tre libri profetici. Da allora la degenerazione iconoclasta che potremmo tranquillamente chiamare la "denatalizzazione" è sempre andata progressivamente crescendo di anno in anno. Varie ne sono le cause, concause, fattori ed effetti. La decristianizzazione consumistica e progressiva delle società occidentali che trasforma il Natale in un Luna Park con un'industria circense fatta di luminarie di dubbio gusto e di Babbi Natali made in China che penzolano come impiccati dai balconi; l'ateismo, il laicismo e il materialismo galoppante. Il multiculturalismo contrabbandato come il migliore dei mondi possibili, dove secondo certe anime belle, è possibile eliminare i conflitti interreligiosi, bandendo il sacro e il simbolico dalla nostra società. L'invasione islamista, ma non solo. Fatto sì è, che in Italia ci riduciamo a impedire canti, recite e presepi a scuola, in presenza anche di un solo bambino musulmano. In Gran Bretagna si decide di non chiamare nemmeno più il Natale col suo nome poiché nella parola inglese c'è quel Christ di Christmas che potrebbe dare fastidio ai fautori di altre religioni. E negli USA si continuano a spostare e a riposizionare alberi di Natale dall'atrio degli aeroporti se passa qualche turista che non gradisce. E' perfino accaduto che un rabbino fondamentalista dalla barba folta e dalle trecce abbia preteso che sotto ogni albero venga posta per par condicio la menorah, cioè il candeliere ebraico. Siamo al delirio della "correctness". Mentre anche qui, gli auguri di Buon Natale sono stati sostituiti col generico e commerciale Buone Feste o Auguri . A scuola, alcune maestre povere di spirito, modificano Gesù con virtù, nei loro cantici e ben sappiamo qual è l'ideologia laicista che sta alla base di tanta stupidità. E Il campionario di scristianizzazione progressiva che pervade l'Occidente si infittisce di anno in anno fino ad aver bisogno di inviare le firme a Napolitano (sperando che non si faccia prendere la mano dal suo ateismo ) per tutelare il diritto, mai stato così "sacrosanto", di dire Buon Natale senza doversene vergognare. Ora è nato addirittura un sito www.natalesiamonoi.it che promuove la salvaguardia delle tradizioni natalizie, ormai confinate in una mortificante riserva indiana. Vogliamo scherzare? Vogliamo renderci conto che tutta questa intolleranza (ma anche odio e profonda disistima di noi stessi) favorisce prima di ogni altra cosa l'immediata capitolazione dell'Occidente? Vogliamo ricordarci che questa spoliazione e svestizione dei simboli religiosi nonché successiva messa al bando delle tradizioni, canti , presepi ecc. favorisce il motto islamista e fondamentalista "porteremo Dio nella terra senza Dio"? Questo, da parte occidentale si chiama "cupio dissolvi" . E cioè desiderio di dissoluzione. E dissolvendoci, fatalmente ci estingueremo. Mobilitiamoci contro tutti gli "iconoclasti" di vario colore politico, di tipo socioeconomico (vedi alcuni supermercati che bandiscono le statuine dalle loro vendite) religioso e confessionale. L'assedio e poi la caduta di Costantinopoli iniziò proprio così: con l'iconoclastia. Ovvero con la distruzione delle immagini sacre. Perciò, BUON NATALE a tutti i visitatori, naviganti e blogger. Non ci resta che ripetercelo fino alla fine dei nostri giorni. Perché non ci venga sottratto quanto ci è caro.

12 December 2006

TFR, ovvero come Ti Frego i Risparmi

Non parlo quasi mai di economia su questo blog: c'è chi lo sa fare assai meglio di me e con maggiore competenza. Del resto ci vuole poco. Però i quattro conti della serva li so fare anch'io.  All'interno della rapinosa e rovinosa Finanziaria (che, ricordiamo, contempla ben 65 tasse, tra balzelli e tutto il resto) c'è anche l'esproprio proletario del Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Ovvero, di ciò che si chiama comunemente la liquidazione. E cioè, quell'accantonamento che le aziende mettono da parte per i lavoratori quando decidono di dimettersi. Come si sa, la Finanziaria contempla il congelamento della suddetta liquidazione, la quale viene poi sottratta alle aziende per andare a  riempire il buco nero dell'INPS,  per i cosiddetti "fondi pensione". Sentite un po' le obiezioni della Trimurti sindacale  CGIL , Cisl e Uil, quando gli imprenditori lamentarono l'impossibilità di poter impiegare parte di questa "liquidità" ai fini aziendali (ristrutturazioni, manutenzione e ampliamento locali, anticipi ecc.) . "Ma no, la liquidazione è dei lavoratori e basta e perciò NON SI TOCCA!".
Vera e sacrosanta ragione. Perchè i padroni  (termine obsoleto da feudalesimo) devono accedere a denari non loro? Già, ma al povero trombatissimo lavoratore si pone un quesito di non scarsa importanza: è meglio essere turlupinato da un privato o dal pubblico? Se un'azienda fallisce dove vanno i mei soldi? E se invece lo Stato-Moloch è indebitato fino agli occhi, e l'INPS è una voragine fallimentare come la Ferrovie o le Poste, dove vanno i mei soldi?
Poi arrivarono a più miti consigli e a concedere un lasso di tempo agli imprenditori per questo "congelamento". Per forza, sennò ci andava di mezzo l'economia stessa che rischiava di asfissiare,  e gli imprenditori avrebbero dovuto indebitarsi fino agli occhi presso le Banche. Cosa che a Lorsignori del Sindacato e dei partiti di governo,  in fondo non dispiace. E così i lavoratori dovranno vedersela con l'INPS. Ovvero con  lo Stato stesso. E che fare allora se lo Stato diviene il "collettore coatto" delle tue liquidità? PADRONI IN GALERA,  è uno slogan che non si potrà mai più urlare nei cortei, visto che il loro padrone diventa il Governo. Cioè l'Unione. Al massimo si potrà ripetere stancamente il solito GOVERNO LADRO, anche se non piove.
La Trimurti di Lotta e di Governo lo sa. Perciò li fa preventivamente marciare contro se stessi. Fischietti in bocca e via col fiiiii... fiiii...fiiii! tutti in corteo. Ma qualcosa non quadra più. Finalmente  arrivano fischi alla Mirafiori per i vertici sindacali. Epifani se la sta vedendo brutta anche per la riforma delle pensioni. Il gioco comincia a essere sporco, troppo sporco... tant'è vero che si vede. Non si possono fare i suggeritori-consulenti del governo, e nel contempo, i difensori dei lavoratori. Sono circondata di amici e conoscenti di sinistra che si lagnano molto contro queste manovre definite "losche", "sudicie", disoneste" (cito loro) e a loro danno. 
"A che sindacato sei iscritta?" chiedo a una dipendente pubblica di mia conoscenza.
"Alla CGIL",  risponde.
"E perchè paghi le quote mensili di iscrizione?"
"Per tradizione, per affetto. Perché l'ho sempre fatto..."
"Lo sai che ti stai lamentando contro le tue stesse scelte?"
"Sì, lo so..."
"Perchè lo fai? Perché non ti dimetti? Perchè non mandi una raccomandata per disdire le quote associative? E' così semplice... Perché deleghi il tuo futuro a chi poi lo dissiperà? In quei denari c'è tutta la tua esistenza lavorativa...".
Silenzio sepolcrale. La mia amica non risponde più e fissa lo sguardo nel vuoto.
"Ma quei soldini che la CGIL ti preleva mensilmente dalla busta paga, sono proiettili che poi ti colpiranno nel vivo dei tuoi stessi interessi", provo a suggerire. "Perché concorri a dare forza a chi la userà contro di te?". Parole al vento, naturalmente. E la mia amica di sinistra nemmeno sa che ho parafrasato una frase del "loro" Antonio Gramsci contro la stampa della grande borghesia. Più o meno in origine, la frase era: "Ma quel soldino che getti via per comprare un quotidiano d'informazione è un proiettile che la borghesia getterà contro di te". Era la sua campagna di promozione per l'Unità, il quotidiano organo di partito del PCI. E cioè degli operai.
I lavoratori iscritti alla Trimurti sindacale soffrono di un antico male oscuro che si chiama "sindrome di Stoccolma". Sono innamorati dei loro carcerieri. In questo caso, i guardiani delle loro tasche e delle loro risorse economiche.
"Come farai quando avrai bisogno di un anticipo sul TFR per accedere a un mutuo-casa o ad una spesa importante per la tua famiglia? Lo sai che non avrai più accesso a quel denaro, almeno fino a quando lo stabiliscono loro?".
Credete forse che sia stata in grado di fornirmi una risposta? Qualche volta, Davide ha osato sfidare Golia. Ma in Italia nessun Davide è abbastanza temerario da sfidare il colosso sindacale. Eppure, quando non c'è onestà,  ogni colosso finisce sempre con l'avere i piedi d'argilla.  

05 December 2006

Anche Ferrara tira la volata a Casini?

Qualcuno avrà notato l'atteggiamento oltremodo defilato assunto da Giuliano Ferrara circa la manifestazione del 2 a Roma. Mentre Libero si sgolava e si spolmonava  a caratteri cubitali nello scrivere TUTTI A ROMA, nelle giornate precedenti l'evento,  e con dettagliate cronache in quelle successive, Ferrara taceva. Diciamo la verità, Il Foglio non si è sprecato. Rimando al post del 4 di Calamity Jane "Quando Ferrara non ci azzecca" dove riprende il tema della Grosse Koalition, bizzarro minotauro da sempre caldeggiato da Giulianone http://calamityjane.splinder.com/post/10122370 .
La realtà invece va diversamente. Il popolo della destra, è stanco di inciuci . E di pastrocchi, pure. Noi non siamo la Germania e il nostro maggioritario è una creatura di recente conio. Come pure l'alternanza. Cinque anni a me, e voi a casa. Cinque anni a te, e noi a casa. Forse perché ci siamo sciroppati 50 anni di dittatura soft DC, dato che come alternativa avevamo quella hard e filosovietica PCI, e dunque c'era poco da scegliere. Forse perché abbiamo accettato tutte le angherie e le alchimie partitiche possibili e immaginabili (monocolore, bipartito, tripartito, pentapartito, lo sgoverno di solidarietà nazionale)... Ebbene, ora vorremmo che ce la facessero facile facile.
 
Su Giulianone sono d'accordo con Oriana Fallaci. Persona assai intelligente e acuta, ma sopravvive in lui qualcosa di intimamente bolscevico.Del resto, come ho già detto, un marxista è per sempre. Inoltre come neoconvertito traghettato a destra, sente il bisogno di dimostrare a se stesso d'essere più realista del re. E non sempre ci prende.  Di tanto in tanto fa pure il Machiavello invece di pensare a fare il giornalista, nobile professione , in USA, assai più temuta e rispettata del politico. Ma chissà perché in Italia, sotto sotto i cronisti sognano sempre lo scranno! O di fare i suggeritori dei politici. Inoltre  è bastancontrario da morire e la sua sete di protagonismo lo porta talora a fare delle giocate assai rischiose.
 
Breve excursus della sua carriera: ex FGCI e figlio di Maurizio Ferrara,che fu direttore dell'Unità;  prese parte ai moti di Valle Giulia. Poi fervente craxiano, scrisse il libello "Lettera da un traditore" (Laterza) dove spiegò le ragioni del suo riformismo e del suo distacco dal PCI. Lavorò in veste di conduttore nella RAI di Guglielmi. Rimase accanto a Craxi anche nell'ora della disgrazia (e cioè di Tangentopoli); anche quando tutti i topi (Amato in testa) fuggivano dalla nave. Di questo bisogna dargliene merito. Quindi, in epoca recente si fece berlusconiano, neocon con tendenze teocon. Ma anche lì prese le distanze da Marcello Pera, per rivalità tra teoconneries (passatemi l'argot francese, che vorrebbe dire teocoglionerie).  
Fulminato sulla via di Ratisbona, ebbe la cotta per Ratzinger, ma ora comincia già a stufarsi e a dare segni di evidente stizza, specie dopo il viaggio in Turchia. Voleva un papa politico e si accorge che è solo un teologo e un religioso che bada alla sua missione pastorale. Per completare l'identikit psicologico, credo che Ferrara adori la fuga da se stesso.Che poi è un po' come la fuga del cavallo morto (vabbé, in questo caso dell'Elefante)  E non appena sembra assestarsi in una determinata dimensione ufficiale, ecco che scalcia nervosamente e  trova mille pretesti per complicarsi la vita  smarcandosi da sé. Il che, data la stazza, non è facile. Qualcosa  di sé, ciascuno finisce pur sempre col trascinarsi dietro.
 
Ierisera 4 dicembre è andato in onda a Otto e mezzo, su La7 una puntata di appena mezz'ora che aveva per ospite d'onore Pierferdy Casini. Mai sentito niente di più deprimente in vita mia. Ma come?! Un evento come la manifestazione a Roma liquidata in poche righe dal direttore de Il Foglio (giornale di destra con all'interno  tante di quelle penne di sinistra, che difatti piace molto a quei sinistri che aspirano a diventare un po' destri). E Casini s'incasinava democristianamente parlando, nel solito linguaggio paludato e doppiopettaro di un alchemico politichese, per farci capire che lui è per il modello tedesco. In nessun paese democratico al mondo si mette in discussione una premiership che ha la maggioranza dei suffragi come quella del leader di Forza Italia.  Solo in Italia, chi ha percentuali da prefisso telefonico si smarca, si dissocia, ricatta eppoi magari si fonda l'ennesimo partitino dello Zero Virgola. Che palle! E che palle quell' Otto e mezzo dove si vedono sempre troppe facce di sinistra, troppi ammiccamenti verso i politici più furbi, con un Giulianone che ripete :"Io vorrei capire... ". "Mi faccia capire..." agitando le mani a carciofo ed espandendosi nel sedile.
 
Vorremmo capire anche noi, perché dopo una giornata come il 2 dicembre dove la brava gente che al sabato porta i figli in pasticceria o va per negozi (copyright: Vittorio Feltri)  molla inaspettatamente casa, lavoro, meritato riposo e famiglia per essere giù al corteo, beh... vorremmo proprio capire perché i mass media italioti archiviano il tutto in fretta e furia, per fissarsi stolidamente sulle quisquilie. E  di che ci parlano di così importante?...  WoW!  Ma di Casini.  E della sua faccia da saponetta...Tu quoque, Julianus?

03 December 2006

L'Italia s'è destra e nessun dorma

Luna crescente a piazza S. Giovanni in Laterano. Nessun dorma. E non solo perché questa è l'aria della Turandot cantata da un tenore prima del discorso di Berlusconi. Ma perché i bus people provenienti da ogni parte d'Italia, non hanno dormito (o dormito assai malamente) per due notti: quella di venerdi 1 e di sabato 2. Hanno affrontato ogni tipo di disagi ( scioperi e perfino tratti d'autostrada interrotta e chiusa) per esserci. Ed eccoli tutti lì i Right People. Parola che in Inglese vuole dire di destra e giusto. Impiegati, artigiani, piccoli imprenditori, casalinghe, lavoratori autonomi, popolo delle partite IVA, commercianti, operai, studenti e ceti popolari. E insieme con loro, figli, nonni, zii e nipoti. Bravi ragazzi con la faccia di quei figli a modo che ogni genitore vorrebbe avere. E belle ragazze dai capelli lunghi, lisci e puliti in abbigliamento sobrio. Niente piercing, anelli al naso, jeans sdruciti con lo sbrego che mostra brandelli di carne tatuata o ombelichi pinzati con anelli e chiodi. Signore distinte, signori in giacca e cravatta o in pratici piumoni, con dialetti e accenti, i più diversi, di un'Italia multiregionale, multiprovinciale, multimunicipale e anche un po' multicampanilista. E' questa la "multiculturalità" (da non confondere col multiculturalismo) che mi piace, di un'Italia che mi strapiace. Tutti convenuti in piazza S.Giovanni in cortei paralleli e coloratissimi, che si snodavano, gremivano la città, per riannodarsi premendo da più vie. Ovunque un tripudio di bandiere: tricolori di FI, bianche e azzurre di AN, bianche e verdi della Lega, e perfino i Serenissimi dal Veneto col leone incazzato che sfodera la lama del pugnale verso l'alto; i Riformatori Liberali, i vecchi Repubblicani. Partenza alle 14, 30 dal Circo Massimo fino in piazza S. Giovanni (la piazza dei sindacati e della sinistra) . In testa al corteo noti esponenti della nomenclatura politica della CdL: da Guzzanti a Pera, a Quagliarello, a Mantovani a Massimo Teodori, lo storico americanista. Il bagno di folla, si sa, non potevano mica perderselo...
Ma sarebbe un errore strumentalizzare le energie di questi neofiti del corteo, provenienti da ogni parte della Penisola, motivati dalla voglia di esserci, di contare, di partecipare. Perciò, signori politici di destra: osservateli, compiacetevi per il successo della riuscita manifestazione. Ma che nessun dorma. 2 dicembre, una data importante. Fine del partito di plastica, del partito virtuale, del partito dei videodipendenti. Da oggi, è ufficiale: esiste una destra vera fatta di elettori "in carne e ossa" che riufiutano le etichette dispregiative di coloro che fingono di non vedere e di non sapere. E quando parla il Silvio redivivo dopo il malore, il boato di folla è addirittura assordante. E lui, che chiamano "Il Silviaccio" (accio: un dispregiativo, portafortuna, perché venne usato - guarda caso - anche per papa Wojtyla, ma poi quel Benigni che lo inventò, dovette pure andare a umiliarsi a Canossa, presso quello stesso gigante in abito talare ) lui, sa toccare le corde giuste per accendere la piazza, le menti e i cuori di questi 2 milioni e oltre di italiani. E che importa se l'indomani ci sarà la guerra delle cifre, per minimizzare la portata di questo evento! Io li ho viste coi miei occhi queste moltitudini di persone allegramente composte ed educate. O se, l'opposizione parlerà di CdL divisa, per via di un vanesio Casini in meno, che si fa il suo partitino a Palermo, se lo canta e se lo conta.
Un transito di un par de milioni d'anime per Roma che non lascia porcheria al suo passaggio: niente bottiglie molotov, petardi, stracci beduini con cui coprirsi il volto, niente dita innalzate a mo' di P38. Niente apologie di reato o parole livorose d'odio verso le Forze dell'Ordine, è una vera lezione di democrazia, di legalità e di civiltà. In corteo c'era pure una rappresentanza di poliziotti rimasti privi di incentivi economici e sguarniti di parecchie unità nei contigenti, a causa dei tagli della Finanziaria . Certo, la creatività popolare sul Prodi-Mortadella, su Visco il Dracula della Transilvania, sulla Turco che si fa le canne, si è scatenata in un interminabile corteo allegorico con cartelli, striscioni, canti e slogan dei più pittoreschi, ciascuno con un'idea originale. I giornali ne hanno dato cronaca.
Ma torniamo nella piazza pavesata a festa di migliaia di drappi, con palloncini, aerei che ronzavano sul cielo con la scritta "Silvio ci manchi". Tutto molto ingenuo - obietteranno quelli dalla puzza al naso permanente. Come ingenuo diventa il barboncino tenuto in braccio da una giovane coppia di coniugi con al collo la coccarda tricolore di FI. Meno naif invece, se i cani vengono portati in corteo con il fazzoletto rosso falcemartellato a mo' di collare, come mi è capitato parecchie volte di assistere.
Dopo l'incisivo discorso del Berlusca sul primato della società e della famiglia sullo Stato-Moloch, parla Fini. Dignitoso anche il suo discorso contro gli odiocrati dall'invidia sociale permanente. E pure Bossi che non si dilunga troppo perché, dopo la sua malattia fa fatica a parlare, ha sparato la sua bordata di cannonate.
Il sole tramonta a piazza S.Giovanni. Nasce la luna. La folla aumenta e i cortei provenienti da più parti delle città pigiano per entrare.
"Guardate lassù! " indica un signore proveniente da Bari col soprabito blu slacciato "E' spuntata la luna! Luna crescente!"
"Embé?" gli risponde un altro lì accanto, " Gobba a ponente, luna crescente...si sa".
"Ma vuol dire che è di buon auspicio, stupidone mio, no?!" Che qualcosa sta per cambiare..." .
E ora francamente comincio a crederlo anch'io, vista la deflagrazione di entusiasmo collettivo, davvero contagioso. E la gioia, si sa, esige un impegno ben più grande della malinconia.
"A se peu no, andà avanti inscì", gli fa eco un' altra signora con accento altomilanese.
Dilegua, o notte!
Tramontate stelle!
Tramontate stelle!
All'alba vincerò! Vincerò! VINCEROOO'!
Aumenta il climax, e tutti improvvisano il loro DO di petto collettivo a piene ùgole insieme al tenore sul palco. I comizi incendiano i cuori e gli italiani lì convenuti, sembrano riscoprire le antiche passioni civili e l'onore perduto della politica. Poi l'immenso corteo si scioglie, ciascuno dei convenuti, arrotola la sua bandiera e se ne torna ordinatamente al suo mezzo. Bus 480 regione Lombardia, quello che mi porterà dritto a casa insieme a una cinquantina di pellegrini. In autostrada la luna, vista dal finestrino, è cresciuta ancora di un pezzetto e ora sembra quasi piena, appena velata. Osservo il percorso e il rientro silente dei "Longobardi" alla loro brumose destinazioni: Sondrio, Brescia, Bergamo, Varese, Cremona, Mantova e Milano in tanti altri bus. Per la seconda notte nessuno dorme e sul mio bus se la contan su , la loro indimenticabile giornata, adagio... per non disturbare, mezzo in Italiano e mezzo in dialetto. Un altro pezzo di autostrada interrotta e chiusa al traffico con obbligo di percorrere un tratto di via Emilia, eppoi alla fine il meritato rientro.
Bravi anche a noi che abbiamo attraversato l'Italia, spaccandoci un po' la schiena. Vincerò?Vinceremo?...Direi di sì. Dopotutto, adesso l'alba non è più così lontana.

30 November 2006

Manifestazione del 2-12: vado o non vado? Massì che ci vado...

E' vero che questa è una Finanziaria da rapina "interclassista" che tartassa brutalmente tutti gli strati sociali. E' vero che le masse si mobilitano solo se le tocchi nel portafoglio, molto più che per degli ideali. E' pure vero che la Rivoluzione Americana iniziò con la lotta alle gabelle imposte dalla madre patria inglese. Tutte cose vere. Ma io ho per la mente, un paio di fisse che trovo prioritarie perfino alla sottrazione delle mie risorse economiche, al Grande Fratello dei conti correnti bancari, all' ICI e ai ticket sanitari in aumento: l'immigrazione selvaggia e incontrollata proveniente dalle nostre coste, la guerra di religione mossaci dal fondamentalismo islamico, l'identità e la salvaguardia dell'Occidente: tutte cose che non fanno guadagnare suffragi né di qua né di là, tenuto conto che anche gli immigrati sono potenziali "bacini d'utenza" e voti. Perciò l'unica differenza che vedo oggi tra la destra e la sinistra, è che mentre quest'ultima lascia porte e finestre spalancate, la prima le lascia dischiuse. O semichiuse. C'è poi Fini che non ne dice una giusta: ora anche l'ora di Corano. Eh no, bello mio, il Corano nella nostra scuola te lo puoi scordare!
La faccio breve. Con le premesse fatte, vale o non vale la pena di andare alla manifestazione del 2 dicembre organizzata dalla CdL? E cosa può cambiare, realisticamente ragionando? Poco.
Non credo che il governo Prodi verrà spedito a casa prima del tempo da una manifestazione di destra, per imponente che sia. Mancano i sindacati e le loro legioni di adepti, i loro ricatti e ostruzionismi per far cadere un governo. Sappiamo bene la Trimurti da che parte sta. Mancano i casseurs, i disubbidienti, i Cobas e la loro massa d'urto rissosa e piazzaiola. Insomma, tutta la "gioiosa macchina da guerra" dell'agorà istituzionalizzata.
E allora cosa diavolo mi spinge a partecipare al corteo del 2 dicembre? il malore di Silvio Berlusconi? Sinceramente no, anche se gli faccio i miei migliori auguri di lunga vita. Dopo questo colpetto-avvertimento, il Cavaliere dovrebbe affrettarsi a strutturare il partito e ad organizzare il ricambio generazionale, visto che giovincello non è più.
Insomma qual è la molla che mi induce a fare una sfacchinata su un pullmann che parte dalla mia città, a dormire di notte su scomodi sedili, ad arrivare a Roma con gli occhi pesti e le occhiaie, facendo, durante il percorso, spuntini con paninazzi asciutti che mi fanno pure male ? Per poi ripartire l'indomani dello stesso giorno alle 21 e arrivare a casa con gli occhi ancora pesti, le occhiaie e tutto il resto? Ci dev'essere una ragione, perbacco!
Sì, che c'è. E sono le ripetute dichiarazioni di queste ore degli uomini politici di sinistra in tv. I quali hanno la faccia di tolla di fare boccucce schifate quando sentono parlare del raduno del 2 da parte dell'opposizione. Come osano fare di questi "raduni sediziosi", quelli? (si dice sempre così quando la manifestazione non è "rossa"). La vera opposizione, la si fa in Parlamento. Coi suggerimenti, i consigli, gli emendamenti da accogliere e bla, bla, bla...Ma venite qua, sediamoci intorno a un tavolo, parliamone...
Ah sì-ì-ì? E' così? E allora, signori miei, come mai che delle manifestazioni, dei cortei selvaggi, scioperi, ostruzionismi voi avete fatto per omnia saecula et saeculorum amen, il vostro sport nazionale preferito? E come mai che esiste pure il doppio binario del Partito di Lotta e di Governo? Il quale, oltre ad occupare tutte le cariche istituzionali, governative, amministrative pretende pure sguinzagliare i descamisados per le piazze italiane? Magari con la fronda dei bruciatori di bandiere, di fantocci, con gli scassa-lampioni, scassa-semafori dal volto coperto da passamontagna o kefiah e con le spranghe in mano ecc.? Per poi, magari, dover sentire il Mortadella dichiarare che , fatte salve le debite eccezioni, "era un corteo pacifico"?
E' una buona ragione per sfacchinare fino a Roma andata e ritorno? SI', la è.
E ce n'è un'altra. E' bello vedere la gente della mia Regione (la Lombardia), quella che lavora, si fa un mazzo grosso così, produce reddito, paga fino all'ultimo centesimo di tasse, paga per i soliti sussidi di un Sud che non vuole saperne di crescere; non perde mai una giornata di lavoro, non fa mai gite fuori porta in permesso sindacale prepagato con striscioni e fischietti, crede ancora nell'uomo e nella sua opera ed operosità, è bello - dicevo - vederla aderire in massa a un'idea, a un progetto, un sogno di libertà da lacci e lacciuoli dello stato e del parastato vampiresco e parassitario. Mobilitarsi pagando di propria tasca, vestita con decoro, senz'ombra di eskimi sessantottari addosso. Vuole dire una cosa: che c'è una parte sana d'Italia davvero resistente che ne ha piene le cosiddette, di lavorare e tacere, di farsi gabbare e gabellare. E che è giusto che la si veda fisicamente sui media (sciopero dei giornalisti permettendo). E questa è la seconda ragione.
Poi, se frugo nel mio cervello, ce n'è pure una terza. La sinistra non si vergogna mai dei suoi alleati anche quando sono nefandi come Diliberto, Caruso e altri rifondaroli ultrà. Perché a destra dobbiamo sempre avere tante puzzette sotto il naso? Bisogna fare i conti con quello che abbiamo, e pazienza. E se non funziona, dobbiamo dar loro delle tarellate e degli scrolloni affinché si mettano nella direttrice di marcia giusta. Perciò , vado o non vado alla manifestazione del 2 dicembre? Massì che ci vado. Magari poi lo racconterò pure ai miei parenti comunisti. Mi vedo già il film (una commedia all'italiana) a tavola mentre pranziamo insieme, io che parlo e loro con le facce schifate e disgustate. Forza Italia? Puah! Il Silviaccio? La Lega? Doppio puah! Ma dico, ma sei impazzita? E questa è la mia quarta e ultima ragione per esserci.
"Mia cara", mi disse un amico americano che certamente si riconoscerà in queste righe, "In Italia, chi non ha un parente comunista? Più facile che avere uno zio prete..." . E difatti è toccato pure alla sottoscritta.
Dalle brume della Padania fino a Roma, con furore...anticomunista. Il resoconto della giornata, prossimamente su questi schermi.

27 November 2006

Professoressa, lasci in pace i ragazzini!

Cara Professoressa di Matematica,
come vede uso le maiuscole perché credo ancora nella dignità di una professione. E tutto sommato, avendoci insegnato per qualche decennio, anche nella dignità di una scuola che sempre più perde il suo potere di trasmettitrice di sapere e di istanze educative e formative. Lei è stata reclutata nella graduatoria delle supplenti. Se non sbaglio, desidera intraprendere la carriera dell'insegnamento. E sempre se non sbaglio, insegna la difficile ed astratta scienza dei numeri. Ora mi si spieghi: perché insegnare i numeri, in questo divertente paese dei Balocchi dove tutti restano degli eterni Pinocchi e  Lucignoli, vuole dire "fare" e "dare" dei numeri come quello di spogliarsi e dare lezioni di sesso a dei ragazzini? Cosa doveva fare, signora Professoressa? La conta dei pisellini di Pollicino? Non le sembra, signora o signorina Prof, che se aveva qualche smania o foia, la scuola fosse il luogo meno adatto per sfogarsela? Non le pare che l'attuale società offra un vasto campionario di scelta, in quanto a luoghi ludici e lubrici? Va bene che ora a scuola ci entra di tutto e di più,  peggio che alla RAI. Va bene che sempre di recente, una psicologa è andata in un'aula femminile di dodici e tredici anni a dare lezioni di sessuologia iniziando a scrivere sulla lavagna la parola SESSO a caratteri cubitali. E poi rivolgendosi con candore alle ragazzine ha chiesto "Che cosa vi viene in mente?". Naturalmente bambine, se restate incinte oggi c'è la pillola abortiva con kit tutto compreso per  il dopo e per il fai-da-te. Insomma oramai sono tutti oSSESSionati dal SESSO (con la SS ) e dalle sue conseguenze . E se perfino alla psicologa non è venuto in mente che a quell'età si possa desiderare ancora un rapporto tenero e sognante, e che l'"educazione sentimentale" dovrebbe venire prima di quella sessuale (specie se non richiesta),   ebbene lei, cara Professoressa, un alibi giustificativo, in fondo ce l'avrebbe. Così va il mondo...
 
Dicono, o meglio, scrivono sui giornali,  che lei si fosse scambiato il numero di cellulare con uno di quei quattordicenni, per eventuali appuntamenti. E dato che questo è già accaduto in America (lo ricorda il caso  di Mary Kay Le Tournau, maestra elementare 34 enne che ha avuto un figlio dall'allievo 12enne?),  perché non provarci anche qui in Italia? Eppoi andiamo, come si può pensare che una donna sia "una violentatrice"? Eppure sempre nella stessa vituperata America le molestatrici si fanno la galera o pagano forti sanzioni pecuniarie esattamente come i molestatori. Specie se approfittano di una posizione di forza e di prestigio sociale ed economico per adescare. Se lo ricorda il caso di Liza Minelli? Molestò sessualmente  un suo dipendente approfittando della sua posizione di potere e fu condannata a pagare un'ammenda salatissima.  Ma che cattivacci puritanoni questi americani! Peccato però che da noi la par condicio, le pari opportunità e l'uguaglianza dei diritti, non vengano mai applicati quando trattasi di doveri. Improvvisamente, di fronte alla parola dovere, scattano le alleanze più strane, per eluderlo.
 
E allora maschilisti incalliti e femministe possono pure andare a braccetto nel nome della sexual correctness a loro uso e consumoVediamo le ragioni dei primi. Ho sentito con le mie orecchie perfino i cosiddetti sani  padri di famiglia trattarla con indulgenza e benevolenza. Dopotutto - è stato l'argomento da me sentito - se alla loro età io ho avuto la "nave scuola" perché mio figlio non dovrebbe avere altrettanto?". Ecco un caso di compiaciuto narcisismo trasferito di padre in figlio, allo scopo di "migliorare la specie" (si fa per dire). Si dà il caso che la "nave scuola", un tempo gli adolescenti andassero a cercasela nei luoghi preposti, come ben narra Fellini nei personaggi della Saraghina e della Gradisca, mature figure femminili rituali e iniziatiche delle sessualità adolescenziale d'antan. Ma qua, Professoressa, lei converrà che si è comportata come la "flotta ammiraglia" di Nelson a Trafalgar: ha sbaragliato. E da quando in qua poi si pretende di guadagnarsi uno stipendio dalla scuola, restando in tutt'altre faccende affaccendata? Tanto poi ci pensa papà Stato, a pagare lo stupendio, vero? Il quale paga, paga sempre, anche  in casi di inadempienze o di  comportamenti devianti.
 
Sentiamo ora le ragioni delle femministe che in altro post, ho già definito "maschiliste". Loro sono molto preoccupate che non si facciano abbastanza dei doverosi "distinguo" fra la violenza del branco scaturita in questi ultimi tempi di "baby gangs" e di bullismo (vedi il caso del ragazzo down) e la "povera Professoressa", "vittima del regurgito puritano". E' così non è improbabile che, quelle che l'hanno difesa in modo imbufalito al suo paesello natìo  (provincia di Campobasso),  appartenessero a questa genìa. Perché oramai siamo arrivati al punto che non conta più avere torto o avere ragione; avere commesso una cattiva azione o un'azione edificante. Ormai conta il numero e la corporazione (possibilmente rumorosa)  di individui che sostengono la buona come la cattiva azione. E allora di questo passo, anche Unabomber, può trovarsi dei supporter di campanile. E magari farsi passare per un benefattore dell'umanità e andare in tv. Come vede, Professoressa, io non l'ho messa tra le violenze di gruppo degli adolescenti crudeli e perversi, già descritte nel mio post più sotto. Primo, perché lei ha 33 anni dunque ha (o dovrebbe) aver  raggiunto da tempo l'età della ragione. Secondo, perché se di violenza trattasi, è del tipo subdolo, strettamente individuale e legata al profilo psicologico di una presunta personalità immatura e fortemente disturbata che non è in grado di scindere il principio di piacere dal principio di realtà,  e che non attribuisce il doveroso rispetto per l'età giusta dei suoi alunni e del luogo in cui si trova. Ma Prof, provi un po' a pensare che cosa sarebbe successo se al suo posto ci fosse stato un uomo... Come minimo l'etichetta infamante di pedofilo non gliel' avrebbe tolta nessuno. E peggio che peggio se poi quest'uomo fosse stato pure gay: sai la crociata! Perché, per lei, invece no,  è presto detto. Perché noi italiani viviamo beati, beoti e giulivi nell'eterno paese dei Balocchi dove ogni regola è fatta per essere raggirata e infranta, e ogni luogo, può diventare un "non luogo". La scuola in testa. E invece il suo è un abuso tutt'altro che raro.  Pare che anche le donne non siano del tutto immuni da un istinto pedofilo. Ne parla Alberto Bevilacqua nel suo ultimo romanzo confessando  un atto di violenza (che pesa nella sua vita come un macigno) da lui subito all'età di sei anni e mezzo da una vagabonda incontrata per caso sulla riva del Po e scrivendo che questa truce orca e gigantessa , fece di lui "uno straccio di carne".
 
Secondo lo psicologo Claudio Risé, esperto di psicologia al  maschile e terapeuta di maschi disastrati dell'era postfemmminista, certe storie difficilmente emergono negli ambienti chiusi e si tende a coprirle e a darvi una cortina d'omertà. Specie in famiglia. "Una zia promiscua. Un padre assente e una madre che comincia a tenersi il figlio nel letto. L'aumento delle famiglie monogenitoriali fa crescere il rischio. Sono sempre più frequenti i casi di donne che in casi di separazione dal marito si aggrappano sessualmente al figlio. (..) La seduzione e il gioco erotico sono la strategia per legarlo e trattenerlo presso di sé".
Dunque nel caso di Nova Milanese e di quel che è avvenuto in quella scuola, c'è poco da ridere, da ammiccare o da fare facili guasconate di complicità maschile. Tutti concordano sulla necessità di una punizione esemplare: i ragazzi devono imparare a distinguere tra il lecito e l'illecito, e  la scuola non può prestarsi ad essere il teatro delle patologie, delle psicosi  e degli abusi da parte di chi vi transita all'interno. Maschio o femmina che sia.
Perciò, Professoressa, lasci in pace gli alunni, si rivesta e insegni, se le riesce. Altrimenti, cambi mestiere.    
 

21 November 2006

Bulli, Pupe e Maladolescenza studentesca

Vogliamo parlare seriamente di violenza, abusi e sevizie da parte di bande di adolescenti a scuola e in altri ritrovi o vogliamo ancora credere alla favole hollywoodiane di "Bulli e Pupe" come ai tempi di Sinatra e di Marlon Brando? Perché i mass media stanno facendo come al solito confusione e sciocca retorica tra atteggiamenti da guappetti smargiassi e vere violenze, sevizie, stupri di branco. Fossero seri, abolirebbero i termini "bullo" e "bullismo" che sono davvero depistanti e ipocriti. Mi fanno ridere a crepapelle poi Rosy Bindi e Fioroni che hanno già pronto un decreto antibullismo. E che cos'è? Una legge contro l'ingresso dei cani bull dog nelle scuole? Vediamo di riordinare un po'.
Violenze sessuali inflitte a una undicenne (dunque una bambina) filmata poi con telefonino per poterla ricattare. In un istituto tecnico di Torino, gli studenti di una classe hanno preso di mira un povero down, seviziandolo con calci e percosse, riprendendolo e inviando in rete le immagini. Gli stupri e le molestie a coetanee o a minori si moltiplicano. Claudio Magris sul Corriere di domenica 19 ha scritto sull'argomento un pezzo di una banalità davvero sconcertante. Da quando si è messo a fare il tuttologo non è più lui. Forse don Ciotti o Don Mazzi che di solito eccellono in luogobuonismi ne avrebbero scritto uno migliore. Non passa giorno oramai in cui le scuole non vengano colpite da atti di teppismo e di vandalismo, di violenze di gruppo, regolarmente filmati e "aggregati" (si dice così) in rete, prolungamento tecnologico-voyeuristico della vanteria da bar o del turpiloquio da caserma. Ma la cosa più sconcertante sono le ovvietà di improvvisati psicologi della mutua e di cosiddetti esperti nei talk-show e nelle tavole rotonde televisive. Sentiamone qualcuno:
1) C'è una progressiva caduta di valori (No!? ma davvero?)
2) La disgregazione della famiglia crea una sorta di adolescenza interrotta (nuovo termine assai in uso per descrivere atteggiamenti devianti e involuti).
3) Si delega troppo alla scuola mentre invece l'educazione dovrebbe avvenire in seno alla famiglia (vero ma non basta a focalizzare il problema).
4) La scuola e la famiglia dovrebbero cooperare di più (è la solita teoria del dialogo e del confronto merce di scambio buona per tutte le stagioni).
5) Tutta colpa della tivù, della Play station, del cellulare e di Internet (vero, ma non è sufficiente e si caricano troppo i mezzi di responsabilità che sono umane troppo umane).
A questo punto manca quello che sospira: "Non c'è più religione" eppoi possiamo pure dichiarare a chiare lettere la nostra Caporetto sociale. La verità è che siamo tutti figli della propria storia. E si grida all'imbarbarimento sociale dimenticando le generazioni che hanno preceduto questa "interrotta" (termine ridicolo!) maladolescenza in piena tempesta ormonale con scarpe Nike, zaino griffato e cellulare ultimo modello. Genitori e insegnanti appartengono alla generazione della "contestazione studentesca" (come si chiamava il '68 e gli anni '70). E allora?
Se uccidere un fascista non è reato, se il povero "basco nero" era condannato ad un posto al cimitero, se lo stato borghese si abbatte e non si cambia, se "fascista dove sei ho qui la Hazen 36", e altre bellurie simili, perché i figli dei figli dei fiori non dovrebbero abbassare l'età della loro "arancia meccanica" come il perverso Alex del film di Kubrick? O l'età per spararsi una canna, con tanto di autorizzazione ministeriale del ministro Turco? O abbassare l'età per praticare il sesso, possibilmente violento ed esibito in rete? E se poi ai teppisti col passamontagna in testa e l'estintore in mano, si intitola pure un'aula del Senato, perché non provarci? E se quelli dell'esproprio proletario ai supermercati vengono pure eletti deputati con un ricco emolumento, capirete bene che il "disubbidiente" e il "violento" può essere considerato una carriera come un'altra. Dirò di più, un percorso facilitato.O come si dice in burocratese, "una corsia preferenziale".

15 November 2006

Nullità della Consulta e i dolcetti avvelenati di Dachan

Magdi Allam denuncia in un suo articolo di lunedi 13 ottobre che Nour Dachan dell'Ucoii avrebbe scritto una lettera di stato nel quale si rivolge agli immigrati firmandosi on. Giuliano Amato, ministro dell'Interno. In detta lettera avrebbe pure proposto l'attivazione di due linee verdi differenziate (sic: una per uomini e una per donne) in caso di problemi e disagi. Detta lettera sarebbe stata distribuita di suo pugno nella sede stessa del Viminale a tutti i partecipanti della Consulta, in assenza dello stesso Amato. Poi ha portato pure dei dolcetti durante la riunione "come se si trattasse del salotto di casa sua e non del Ministero dell'Interno" (cit. dello stesso Allam nell'articolo "La lettera apocrifa del "ministro" Dachan). Ora nel leggere un simile articolo di denuncia sul Corriere, quotidiano ammiraglio della stampa italiana, ci si chiede: ma perchè Amato non querela il "falsario" di lettera apocrifa nel quale usurpa il suo nome? E perché non presiede egli stesso a detta Consulta invece di lasciar spadroneggiare Dachan? E la magistratura lo legge il Corriere della Sera?.


La sottoscritta ha dedicato all'argomento Consulta islamica qualche post, l'ultimo dei quali risale al 30 agosto u.s. (si veda l'archivio di detto mese) dal titolo "Ma quella Consulta non si doveva fare" che ripropongo alla lettura dei visitatori di questo blog. Perchénon si doveva fare?

1) Perchè è un riconoscere che esiste il problema Islam e chi lo rappresenta, mettendoci una pezza che non tiene.

2)
Perché dà rappresentatività a individui autoreferenziali e sedicenti, i quali , nel nome del "pluralismo democratico" chiedono di essere rappresentati.

3) Perché nessun altro credo religioso gode nel nostro Paese di un simile privilegio.

4) Perché è facile per chi predica la "taqiya" (la dissimulazione) fingere di attenersi a regole democratiche per poi violarle.

5) Perchè le consulte sono strumenti multiculturalisti per società multiculturaliste la cui faciloneria e miopia consiste nel continuare a dormire coi serpenti. In Francia, la Consulta non servì a nulla durante i roghi delle banlieues, e in Gran Bretagna, si è fatto entrare l'integralista Tariq Ramadan e i suoi, nel tentativo di ingraziarseli.

Per concludere, Oriana Fallaci illuminò il nostro percorso a pag. 172 de L'Apocalisse circa la nullità di questo strumento, ma evidentemente si sono ignorate le sue intuizioni. Ora la realtà le sta dando ancora una volta ragione. Giuliano Amato, continua, imperturbabile , a sonnecchiare coi rettili, mentre Dachan distribuisce a tutti gli astanti della Consulta, i suoi dolcetti avvelenati.

06 November 2006

IL BESTIARIO LuogoComunista

Bestiario: mostri marini


E questi sarebbero i rivoluzionari? Gli innovatori? In 60 anni che la sinistra amministra di fatto (nelle amministrazioni locali, negli inciuci consociativi, nella Kultura, nell'agroalimentare, in Rai, nei sindacati, nella magistratura, nel pubblico impiego ecc.) non fa che triturare, ruminare e regurgitare i soliti logori luoghi comuni. Ovvero i luogocomunismi. A cominciare dal lessico sinistrese con forme di ragionamento sclero-socialista.

A come Analisi - In ultima analisi è uno dei suoi più triti intercalare. Ma sarà davvero poi l'ultima questa analisi? Non sarà piuttosto "analisi finale"? Da buttare senza rimpianti giù dal faro come fece Richard Gere con Kim Basinger nell'omonimo film.

B come ben altro. O Benaltrismo. Quando viene messa alle strette la sinistra va volentieri off topics e allora dice che il problema non mai "quello", ma che è ben altro. Cioè l'altrove che non si trova.
C come compagni. L'omologo sinistro di camerati. Ovvero, tutta ciurma all'ammasso all'ordine di Padre-padrone-partito. Poi, tra questi, ci sono i famosi compagni che sbagliano. Cioè i terroristi.

D come da una parte e dall'altra. Li avete mai sentiti? Quando affrontano una questione la girano come una frittata. Cioè la ribaltano e dicono: da una parte .....ma dall'altra..... Ma se la questione in oggetto ne avesse sei o otto di lati? che fare?

Globale, globalismo, globalizzazione, No Global, New Global. Dalla "contestazione globale" alla mondializzazione della masse depauparate. Ovvero "il pauperismo au pouvoir". Cioè la transumanza dei diseredati senza patria.
Fascisti - Dai fascisti mussoliniani agli ultrà di sinistra (cioè quegli estremisti eretici e malati di "infantilismo di sinistra"). Perciò per la sinistra: i monarchici sono fascisti (vedi il caso Sogno) . I liberali sono fascisti (vedi Montanelli). I DC sono clerico-fascisti ("San De Gasperi protettore dei fascisti"). I socialisti sono fascisti con un Craxi disegnato con stivaloni e camicia nera. Le BR sono fasciste, pagate dalla CIA. E pure "sedicenti". Quindi "rosse" per caso, ma in realtà nere.
Internazionale - Internazionalismo proletario. E' sempre l'asse portante di una sinistra che vede oggi nella società multietnica multiculturale e multireligiosa, una "risorsa" import-export.
Lotta di classe. Esiste ancora? più che mai. Da alternare al Partito di Governo. Meglio se poi, come Giano Bifronte è partito di Lotta e di Governo. L'unica forza politica deputata a opporsi alla sinistra, è la sinistra stessa. E alla faccia della democrazia!
Marxismo - Non chiedetevi se Marx e il marxismo sono a tuttoggi proponibili. Chiedetevi piuttosto se è inevitabile. La risposta è sì. Un marxista è per sempre. Un po' come la pubblicità dei diamanti.
Misura - Nella misura in cui. Un altro di quelle espressioni idiomaticamente demenziali. Poi c'è in qualche misura: molto adottato nei salotti buoni "melandrini" (e non malandrini).
Monte - A monte e a valle. Niente di più tragico! Roba da buttarsi giù dal monte.
Né ...né - Ovvero né con lo stato né con le BR. Da lì nacque una nuova filosofia sinistrese detta Nénéismo.
Odio - Odio di classe e odiocrazia. Non dite che a sinistra non è più di moda odiare. L'ultima grande odiato dalla sinistra ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi.
Oggettivo - Oggettivamente. Il primo è un aggettivo con proprietà taumaturgiche: rende vero anche il falso. Il secondo è un avverbio che continua a perpetrare crimini e misfatti. L'ultimo è il caso Pansa. "Con i suoi libri Pansa fa oggettivamente il gioco della destra".
Religione - Un tempo era l'oppio dei popoli. Da quando con l'islam, da oppio è passata ad anfetamina delle masse, la sinistra va in Ecstasi. E se ne impasticca per ottenere voti.
Rivoluzione - Parola abusatissima e mai riuscita. In realtà le rivoluzioni della sinistra finiscono tutte nella pattumiera della storia. Tant'è vero che di fronte ai palesi aborti e reietti, la sinistra parla di rivoluzione "tradita".
Sindacato - Prima era cinghia di trasmissione del partito di classe. Ora che a sinistra si scopre che "interclassismo è bello", il sindacato aspira a fare Arturo Toscanini: il grande concertatore.
Ulivo - La fogliolina di fico della Quercia.
Unione - Proviene da Trade Unions inglese, ma anche da Unione Europea. Uniti si perde, perché a sinistra uniti non si è mai. Nel 1921 il PCI iniziò a Livorno con una clamorosa dis-unione: dai socialisti. E continua...Da allora i peggiori nemici dei comunisti sono i comunisti stessi (Stalin contro Trotzky, Kruscev contro Stalin, Vietnamiti contro Cambogiani, ecc). Oggi in Italia c'è Diliberto contro Bertinotti, D'Alema contro Mussi, Bertinotti contro Ferrando. E tutti dichiarano di averci in tasca la linea giusta.

28 October 2006

Si può fare satira sui musulmani?

Evidentemente NO e lo si è visto ieri sera venerdi 27 ottobre. Dove è andata in onda su La7, un'interessante puntata di Otto e Mezzo dal titolo emblematico "Si può ridere sui mussulmani?" condotta con astuzia e intelligenza sopraffina dal solito Ferrara. Erano ospiti in studio Khaled Fouad Allam della Margherita, Carlo Freccero e il vignettista Stefano Disegni. In collegamento, i comici di sinistra Maurizio Crozza e Lella Costa. Giulianone è riuscito a trascinare la sinistra in un'intelligente provocazione. E ora finalmente il pubblico italiano ne sa di più sul perché si può prendere a calci Gesù Cristo. Si può fare satira su Papa Ratzinger (vedi i travestimenti di Crozza e di Dario Fo in abito talare), si poteva chiamare, come ha fatto Benigni, "Il Wojtylaccio" , papa Giovanni Paolo II... Ma non solo non si possono toccare testi coranici e profeti, ma nemmeno ironizzare sulla way of life musulmana. Eppure non mancano gli spunti: barbe folte, gonnelloni e sottane, berci di muezzìn, burqa e niqab simili a Belfagor il Fantasma del Louvre, scafandri e così via...Ma ricapitoliamo....
Constatare l'imbarazzo di una simile intrigante domanda nel comico Maurizio Crozza (uso a sbeffeggiare il Papa) e in Lella Costa che fa la Franca Rame dei poveri a teatro, è stata una conferma di quanto già sapevamo. Anche Carlo Freccero, autore di dissacranti trasmissioni in tv , ha fatto del suo peggio per arrampicarsi sugli specchi in modo elusivo e svincolante. Crozza ha detto che non se la sente di cadere negli stereotipi del musulmano come si fa con gli Italiani: spaghetti-pizza-mandolino. Eppoi lui i musulmani non li conosce, non ci vive a contatto e non sa chi sono. Come ironizzare con chi ha un codice etnico-culturale così diverso dal nostro, a rischio di essere fraintesi? Idem la logorroica Lella Costa, questa volta, insolitamente laconica e sbrigativa:
"Vogliamo ridere con loro (cioè i musulmani) ma non contro di loro".
Puntualizzazioni:
a) Crozza, la satira ci viaggia e ci marcia sulle stereotipie: Tiberio Murgia e Lando Buzzanca si fingono più siculi e gelosi di quel che sono. Ma i siciliani non tirano fatwe. Gassman, Sordi e Verdone , fanno i cialtroni e i coatti più di quanto non lo siano i romani del quartiere del Testaccio: ma i romani non lanciano fatwe. Sullo stesso mondo arabo, c'era un tempo su cui si poteva ironizzare e lo fece il grande Totò in "Totò le Mokò" col fez in testa. Lo fece Gegé Di Giacomo con la kefiah in testa e il barracano addosso nell'orchestra Carosone quando cantava "Caravan Petrol". Ora perfino il ritornello di quella canzone è stato modificato da "Allah, Allah, Allah, ma chi te l'ha fatto fa'", in "Ah, ah, ah, ah, ah, ma chi te l 'ha fatto fa'." C' è poco da ridere!
E nel reality show "La Fattoria" dicono "Pascià pascià pascià ma chi te l'ha fatto fa'?. Quindi è evidente che gli integralisti hanno dettato l'agenda della satira e delle parodie non solo in Egitto, Magreb e Mashrek, ma anche a casa nostra e nel mondo europeo.
b) Lella Lella, di cosa godono i musulmani? Di uno statuto speciale? Non eravato voi quei sessantottini che dicevano "Una risata vi seppellirà?". Non avete sempre sostenuto che nei regimi dittatoriali è VIETATO RIDERE e che proprio per questo, la risata esorcizza i mali del mondo? E non inalberavate i cartelli con lo slogan VIETATO VIETARE?! Tutto sbagliato, tutto da rifare: povera donna, che sei!
Qualche "striscia" (è il caso di dirlo) di buon senso è venuta dal vignettista Stefano Disegni, il quale ha detto con onestà che è perfettamente inutile nascondersi dietro al dito; che è la paura delle minacce di morte a impedire che si faccia satira non solo contro il profeta e gli imam, ma anche contro la way of life musulmana.
Ben lo apprese a sue spese il comico Andy Luotto da Arbore, il quale nelle puntate di "Quelli della Notte" (si era negli anni '80) si vestì da sceicco bianco mangiando spaghetti crudi, per far vedere che al Sud del mondo la pasta è sempre più al dente. Beh, fu minacciato di morte: lui e alla sua famiglia. O il trio Solenghi, Marchesini e Lopez che in tv, si vestirono con i chador neri e spingevano la carrozzella di una bambina velata da portare a spasso: minacciati di morte addirittura dagli integralisti iraniani. Tutto questo avvenne nello sconcerto generale.
Che male c'è allora ammettere di aver paura? Di temere che le fatwe possano essere estese anche ai propri familiari? E soprattutto, perché non dirlo ad alta voce, cari comici sinistri? Non era il vostro Antonio Gramsci a dire che la verità è sempre rivoluzionaria? Poche palle: avete fifa! Ma questo è normale. Soprattutto, avete paura di confessare la vostra paura. E questo non è normale. Paura a dichiarare pubblicamente che quel mondo, non può essere rappresentato in satira né in burla. E questo è assai più grave.
Sul finire della trasmissione, Crozza pungolato da Ferrara ha fatto due brevissime parodie su due musulmani cittadini italiani: Magdi Allam (minacciato di morte dagli integralisti) e Khaled Fouad Allam che parla come l' ispettore Clouseau della Pantera Rosa. Complimenti per il coraggio! Gli unici due che fanno qualcosa per presentarci il volto umano del mondo arabo-musulmano. E il primo dei due, pure a suo rischio e pericolo.

26 October 2006

Se i misfatti sono multikulti non vanno in prima pagina

Inutile, nell'universo dei beoti Pangloss, dove il multiculturalismo è il migliore dei mondi possibili, i misfatti multikulti vengono nascosti o confinati nelle pagine interne. Possibilmente nelle cronache locali  e periferiche. Per la serie, musulmani-brava-gente, un certo Shaid ( e cioè martire)  Ullah 48 enne nato nel Bangladesh pestava a suon di vergate i figli piccoli (uno frequentava la scuola materna, l'altro l'elementare e la sorella più grandicella, la media). Al padre-aguzzino poco importava che gridassero, piangessero, si spaventassero implorando quella clemenza e quella tenerezza che un buon genitore dovrebbe avere. Così, giù botte, calci e pugni all'ora di preghiera, (le 5 del mattino)  per farli crescere "buoni musulmani. "Non mi interessa se fate i compiti che vi danno in quella scuola di infedeli: dovete pregare e basta"!
E se la moglie cercava di dividerli sottraendo i piccoli alla violenza c'erano battipanni e colpi di verga anche per lei. Poi da questi è passato al getto dell'olio bollente perchè lei non voleva indossare il burqa, e un burqa era pure predisposto per la figlioletta non appena sarebbe diventata "signorina".
Così la povera donna, per risparmiare quell'umiliazione alla ragazzina, è stata costretta a mentire sulle sue prime mestruazioni. Nonostante ciò, minacce, insulti e istigazioni a buttarsi già dalla finestra perché la consorte non era, a detta sua, "una buona musulmana". Infine i segni di una scottatura di olio bollente che ha straziato la sua carne. Frattanto i vicini allarmati che sentivano urla belluine e lanci di oggetti nottetempo hanno fatto l'intervenire i carabinieri.  E  da qui è scattato poi il provvedimento cautelare di allontanamento chiesto dal pm Silvia Perrucci. Basterà? Chi lo sa...
Ma soprattutto una domanda: perché la stampa e in particolare, un giornale importante come il Corriere della Sera invece di impegnarsi preventivamente in una civile battaglia culturale, relegano alle cronache locali episodi così importanti per il risveglio delle coscienze assopite?
 
Ieri 25 ottobre, detto episodio era a pag. 5 delle cronache milanesi nel cosiddetto dorso. Cosa temono in via Solferino, dandovi l'adeguato risalto che merita? di offendere il Corano? di impedire la libera circolazione degli uomini, delle merci, dei servizi e del denaro in Eurabia? di risvegliare Borghezio e i suoi pasdaràn? Vogliamo o no aprire gli occhi e renderci conto che integrare il non integrabile, inserire il non inseribile è una sfida improba e autodistruttiva?
O ci occupiamo di questi fatti solo quando ci scappa il morto come nel caso Hina Saleem?

21 October 2006

Napolitano dice sì all'aula parlamentare Carlo Giuliani

Ormai è ufficiale: l'Italia è una Repubblica fondata sul teppismo e sullo squadrismo rosso. Non mi riconosco minimamente in un presidente della Repubblica di nome Giorgio Napolitano che dopo aver fatto lacrimuccia postdatata dei crimini comunisti nella Ungheria di 50 anni fa solo oggi nel 2006, di fronte all'oltraggio d' intitolare un'aula parlamentare al giottino genovese Carlo Giuliani, si attacca ora "all'autonomia di ciascuna componente della rappresentanza parlamentare nel cui merito il Presidente della Repubblica non ha il titolo di intervenire".
Frase ampollosa e svincolante per dire che non intende interferire sulla scelta di Rifondazione comunista di intitolare una sala di Palazzo Madama a Giuliani. Quella stessa Rifondazione Comunista che vanta al proprio interno due parlamentari di dubbia fama e moralità come Daniele Farina dei centri sociali e il "disubbidiente" nonché "espropriatore proletario" Francesco Caruso. Non c'è due senza tre: ora anche l'amaro Giuliani. Esultano Bertinotti, Rina Gagliardi, Russo Spena e Sodano: giustizia proletaria è fatta. Dopotutto a forza di sprangate, travi contro le camionette, sassaiole, lancio di estintori e di bulloni, c'è scappato il loro morto da canonizzare.

Sono invece in subbuglio il sindacato di Polizia e il COCER dei carabinieri che vedono in questa decisione, un chiaro segno di disprezzo nei confronti di chi mette a repentaglio la propria vita per salvaguardare la libertà e la sicurezza dei cittadini: cioè loro. Insorge l'opposizione convinta, che questa decisione indebolisca le nostre istituzioni e mortifichi le forze dell'ordine.
Con che coraggio ora Napolitano andrà a premiare vedove e orfani di carabinieri e di poliziotti, caduti nell'adempimento del loro dovere?
Ci pensa la solita cialtronesca dialettica marxista della Tesi/Antitesi/Sintesi a zittire e a blindare le proteste. "I rapporti con le forze dell'ordine restano invariati" afferma Napolitano. Pertanto non esisterebbe alcuna contraddizione tra la dedica della sala a Giuliani e la convinta solidarietà alle famiglie dei rappresentanti delle forze dell'ordine.
La sinistra postcomunista e comunista vuole riscrivere una pagina di Storia a modo suo, ma Carlo Giuliani non è un martire né un eroe: è solo il violento facinoroso che durante gli scontri del G8 a Genova nell'estate del 2001 è stato fotografato col viso coperto di un passamontagna in procinto di lanciare un estintore contro una camionetta dei carabineri cinta d'assedio.
Calma compagni, fra 50 anni ci sarà tempo per fare autocritica. Come per l'Ungheria.

17 October 2006

Che fine ha fatto il Comitato per l'Occidente in un Occidente sotto assedio?

Caro Presidente Pera,
 
la chiamo ancora così, nonostante non sia più Presidente del Senato, perché non mi riconosco né idealmente né moralmente nelle figure istituzionali di questo nuovo Governo. Porto ancora il banner dell'Appello per l'Occidente da lei lanciato nel febbraio-marzo scorso a cui hanno aderito numerosi italiani (illustri, meno e non illustri), qui in calce sul mio blog. E molti altri blogger lo tengono ancora lì, bene in vista con le sue elissi giallo-azzurre su fondo bianco. Sono stata, su preciso invito di detto Comitato, pure a Bologna durante la sua campagna elettorale nell'aprile scorso. E con me c'erano altri blogger di Tocqueville.
Durante detta campagna lei, Prof. Pera, interveniva sovente anche qui sulla blogosfera. Ma ora? Abbiamo perso, è vero. Ma siamo sempre molto numerosi. E questa numerosità dovrebbe servire come deterrenza ai nostri avversari. Così non è. Tra leggi che colpiscono le nostre libertà di opinione e arrendevolezza verso i violenti islamisti, l'Europa, l'Italia e l'Occidente si fanno di giorno in giorno luoghi sempre più insani per la libertà (si veda il recente caso francese del prof. Robert Redeker). 
Non passa praticamente giorno che i nostri valori, i nostri simboli, i nostri riti, le nostre festività, la nostra cultura, arte e identità non venga  relativizzata, marginalizzata, conculcata e  posta sotto assedio: vuoi per il nichilismo e  la dabbenaggine ideologica di forze politiche in seno all'Occidente stesso, vuoi per  la persistente protervia e arroganza da parte di aggressivi fondamentalisti che ne traggono profitto.
Così assistiamo alla British Airways che sospende una hostess perchè portava un minuscolo gioiello con la croce, mentre consente a rendere visibili vistosi turbanti sikh e veli islamici. Assistiamo al silenzio colpevole dei nostri mass media nei confronti di quel sacerdote ortodosso decapitato e fatto a pezzi in Iraq. Alla semi-indifferenza nei confronti di suor Leonella uccisa dall'odio fanatico in Somalia. Alla tumultuosa Jihad delle parole scatenatasi contro il Papa dopo la sua alta e sublime "lectio magistralis" a Regensburg. A promotori di scuole islamiche che fanno carte false per potersi espandere sul nostro territorio. A moschee costruite col benestare dei Frati Cappuccini del Sorriso nei dintorni di Genova. A una Consulta islamica voluta dal ministro del suo stesso partito Giuseppe Pisanu e tenuta in piedi da Giuliano Amato, il quale avrebbe avuto occasioni eccellenti per bandirne l'UCOII, dopo l'oltraggioso manifesto antisemita di quest' estate. A spettacoli ed eventi artistici censurati e autocensuratisi (film, teatro ecc.). 
Non sono  forse queste, caro Presidente, occasioni d'oro per far sentire tutti insieme la nostra voce? Per far capire che c'è anche un Occidente e un'Italia che vuole dire BASTA? che non si sottomette e che vuole preservarsi in quanto tale?
 
Eppure il silenzio istituzionale è caduto intorno al Pontefice suo grande amico e coautore di alcuni importanti testi, perfino in seno alla classe politica con uomini cattolici che gli votano contro la mozione di solidarietà (vedi Giulio Andreotti).  Perchè la Casa della Libertà non ha sentito il bisogno di fare propria l'indignazione degli Italiani che cresce di giorno in giorno, ma si spreca, invece, in camarille da corridoio tra alleati?  Che ce ne importa a noi cittadini? E perché durante gli inevitabili salotti e talk-show televisivi di tutto parlano (di tasse e sempre ancora di tasse) fuorchè di quanto ci atterrisce di più? Come se il problema della progressiva islamizzazione nel nostro territorio riguardasse pochi blogger visionari e non invece,  il resto del nostro amato meraviglioso Paese!
Ma soprattutto vorrei sapere se questo comitato, di cui  parecchi blogger espongono il logo insieme alla sottoscritta, esiste e vuole vivere ancora. In altre parole, che fine ha fatto il Comitato per l'Occidente proprio ora che l'Occidente è sempre più sotto assedio? Ora che ce n'è più bisogno più che mai?!...
E se c'è, se i nostri dati, le nostre registrazioni, insieme alle firme, al nostro entusiamo e consenso, contano ancora qualcosa al di là delle elezioni, allora caro Presidente Pera, ci dia un cenno di conferma della sua esistenza e ci faccia sapere di quali iniziative intende farsi promotore.
 
Le rinnovo la mia stima personale e le porgo i miei più cordiali saluti.

12 October 2006

L'Hezbollah si converte alla Mortadella

Chi lo dice che nel mondo arabo-musulmano vige il divieto di consumare insaccati? A leggere l'intervista del massimo dirigente Hezbollah nel Libano meridionale, Nabil Kaouk, (turbante bianco barba folta, cresciuto alle scuole coraniche iraniane) , concessa a Lorenzo Cremonesi sul Corsera di ieri 11 ottobre, le mortadelle sarebbero particolarmente apprezzate ("Benvenuto Romano Prodi in Libano!").  
E udite udite cosa proclama il medesimo: "La presenza dei militari italiani nel nostro paese è doppiamente ben vista dopo che avete deciso di ritirare il vostro contingente dall'Iraq: avete dimostrato di prendere le distanze dagli USA".
 
Se il nemico ci apprezza vuole dire che siamo nel torto, recitava un vecchio adagio. Poi però, dà un consiglio amichevole a Prodi.
 
"Ma gli diremo anche che deve stare bene attento a evitare che le truppe Unifil diventino strumento nelle mani delle forze del cosiddetto Fronte del 14 febbraio (ndr: le forze autonomiste libanesi della Rivoluzione dei cedri), con in testa il leader druso Walid Jumblatt. Se così fosse, l'Hezbollah sarebbe costretto ad agire".
 
 Perfetto avvertimento in stile mafioso del tipo "stateve bbuoni picciotti!".
 
Infatti lo stesso Kaouak dichiara di vedere un pericolo all'orizzonte: le forze druse, cristiane e sunnite del 14 febbraio potrebbero cercare di piegare l'Unifil ai loro progetti politici e lui NO, lui non ci sta.
"Guai se i contigenti internazionali in Libano dovessero venire usati per isolare o condizionare l'Hezbollah".
 
Il ricatto  di questi turbantoni a barba folta  già lo conosciamo: guerra civile di tipo religioso a oltranza e un Libano del tutti contro tutti ridotto a colabrodo, come è già avvenuto in passato. Poi lo stesso, gioca a fare pure "marameo" sui missili e il resto del loro armamentario nascosti nel Sud del fiume Litani che sono le zone controllate dall'UNIFIL.
 
"Le nostre armi sono nascoste bene, nessuno può vederle. E non sta all'Unifil venire a cercarle o spiare i nostri movimenti (...) Se l'Unifil nei suoi pattugliamenti sul territorio dovesse vedere convogli di armi, potrebbe allora segnalare all'esercito libanese di requisirle. Ma, ne sono certo, nessuno vedrà mai le nostre armi..."
 
Leggiamo tra le righe: e se anche le vedessero, state certi che dovranno far finta di non vederle. Del resto non sono poche nel contingente UNIFIL  le truppe di soldati musulmani inviati dall'Indonesia, stato ostile a Israele. E Putin stesso, da grande perfido qual è,  ha inviato al fronte parecchi soldati musulmani.
 
Ed eccoci all'ultimo capoverso particolarmente inquietante dell'intervista. Cremonesi chiede se è vero che Al Qaeda sta mettendo piede nel Libano attraverso il grande campo profughi palestinese di Ein Hilwe. E l'Hezbollah:
"Sappiamo che numerosi attentatori kamikaze che hanno provocato massacri sciiti in Iraq provenivano da Ein Hilwe. E' un problema che potrebbe aggravarsi. Hezbollah teme coloro che tra i ranghi di Al Qaeda fomentano lo scontro tra sciiti e sunniti. Non è neppure escluso che qualche sunnita estremista (sic: ma loro cosa sono? dei moderati per caso?! ) legato ad Al Qaeda possa tentare attacchi contro l'Unifil".
 
Poi serafico e innocente come una mammoletta conclude Kaouk: "Ma certo, noi non abbiamo i mezzi per fermarli, è un compito che spetta all'esercito regolare libanese".
 
Capito l'antifona? L'  "esercito regolare libanese" non vale un bel niente ed è acqua fresca. E lui lo sa.  Se Al Qaeda provoca,  la colpa potrebbe essere fatta ricadere sui "sunniti estremisti" e solo loro,  ovvero il Partito di Dio, sarebbero in grado di riportare legge e ordine nel Libano.
 
Di male in peggio. E Prodi? Beh, resta chiaro che là, in mezzo a tutto questo bailamme di arabèsques intricati , è andato a offrire spaghetti e mortadella. Perfino Al Jazeera, il megafono dei terroristi, plaude all' azione diplomatica del cosiddetto grande Facilitatore. Che disperazione!
 
 
 
 
 

09 October 2006

Il paradosso sanitario: ticket agli autoctoni, gratuità agli immigrati

Avete avuto una colica renale? O vi siete procurati una frattura alla gamba? Vi ha punto un calabrone e siete soggetti allergici a rischio di choc anafilattico? Peggio per voi. D'ora in poi ci pensa il ministro Livia Turco a fare cose  turche: rincari sui ticket.
Lo prevede la Finanziaria che introduce un ticket per le prestazioni nel pronto soccorso: 23 Euro a chi si sottopone a visita specialistica; 41, chi oltre alla visita eseguirà anche un esame diagnostico.
Poi c'è il tormentone dei codici tricolore: bianco (intervento che può essere effettuato dal medico di base); verde (il paziente ha bisogno di un intervento urgente, ma non immediato) ; rosso (intervento medico immediato). Ovvero Arcipelago Gulag della sanità! Roba da Solgenytzin! 35 euro in ogni caso per le visite da "codice bianco".
Ma chi stabilisce il giudizio dei vari codici? Un'équipe infermieristica convalidata dal medico. Beh, tanto vale, crepare.
 
Andiamo avanti. La Regione Piemonte (regione rossa) ha invece decretato benefits e dispense dal pagamento per la  pratica ritual-religiosa della circoncisione. La prima sperimentazione è stata fatta a un bambino di 13 mesi figlio di egiziani a Torino,   al polo ospedaliero S.Anna-Regina Margherita, e a totale copertura dell'Asl. Occorre ricordarlo che questi sono interventi di microchirurgia estetica che ogni buon musulmano dovrebbe onorevolmente provvedere a fare a proprie spese senza ingorgare le già collassate strutture sanitarie?
Eppure la Regione Piemonte ha progettato uno stanziamento di 120.000 Euro  per 12 mesi perché possa essere effettuata la circoncisione ai bambini figli di genitori musulmani. Dunque il contribuente medio piemontese deve sborsare qualcosa come 400 euro senz' essere stato minimamente consultato dell'iniziativa. Che cos'è? Giustizia sommariamente proletaria, questa?
I sinistri e cattosinistri (ovvero quelli che berciano contro il fatto che la Chiesa non deve intromettersi nella cosa pubblica come la pillola abortiva RU486), ora non esitano a introdurre i riti di un'altra religione, affinché vengano praticati con successo nelle nostre strutture ospedaliere. E queste sarebbero forze laiche? A quando l'infibulazione o la clitoridectomia della mutua?
Non mancano gli attacchi della Lega e di FI che denunciano lo sperpero di denaro pubblico che potrebbe essere destinato ad altre priorità come a case di riposo o altro. Ma è inconfutabile negarlo, queste regalie agli immigrati hanno uno scopo: il consenso elettorale prossimo futuro. 
E che gli autoctoni italiani paghino sovratasse e tacciano.   

03 October 2006

Il mercante di pietre e l'impossibile critica al mondo islamico

"Il mercante di pietre" di Renzo Martinelli non è un buon film. Peccato. Quando ho visto come la critica lo ha classificato ( con una sola stellina) ho pensato là per là: ecco i soliti critici venduti che hanno paura di parlare bene di un film che tratta un argomento-tabù. E allora, per non danneggiare la causa, si fanno garanti del flop anzitempo. Come? Boicottandolo. Vabbé, andiamo pure in sala, col rischio di saltare per aria.
Il film è effettivamente di mediocre confezione. E' la storia di un collezionista italiano di pietre preziose stabilitosi nella Cappadocia (Harvey Keitel) che corteggia la bella moglie di un docente universatario romano rimasto senza gambe durante l'esplosione dell'ambasciata americana a Nairobi (280 morti), nel 1998. Ovvio, che così conciato in carrozzella, il poveretto non può avere che un conforto: dedicarsi anima, e quel che resta del corpo, alla causa dell'antifondamentalismo e contro il terrorismo islamico. Ma la moglie ha le sue esigenze e il "mercante" taroccato, durante una vacanza in Turchia, si fa avanti con un bel pietrone prezioso da regalarle incastonato su un magnifico anello. Che fare? Accetto o non accetto?
Massì che accetta la graziosa moglie del docente in missione permanente. Ed ecco l'inganno. Il mercante è un neocovertito all'islam arruolatosi nei mujaheddin ai tempi della guerra sovietico-afghana. A niente valgono le preghiere del povero marito tradito e mazziato (anzi, gambizzato) che cita testualmente, alla moglie fedifraga, dal bigino: "non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani".
La donna ha, evidentemente, altri progetti. E li mette in atto in alcova, dove non ci risparmiano la vista penosa di un Harvey Keitel in costume adamitico col torace dal vello irsuto e bianco per antico pelo: niente di più smosciante e qui, sì, dovrebbe scattare la vera censura estetica (si fa per dire! :-)) . Chissà perchè il cinema italiano è sempre così avaro nei confronti dello sguardo del pubblico femminile. Molto meglio un Richard Gere in "American Gigolò": anche l'occhio vuole la sua parte !
Il resto non è una novità e il finale della vicenda (che non svelerò) non può che essere catastrofico.
Però bombe, attentati, lapidazioni, berci sgraziati di muezzin e genuflessioni sui tappeti, ce ne sono a profusione. Ciò che deve aver mandato in bestia i fautori italiani dell' "islam moderato". Moderato a chi? A me?! Così le aspiranti gestapo islamiste de noantri stanno già lavorando per ottenere il ritiro del film. Motivo dell'ipotetica censura: non fa cenno all'islam moderato. E quale, di grazia? Dell'isola-che-non-c'è? Ma fatevelo voi, un bel film edificante sui miracoli dell'islam moderato: non si aspetta altro che di crederci.
Ed eccoci ad una verità lapalissiana. Chi tocca muore: così sta scritto sui fili ad alta tensione con tanto di teschio e di quattro tibie. Chi parla di islam, pure. O se non muore, si viene boicottati, emarginati e lasciati a se stessi con formali garanzie di appoggio, ma nessuna reale copertura come Robert Redeker, il docente francese di filosofia minacciato di morte dagli islamisti che hanno messo sul web tanto di foto, nome, cognome e indirizzo.
Film brutti che parlano di crociate e di argomenti in chiave anticristiana ce ne sono tanti in circolazione. Ma dal mondo cristiano non si levano né fatwe né inviti alla censura né querele con risarcimenti economici. Qualcuno di questi poi, riceve pure premi perché sputtana le suore a spron battuto (vedi "Le Magdalene").
Prendiamo un altro esempio: "Il mercante di Venezia" di Shakespeare, pièce teatrale fortemente antigiudea. Oggi si direbbe, antisemita. Eppure si continua a rappresentare ovunque con successo. E il regista Michael Radford ne ha fatto un omonimo buon film con Al Pacino protagonista. Gli ebrei non avranno gradito i toni forti con cui è stato rappresentato l'usuraio, ma si guardano bene dal mettere in forse Shakespeare e la nostra cultura occidentale. Mi si obietterà: ma Shakespeare è Shakespere.
E allora?! Il principio di libertà è lo stesso. E anche i film non belli hanno il diritto di circolare liberamente. L'importante è che il ghiaccio sia rotto e che il principio di omertà venga finalmente infranto. Ma dev'essere proprio questo che disturba tanto. Perciò, andate pure tranquillamente a vedere "Il mercante di pietre". Magari per criticarlo impietosamente: è libertà anche questa.

26 September 2006

Aa..bbbronzatissimi!

...Sulla spiaggia nel sole/ a due passi dal mare....Ma quand'è che Fini, Berlusconi e Casini perderanno un po' di quella tintarella vacanziera da fancazzisti della politica? E cos'hanno di così importante da fare che sono letteralmente missing? Desaparicidos? Incapaci di mettere in piedi un corteo minimo, un banchetto per la raccolta firme; chessò... un pullman, una bicicletta, qualche iniziativa mediatica sensazionale per recuperare la scena. C'è stato un Papa under attack e loro che ti fanno? La Mozione. Macché mozione parlamentare! In primis, c'è l'agorà. Bisognava organizzare subito un corteo di pellegrini Urbi et Orbi con tanto di fiaccola in mano per tutte le vie di Roma. Quando vogliono la forza la trovano: vedi il corteo dei commercianti contro i teppisti dei centri sociali a Milano, la primavera scorsa . O vedi anche lo sciopero dei tassisti.
Per la serie SEI BELLISSIMO-O-o-o, Casini vola in Iran. A fare che? A dare lezioni di look sartoriale al pecoraro di Teheran dai capelli bisunti?! E ora, la manifestazione un po' buonista e un po' inciuciona tra Pierferdy e Veltroni-dalla-faccia-onesta, quello dal padre repubblicano e MAI stato comunista. Vabbé , meglio che niente, qualcuno che manifesti davanti all'ambasciata indonesiana per quei tre poveracci accoppati, solo perché cristiani, ci voleva. Dopo tanto Caino, giustamente un po' di Abele. Ma la veglia, non la si poteva fare prima dell'esecuzione? Avrebbe avuto un valore simbolico più forte.

E il Berlusca? Capelli sempre più rinfoltiti, look da nababbo in crociera permanente, blazer rinserrato e gran Politica degli Annunci: scenderemo in piazza! Già detto. Scenderemo in piazza!: ti ripeti, Silvio! SCENDEREMO IN PIAZZA!: do it! - direbbero gli Americani. Perfino una famosa marca di frigorifero recita: Fatti e non Parole!.
Frattanto a Lampedusa l'opposizione vera la fanno i centri sociali, i no global e i disobbedienti : Arridatecene de più! Chiudete i centri d'accoglienza! Lasciateli circolare per Schengen! Portateveli a casa vostra! Ancora clandestini! Forza scafisti che siete er mejo! E a Padova invece: "Tear down the Wall! Abbattete quel muro! Avanti popolo con lo spaccio e la prostituzione! Prostitute, ladri, drogati, spacciatori: tutti figli del popolo! (del resto lo diceva pure Pasolini).
Ma si sa: c'è al governo il Partito (metafisicamente assoluto) di Lotta e di Governo. E allora oltre a sgovernare, c'è pure la milizia arcobaleno che, con tanto di kefiah in testa, pungola, istiga, fomenta e sobilla la piazza. Tesi: l'Unione; antitesi: il Social Forum, no global, cobas e i disobbedienti; sintesi: riUnione. Questa sì , è alta dialettica hegelian-marxiana! E pure marziana: da Mars attacks.
E voi bischeri della CdL, che fate? D' o' state? D' o' annate? A scuola di Frattocchie Azzurre a Gubbio, naturalmente. Ma lo vedete o no che è l'ora del Lupo? E che homo homini lupus ? Perciò lì a Gubbio, sguinzagliate i lupi, prego. E tenete a freno S.Francesco, per favore. Assisi è lontana. La Mecca e la Medina sono vicine.
(il corsivo-corsaro è copyright di Nessie)