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27 February 2007

C'è qualcosa di losco oggi nell'aria, anzi d'antico

E' questo, un titolo che ho ripreso dalla risposta di Giuliano Ferrara ad un lettore che scrive al Foglio di sabato 24 febbraio."La crisi di governo è un fatto politico e istituzionale decisivo, ma da questa squinternata sinistra italiana escono stolide emozioni, accuse di tradimento. Andreotti ridiventa Belzebù, il ricorso alla urne, uno spauracchio ossessivo, l'idea dell'alternanza della gara democratica, cede il passo a una logica di stato d'assedio mentale, il ritorno dell'usurpatore e altre immondizie del genere. Volano i cazzotti e parole di nuovo contundenti. Che pena". Fine della risposta.


Tutto vero. E aggiungo: i cosiddetti traditori sono tali solo se vanno a finire nello schieramento opposto. Ovvero, se indeboliscono e fanno cadere il governo della cosiddetta Unione. Se invece sono transfughi dalla CdL cambiando casacca, allora vengono beatificati e diventano " un valore aggiunto", termini questi, pronunciati da Fassino per la new (si fa per dire) entry Marco Follini. Si rispolverano - pare - i voti di scambio della serie "io ti do una cosa a te, tu mi dai una cosa a me". E la moglie di Follini, l'architetto Elisabetta Spitz, secondo quanto rivelato ieri da Libero, è stata messa alla direzione della "Agenzia per il Demanio", un potente centro di smistamento di chi ha le mani perennemente in pasta.
Rina Gagliardi scrive su Liberazione (organo del PRC) la teoria del complotto americo-plutocratico-vaticano. Un NO, lo avrebbe espresso Cossiga a nome dell'America (capirai, quanto è filoamerikano votare contro una missione in cui gli americani sono laggiù in prima fila!). Una non fiducia l'avrebbe espressa Andreotti-Belzebù a nome del Vaticano. Della serie, io do una mano a don Camillo Ruini , facendo cadere il Governo sulla politica internazionale, così poi i DICO non si fanno; il Vaticano è salvo perché non interferisce, e la colpa è solo sua: di zu' Giulio. A Berzebbù, facce ride'....!!! La terza è stata quella del "plutocrate" Pininfarina.
Ma Rina la Rifondarola ce l'ha o no un bel complotto dietrologico anche per i suoi due sfiduciatari Turrigliato e Rossi? Quelli sono sangue del suo sangue e appartengono inequivocabilmente all'album della famiglia veterocomunista. E allora? Cosa avrebbe dovuto coerentemente scrivere, la Gagliardi, se fosse stata minimamente conseguente, come per gli altri tre senatori a vita? Che sono stati pagati dall'America Latina e in particolare dal subcomandante Marcos e da Castro, per far cadere il governo di centrosinistra e favorire ipotesi da revolucion dei descamiciados? Roba da far ridere i passeri! Avessero un minimo di lucidità d'analisi.
Nel caso dei due astenuti, volano invece minacce e cazzotti comunisti, come ai tempi delle vecchie purghe staliniane, in cui c'era la caccia al "deviazionista di destra" (Bucharin) e a quello di "sinistra "(Zinoviev).

Scusate, ma non doveva esserci la fine della Guerra Fredda e il crollo del Muro? Mai visto in Italia così tanti comunisti come da quando nel '89 è crollata la cortina di ferro. Cosa sarà questa clonazione postuma dal vecchio DNA marxista? E il bello che tutti rivendicano di averci in tasca la vera "linea giusta".
Intanto, alla faccia di quel comunismo-che-non-c'è-più, qui da noi ne abbiamo individuati di 5 tipi:
1) I DS ovvero quei postcomunisti che alla fine della Guerra Fredda "dimenticarono" di fare abiura degli errori passati del vecchio togliattismo. 2) Il Partito della Rifondazione Comunista, il quale, crollata l'URSS si volse (e si volge ancora) ai Paesi dell'America Latina. 3) Il PdCI (Partito dei comunisti Italiani) di Diliberto e la sua grande amicizia per i regimi islamici 4) Il nuovo partito comunista di Marco Ferrando, scissione trotzkista di PRC, e fautore della rivoluzione ininterrotta. 5) Le nuove BR per il comunismo, autodefinitosi "partito armato politico militare".
C' è qualcosa di losco oggi nell'aria, anzi d'antico...di Rosso Antico. Puah! nemmeno buono per farsi un aperitivo.

21 February 2007

Il Carnevale finisce male...

...e questa maschera ormai non serve più. Mercoledi delle Ceneri di oggi 21 febbraio: è caduto il governo. Al Senato non c'era la maggioranza. Il Carnevale finisce male, per il duo Prodi-D'Alema. Quest'ultimo (che è anche vice-premier oltre che ministro degli Esteri) a dire il vero, ha avuto un sussulto di dignità nei confronti di una compagine rissosa e sgangherata, usa a marciar contro se stessa, e ha fatto del suo meglio per far capire loro che è finita la pacchia delle solite infantili pagliacciate: o si governa o si sta all'opposizione. All'estero ci guardano ed esportiamo un'immagine francamente penosa. Ora ci si attacca alla missione Afghanistan e sappiamo bene che la politica estera non è mai stato il piatto forte di questa coalizione che pratica il terzomodismo più retrivamente ideologico. Ma in realtà la vera buccia di banana è stata Vicenza. Quando c'è un presidente della Camera (Bertinotti nella fattispecie) che salta su a dire che se non fosse per la sua alta carica istituzionale, sarebbe lì a fare il marciatore arcobalenista contro la base americana, quando in corteo c'erano slogan pesantemente antigovernativi, è chiaro che qualcosa si è palesemente scollato tra le due anime della sinistra: quella cosiddetta riformista e quella estremista. E il mastice, non può certo limitarsi ad essere l'antiberlusconismo. I governi esistono PER qualcosa; non esistono CONTRO qualcuno.
Ho ascoltato attentamente il discorso al Senato di D'Alema sulla diretta di Rai 3. Pur nella sua abilità retorica, non è stato convincente nei confronti dei suoi soliti esagitati "antiamericani" delle ali estreme. E' stato un discorso all'insegna di un certo realismo pragmatico nei confronti degli impegni assunti con i paesi membri dell'Ue, del multilateralismo, della soluzione ONU che ha voluto l'intervento multilaterale in Afghanistan. Ma chi poteva convincere? Dei moderati di centrodestra, la Margherita e gli stessi DS. Non certo tutti gli altri dell'ala estrema che stanno alla sua sinistra. E infatti due dei suoi gli hanno fatto mancare i voti.
Non facciamoci illusioni: non si tornerà a votare e studieranno qualche governo di interregno tecnico, in attesa di cambiare la legge elettorale. Napolitano non scioglierà le camere. Poi c'è stata la variante dei senatori a vita con un Cossiga dalla sindrome dello scolapasta permanente. L'aveva detto e lo ha fatto che avrebbe votato contro la risoluzione. Qualche vecchio senatore a vita era assente per malattia. Ma può un governo che vuole essere durevole e saldo , attaccarsi alle vecchie cariatidi del più senescente Senato delle repubbliche d'Occidente per decidere delle sue sorti?
Ora vedremo che piega prenderanno le consultazioni, ma condivido l'opinione di Ferrara, il quale a "Otto e mezzo" ha detto chiaro e tondo a quel che resta di un'opposizione dormiente, che non richiedere nuove elezioni E' DA IRRESPONSABILI. E invece tutto si impaluderà nei soliti "giochetti parlamentari" del do ut des...

14 February 2007

BR, quella stella a 5 punte e quel piombo duro a morire

Formidabili quegli anni?! No grazie! Certo, erano tutti più giovani, idealisti, bohémiens, barbuti e un po' smandrappati. Ma non è una buona ragione per glorificare e canonizzare su libri e libelli un periodo che arrecò disgrazie, lutti, tragedie al nostro Paese. Mi riferisco ai pamphlettini nostalgici di Capanna e di Lucia Annunziata dal '68 in poi. Un periodo che dimostra di non passare mai.
Quest' ultima retata di 15 esponenti effettuata dalla Digos di quelle che vengono chiamate nuove Brigate Rosse identificate e localizzate in Lombardia e che fa riemergere l'ombra funesta di quegli anni di piombo così duri a morire, ci fa capire alcune cose sui cattivi maestri in seno alla sinistra stessa.
Su come la rivoluzione divori i suoi stessi artefici nonché su un'altra verità incontrovertible: chi cavalca la tigre della lotta e dell'odio di classe, degli antagonismi politici violenti, poi non può più deciderne la direzione. Ora la sinistra è al governo. Ma stolto è colui (comunque voti, a destra o a sinistra) che pensa ci sia pace, armonia, prosperità e tregua sociale. Per cominciare, crescerà sempre più la fronda degli antagonismi in seno a sé stessa, un po' come le guerre all'interno dei clan rivali di camorra e di mafia. La retata di coloro i quali voleveno attentare alla vita del giuslavorista Pietro Ichino, editorialista del Corriere già da tempo nel mirino delle BR, (tant'è vero che gli fu, da tempo, data una scorta) ; di Silvio Berlusconi al quale è stato pure dedicato un libro provocatorio che preconizza la sua uccisione (chissà le bottiglie che stapperebbe la sinistra tutta, nel caso di una simile eventualità); di Vittorio Feltri e del suo quotidiano Libero, minacciato di venir bombardato anche se nel palazzo ci fosse qualche custode (tanto chissenefrega di qualche custode - dissero i BR intercettati al telefono!), ci riporta indietro di anni. O forse più semplicemente, ci apre gli occhi sulla verità di un passato che non passa, a causa di personaggi che fungono da macabre vestali, custodi dell'odio di classe, della lotta armata vista come unico metodo per risolvere le contraddizioni della società ("l'attacco al cuore dello stato"). Tra questi arresti, sette esponenti della CGIL. Non è una novità: la FIOM, corrente rossa cigiellina dei metalmeccanici, ha sempre ospitato personaggi estremisti che spesso ricattano gli altri operai con vere e proprie intimidazioni di stampo mafioso all'interno della fabbrica. Chi non ricorda il sindacalista Guido Rossa assassinato da "nuclei interni" (si chiamavano così) delle BR, reo di aver "denunciato" la loro presenza sul posto di lavoro?
Nel mirino brigatista, oltre a industriali, magistrati, procuratori, giornalisti, giuristi, docenti universitari, uomini di Stato dei quali sarebbe lungo compilare la lista dei caduti, ci sono stati pure personaggi di mediazione economica e contrattuale di area "liberal" o social-riformista (Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D'Antona e Marco Biagi). Spesso il giurista del lavoro (o giuslavorista) è per loro un dead man walking accusato di essere "traditore", "venduto" e "servo del padrone" (termini obsoleti che credevamo morti e sepolti, pronunciati di recente contro il povero Ichino).
Ma veniamo alle responsabilità politiche della sinistra istituzionale e in particolare del PCI-PDS-DS in materia di gruppi armati terroristi. Innazitutto, la teoria dei "compagni che sbagliano" che ha sempre nei fatti cercato di giustificare "questi bravi ragazzi". Poi una certa sottovalutazione del terrorismo rosso, sempre eternamente preoccupati, da parte loro, di denunciare il solito "ritorno delle camicie nere" , depistando l'opinione pubblica sulle relative trame "eversive" e complotti di estrema destra. E poiché, la preoccupazione principale era quella di conferire un salvacondotto al "movimento comunista" nonché alla bontà del marxismo, ecco spuntare un daltonismo al proprio interno: le BR non sarebbero state "rosse", ma neri tinti di rosso. O meglio ancora "sedicenti". Sedicenti un corno!
Con quel sedicenti ecco dunque il tentativo di definirli "comuni delinquenti" e non già rei di avere, al proprio interno, un progetto politico-ideologico eversivo e violento ben preciso, atto a scardinare lo Stato. Poi ci fu una ripresa di queste anche negli anni '90 (dopo che eminenti uomini di Stato andavano in tv a vantarsi di aver sgominato per sempre le bande affiliate al terrorismo brigatista). E allora, ecco pronta la teoria delle "schegge impazzite". Le nuove BR (sia quelle che assassinarono D'Antona e Biagi, sia i 15 della retata di questi giorni) non sono schegge impazzite, ma figlie e nipoti delle vecchie, con una linea rossa di continuità coi predecessori. E si annidano , proprio come le vecchie, sia all'interno che al di fuori dalle istituzioni (perfino nelle commissioni parlamentari del lavoro - come ha testimoniato Tiziano Treu, a proposito dell'assassinio Biagi); dentro e fuori dai Sindacati. Si cibano degli stessi antagonismi politici legati alla dottrina della lotta armata, dello stesso odio di classe, dello stesso disprezzo per la sacralità e l'unicità della vita umana e dei diritti più inalienabili della persona. Quando verranno a dircelo, chiaro e tondo, i diessini? Quando toccherà a qualcuno di loro? Tra 50 e 60 anni? Come per le foibe? Come per i fatti di Ungheria?
E quando verrà scritta una rigorosa storia o storiografia, in grado di scandagliare in profondità un fenomeno che ci ha procurato centinaia di morti, ci saranno i soliti censori di par loro, che ne impediranno la pubblicazione o si metteranno a fare del facile sarcasmo? O verranno a fare le pulci metodologiche al riguardo? E come reagiranno quando lo storico (professionista o dilettante che sia) risalirà alle responsabiltà oggettive e soggettive dei cattivi maestri all'interno dell'album di famiglia della sinistra istituzionale? Finora la libellistica che circola sul tema è stata scritta dai brigatisti stessi. Quelli pentiti. E' un po' poco...
Intanto quel passato che dovrebbe transitare non passa, ma ritorna a noi ciclicamente con la minacciosa stella rossa asimmetrica a 5 punte e quel piombo duro a morire. Con i suoi martiri innocenti freddati sul selciato di un'Italia crudele, distratta, superficiale e smemorata. Tanti, troppi!

05 February 2007

FI deve opporsi ai Pacs senza SE e senza MA

Libertà di coscienza sui Pacs da parte di Forza Italia? C'è, in proposito,  un grande dibattito all'interno dei partiti di centrodestra e in particolare di FI. Un dibattito, a mio avviso piuttosto fuorviante, sulla cosiddetta libertà di coscienza. Che vuole dire? Che in aula ciascuno potrà votare come vuole. Ma allora significa che la sinistra, che ha presentato il ddl Bindi-Pollastrini (le disgrazie non vengono mai sole!),  potrebbe trovarsi con inattese alleanze trasversali nello schieramento d'opposizione. Nel ddl in oggetto,  l'estensione dei diritti di "famiglia" a una non-famiglia quale è appunto la "coppia di fatto" si estende anche alle coppie omosessuali. Ed è proprio per questo che si sono accorpate ed omologate le esigenze (sia per le coppie etero sia  per la coppie gay) alfine di  poter circoscrivere il difficoltoso art.29 della Costituzione sui Rapporti etico-sociali che così recita:
 
 "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale basata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dll'unità familiare" (79, 143-148 c.c).
 
Ora però pare che anche all'interno di FI ci siano delle discrepanze tra Antonio Martino (fautore della libertà di coscienza)  e Marcello Pera con la sua associazione Magna Carta.
"Chi non è laico? chi non è liberale? chi non è a favore delle libertà individuali?" si chiede Pera. E' vero però che, argomenti "suadenti come sirene" come quello della libertà di coscienza,  rischiano di tirare acqua al mulino delle sinistre. Ma sono spesso anche i cosiddetti "liberali" a dimenticare le ricadute che una simile legge avrebbe nel tessuto sociale, nel costume, così come nelle più ovvie conseguenze in materia di società "multiculturalmente  aperta" ai flussi migratori. La prima ricaduta è in materia di poligamia islamica. Se una coppia di fatto è tenuta a registrarsi all'anagrafe comunale e a specificare la "durata" della sua "convivenza" (cioè "quanto" intendono coabitare); se due gay che decidono di vivere sotto lo stesso tetto fanno altrettanto; se due anziani pensionati decidono di mettere insieme le due pensioni e non ritengono sposarsi, altrimenti la "lei" perderebbe la "reversibilità" del marito precedente, se...uno, due , tre, più e altri casi... poi chi avrà più il coraggioe la fermezza, data la varietà e disomogeneità della casistica,  di impedire a qualche imam di convivere sotto lo stesso tetto con più mogli e spiegargli che commette un reato ai sensi della legge italiana?  Ma ve li immaginate, spalancarsi sotto ai nostri occhi,  i possibili scenari in materia di Welfare, di previdenza, di spese mutualistiche?Inutile tergiversare: i Pacs sono "usi e costumi privati" che tendono a diventare d'imperio "diritto pubblico" calandosi in  leggi pubbliche, stravolgendole. E' questo il loro "peccato d'origine". E la sinistra, introducendoli, sferra un temibile attacco a quel che resta della nostra società, delle nostre leggi e delle nostre finanze. Poco o nulla si fa per il sostegno in materia di  famiglia istituzionale. Per quale ragione si dovrebbero erogare risorse per una "non-famiglia"? Vallo a sapere...
"Socialismo e laicismo" sono i due principali dogmi della sinistra socialista, postcomunista e veterocomunista.
"Questo disegno non è né liberale né laico, perché rifiuta proprio la tradizione dentro la quale soltanto nasce e cresce il liberalismo" ha spiegato l'ex-presidente del Senato Marcello Pera al Convegno di Napoli tenutosi venerdi 2".
La tradizione che la sinistra intende conculcare "è la tradizione dell'America a sfondo religioso, la tradizione dell'Atlantismo come civiltà, la tradizione dell'Occidente" . Non è un caso che il "laicismo" della sinistra (per lei, un'autentica religione di stato) si coniughi con l'antiamericanismo, l'antiatlantismo, l'antisraelismo e il filoislamismo", incalza ancora Pera. "La sinistra odia la nostra cultura al tal punto che è disposta a consegnarla, come la sta consegnando, all'islam". Affermazione quest'ultima, che trova piena convalida nell'imam fondamentalista Haji Ibrahim di Varese, il quale nella trasmissione su Sky, andata in onda l'1 febbraio scorso ha dichiarato:"Questo governo è meglio di quello di centrodestra". Chissà come mai...
 
E allora, vien fatto di chiedersi perché FI e perfino lo stesso Berlusconi, lasciano, su un tema tanto delicato, complesso e scivoloso, la scappatoia della "libertà di coscienza"?
Perché rinunciano a dare una chiara indicazione di voto parlamentare? Lo fanno nel timore di rendersi impopolari? Ma chi ha coraggio, affronta anche il rischio dell'impopolarità...
L'opinione di Pera (che poi coincide anche con la mia) è che se siamo per i Pacs, per l'eutanasia e per la soppressione degli embrioni, per il multiculturalismo, per il relativismo culturale ed etico, se vogliamo stipulare patti coi fondamentalisti dell'UCOII, se consideriamo dialogo, la costruzione delle moschee in casa nostra, senza richiedere alcuna reciprocità a casa loro, se siamo per una "falsa tolleranza" che di fatto è già acquiescienza, allora, in realtà non siamo né liberali né conservatori, ma "succubi" dell'ideologia della sinistra. E aggiungo io, anche dhimmi di quell'islamismo verso il quale non abbiamo più nerbo né anticorpi morali per poter combattere.
Dunque, a conclusione di tutto ciò, è bene ricordare che ogni errore e ritardo della destra, è un formidabile assist per la sinistra e per la sua durata al governo e al potere.