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31 December 2009

Buon Anno!

I miei auguri politicamente scorretti coincidono alla lettera con questi. Perciò è inutile che li ripeta. Spero solo che questo sia l'anno del risveglio dal torpore morale dei popoli d'Europa sempre più calpestati da élites predatorie e voraci che vorrebbero cancellarne la memoria, la cultura e l'identità. Che sia il risveglio delle loro coscienze  affinché si riprendano in mano il loro destino. In particolare, penso al mio Paese. Che il 2010 ci  porti quella libertà, serenità, sicurezza e prosperità cui abbiamo diritto. In altre parole, che il VERO coincida col BELLO. 
Buon Anno a tutti! Un ringraziamento speciale va a chi ha concorso ad animare e a rendere più interessante questo blog!

29 December 2009

Treni, aerei, traghetti, bus


Volevate la bicicletta? e adesso pedalate....Voglio dire, volevate le famose liberalizzazioni viste come la panacea ad ogni male? E ora avete treni liberalizzati (Trenitalia in luogo della FF.SS), compagnie aeree in libera concorrenza, traghetti di sgangherate quanto improvvisate compagnie private che sono degli autentici colabrodo, e così via. Tutte con una caratteristica comune: risparmiare il più possibile nel personale, nei costi di gestione e manutenzione, e strozzare i viaggiatori. E pazienza, se ci sono stati i pesanti rincari dei costi dei biglietti. Ma l'efficienza, la pulizia e il rispetto per i viaggiatori  lasciano sempre più a desiderare.
Il bello è  che questo non è più un fenomeno solo italiano, ma gllllobbbbale, parola che oramai riempie la bocca a chi la pronuncia quasi con orgoglio, ma che personalmente, mi fa venire il gorgoglione alla pancia. Quel che sta accadendo in questi giorni di ghiaccio, neve e maltempo rimarrà negli annali della storia dei trasporti. Chi ritorna dall'aeroporto JFK degli Usa lamenta d'essere stato trattato "come un  cane". Per non dire della cosiddetta alta velocità a Parigi  e dello scandalo di Claudia Schiffer a Londra, l'unica ad aver ottenuto un trattamento di riguardo, mentre gli altri passeggeri, intrappolati nei vagoni, sono stati trattati peggio delle pecore. Tutto il mondo non è mai stato così angustamente "paese".
Ma torniamo da noi. A cosa serve più avere quel pacioccone del ministro dei Trasporti Altero Matteoli, se poi l'amministratore di Trenitalia Mauro Moretti arriva a sostenere con arroganza che durante il viaggio i passeggeri sono  praticamente obbligati a portarsi coperte, cibi e bibite calde? Non funzionano i riscaldamenti in inverno e non funzionano i condizionatori in estate: è questa la realtà sotto gli occhi di chiunque. Inoltre i treni sono sudici e le toilette delle vere latrine, peggiori che sotto la tanto vituperata gestione dello stato.
Poi, se i treni non partono non si usa neppure più avvertire la "gentile clientela" nelle sale d'aspetto ridotte sempre più a squallidi bivacchi.
 "Vi ringraziamo per aver scelto TRENITALIA" recita la hostess nel messaggio preregistrato quando il malcapitato arriva a destinazione dopo lunga odissea. E che ciascuno racconti la sua, l'importante è poterla raccontare.
Scusate, forse mi sbaglierò , ma liberalizzazione non vuol dire che si è in regime di libera concorrenza di mercato? Mi piacerebbe sapere oltre a Trenitalia quale altra compagnia  si fa avanti, in modo da favorire la "libera scelta" dei viaggiatori. Quindi c'è poco da ringraziare se siamo obbligati a viaggiare con voi. Un consiglio spiccio: evitate di mettervi in viaggio sotto le feste. Potreste essere obbligati a portarvi un plaid.
Buon Anno! E che il 2010 sia un anno migliore. Si dice tutti gli anni, ma quando finisce il calendario e si passa dal 31 del vecchio  al 1 del nuovo, in fondo si spera sempre per il meglio.

21 December 2009

Il Natale ritrovato


Ogni anno mi dico che non devo raccogliere le provocazioni delle cattive maestre a cui è andato in pappa il cervello. Purtroppo la scuola è diventata sempre più la scuola degli idioti e anche quest'anno non mancano manifestazioni di tenebre dello spirito che parlano di festa delle luci, denominazione grigia e  neutra per non  menzionare il Natale, presso  i soliti alunni extracomunitari. E' accaduto a Cremona il 12 dicembre scorso . Leggere qui.
 - Oh guarda Cicci bello, ora ti metto in mano una candelina e fai il giro del corridoio della scuola per festeggiare la festa dei commercianti occidentali che, guarda caso, cade in dicembre e illumina  a giorno le nostre città anche di notte. I quali in fatto di luminarie in questi giorni dovrebbero ricevere il  Gran Premio Vitello d'Oro, l'unico dio che ci è permesso adorare. Altro che Sol Invictus degli antichi Romani, tirati in ballo per camuffare! Questa è, infatti, la verità: mischiando i popoli di diverse culture e religioni, si crede di poter giungere ad una coabitazione che ne scolori le peculiarità, i riti e le tradizioni, le religioni e i miti, lasciando in vista soltanto uno strano comodo grigio: quello più gradito al consumismo e ai commerci.
Ogni popolo onori i suoi riti senza contaminazioni di sorta. Gli Ebrei si tengano il loro Chanukka,  i Cristiani si tengano il loro Natale il 25 dicembre, gli Ortodossi festeggino il loro Natale il 7 gennaio. Ma soprattutto che la si smetta di fare dell'Italia un ridicolo bazar multietnico e multiconfessionale azzerando le nostre radici nella vana pretesa di compiacere tutti. Che sono cristiane, piaccia o meno. E di cui non dobbiamo vergognarcene.

Natale vuol dire Natività di NS Gesù Cristo, per chi non lo avesse ancora capito. E anche se non si è credenti si dovrebbe rispettare almeno la genesi e l'etimologia della parola.  E' una forma di cultura anche questa.  Il Natale protestante è più legato alla tradizione celtico-pagana dell'albero principio di vita, mentre nella tradizione cattolica si allestiscono i presepi artigianali, anche se oramai alberi e presepi si mettono assieme. E fin qui ci possiamo stare, visto che pur sempre di Cristiani trattasi. Gli Islamici hanno altre ricorrenza che nulla hanno a che fare con la Natività. Che ogni confessione si tenga i propri  riti , le proprie usanze e le proprie specificità e a scuola,  non inventetevi dei  sincretismi  cretini di comodo. O meglio dei sincretinismi.

Lascio il blog per qualche giorno con questo inequivocabile dipinto di Lorenzo Lotto sulla nascita dell'Agnello di Dio. E' un'immagine tenera e   innocente quella del Bambinello che accarezza l'agnellino. C'è un che di morbido e di caldo in questa scena, basata su un modo di dipingere che è intimamente legato all'estasi della trascendenza.  Nello sfondo della mangiatoia, una sagoma di bue e d'asinello con la luce radente che penetra da una piccola finestra. Buon Natale a tutti !

19 December 2009

Occhio al bidone natalizio del 22 dicembre


Hanno deciso di farci arrabbiare fino all'ultimo respiro. Ovvero di confezionarci il pacco-regalo avvelenato con la legge sulla cittadinanza breve per gli immigrati da varare come un colpo di stato soft quando gli Italiani sono in tutt'altre faccende indaffarati. Cioè, organizzare le loro festività natalizie. Come sanno i lettori di questo blog, io sono nettamente contraria a questo provvedimento che crea un totale stravolgimento identitario dagli effetti irreversibili, della nostra società. Ne ho già  ampiamente e ripetutamente scritto e riscritto, e ho pure riproposto il tema sul recente post  Cittadini in 5 anni vuol dire suicidio d'Italia.
Ora pare che si siano mosse le truppe cammellate di Fini e i suoi finioti che di concerto al Pd, all'Udc e all'Udv vogliono creare ostruzionismo mediante una pioggia di emendamenti nel testo Bertolini che lasciava sostanzialmente invariata la materia legislativa precedente della cittadinanza in 10 anni, testo intorno al quale c'è anche l'assenso della Lega.

Certamente per quel giorno 22 (scelto non a caso) voleranno stracci, padelle, creste di gallo, piume e bargigli alla Camera dei deputati. Ma a noi Italiani importa solo che non si giochi a compromessi al ribasso, poiché ci sono valori non negoziabili. Fini cerca già di giocare al "chiedere ancora di più per ottenere abbastanza". Guardate cosa arriva a sostenere qui a proposito di scorciatoie pro immigrati.  E recita pure la parte del futuro papa Wojtyla: "non abbiate paura!".
Spero anch'io come augurio per l'anno nuovo (come già l'amica Mary di Orpheus) che lui e la sua sarabanda di farefuturisti possano uscire dal PdL, perché sarebbe una vera iattura continuare in questo modo. In ogni caso, non smobiliteremo e se confezioneranno bidoni natalizi, sappiano che saremo pronti a tempestare la Camera delle nostre email. Per gli auguri agli amici c'è ancora tempo.

16 December 2009

No, al bavaglio sulla rete. Sì a perseguire la violenza individualmente


Maroni, ultimamente non è nelle mie corde e non mi è piaciuto per  come è intervenuto sull'ordine pubblico a Milano nelle due violente giornate del 12 (piazza Fontana) e del 13 dicembre (attacco a Berlusconi a piazza Duomo). L'ho criticato per l'atteggiamento di democristiana memoria che una volta garantitasi la cadrega ostenta con tranquillità il suo  tutto-va-bene-madama-la-marchesa. Lo critico ora con il suo probabile decreto anti-Facebook e di bavaglio della rete. Intendiamoci, con ciò non voglio affatto prendere le difese di quegli istigatori a delinquere che aprono siti sanguinosi per inneggiare alla morte del Premier o  per ogni altro politico. E nemmeno per la violenza diffusa nel web. Non è un caso che molti blogger (inclusa la sottoscritta) siano costretti a difendersi da troll, fake, flame war velenosi, arroganti, facinorosi e dall'insulto facile, mediante la moderazione. Ma su questo delicato tema, la penso come Benedetto Della Vedova (Pdl, area Riformatori liberali) di cui riporto l' autorevole opinione:
"Non permettiamo che le follie di qualcuno danneggino la libertà di tutti. Nel nostro ordinamento esiste il reato di istigazione alla violenza. Sarebbe bene evitare di praticare la lotta all'istigazione alla violenza con provvedimenti straordinari che inevitabilmente rischierebbero di sconfinare nella censura. Dobbiamo colpire chi si rende colpevole di un uso criminale della Rete, ma non pregiudicarne un uso libero e responsabile».
Ogni persona che ha una community on line  o un social network come Facebook, Twitter ecc.  è costretta a fare login e a registrarsi con nome e cognome. Se la si vuole perseguire penalmente, per la polizia postale è un gioco da ragazzi, risalire alle generalità e alla sua identità. Idem con altri siti anonimi dove tuttavia è facilissimi risalire all'IP. Ma provvedimenti generici e di "tutela preventiva" della rete, sarebbero liberticidi a 360 gradi. Senza contare che poi, in caso di allargamento al  mondo intero,  si sarà costretti a delegare il controllo web ad agenzie straniere che fungeranno da STASI sovrannazionali e globali, in quello che viene già definito Nuovo Ordine Mondiale (NWO). Maroni ci ripensi. Non vorrei che ciò che non è riuscito a fare la sinistra, a causa della brevità del suo governo (Prodi con il decreto Levi), lo facesse la destra. Sì, a sanzioni individuali anche pesanti; no a quelle collettive. Disseminare il percorso di trappole e di tagliole repressive a "doppio taglio" in cui può incappare chiunque (anche la stessa Lega)  non conviene a nessuna forza politica. Di sinistra come di destra.
Aggiornamento: Interviene Maroni alla videochat del corriere.it: "Contro i reati sul web daremo più strumenti ai magistrati". Tramonta l'ipotesi decreto, a favore dell'opzione di un ddl. Intervista di Servergnini a Maroni qui.

14 December 2009

Le ripetute falle nella sicurezza del Premier


E' già la terza volta che il servizio di sicurezza di Silvio Berlusconi fa cilecca e intendo riepilogare con ordine.
Nel corso della sua passeggiata a piazza Navona, un turista mantovano scagliò al Cav un trippiedi  di cui  ci siamo già dimenticati. Avrebbe potuto essere colpito a una tempia e morire, poiché l'oggetto era voluminoso e contundente: è andata bene. Scherno e cattiveria anche in quell'occasione , così come oggi, dalla stregaccia Bindi che di rosa non ha proprio nulla, nonostante il nome. Ma chi doveva impedire che ciò avvenisse, non ha vigilato. Ed è questo il punto.
Poi ci furono le spiate degli ospiti a Villa Certosa nell'estate scorsa, e anche lì Berlusconi non seppe chi ringraziare se la sua privacy e quella dei suoi ospiti è stata pesantemente violata. L'impressione che si ha è che  la sicurezza intorno al Premier, in questa come in altre occasioni, stia fallendo. E che le dichiarazioni di Maroni, ministro degli Interni,  sul "tutto va bene madama la Marchesa" siano solo una stracca  e vuota proforma di prammatica. Sono spiacente, ma se una scorta non centra l'obbiettivo di proteggere un capo del governo, vuol dire che ha fallito.  Gli agenti addetti alla sicurezza, devono innanzitutto guardare agli occhi degli attentatori, perché in caso di arma da fuoco, è il primo piano sullo sguardo a rivelare le intenzioni malefiche dell'attentatore. Come si vede fare al cinema sui particolari dei primi piani (PPP).  Da cosa capiamo se un presunto amico del protagonista lo sta per tradire e magari per colpire? Dallo sguardo "rivelatore" che tradisce sempre tensione emozionale preliminare.

Nel caso specifico di Tartaglia poi, c'è stato nel filmato, il ripetuto  suo gesto di allungare il braccio e di ritirarlo per almeno un paio di volte. In mano, si vedeva benissimo l'oggetto racchiuso: la fatidica statuetta di marmo spunzuto del Duomo che doveva essere scagliata. Dov'era la scorta? Perché non ha prevenuto il lancio? E che cosa guardava in quel momento? Dormiva. O se non dormiva non c'era proprio.  E' questa la  semplice verità. Perchè non volerla ammettere?
N.B: Sullo stesso argomento, leggere La Pulce di Voltaire e Ripensare Marx
Tartaglia pazzo "isolato"? No, solo il pazzo giusto al posto giusto e al momento giusto, come è avvenuto varie altre volte nella storia dei presidenti che si sono avvicendati.  Leggere qui

13 December 2009

Criminali!


Ora diranno che si tratta del solito pazzo in libera uscita. Aspettatevi che la magistratura lo metta agli arresti domiciliari in qualche posto al mare. Sappiamo già che in questo paese chi delinque gode di sconti e franchigie.   I fatti sono noti.
Allo scioglimento del suo comizio Berlusconi è stato aggredito da un uomo di 42 anni a nome Massimo Tartaglia che gli ha scagliato contro una statua di ferro o di simil materiale contundente che rappresentava un Duomo di Milano. La cronaca nel dettaglio l'ha fatta Mary del blog Orpheus che era presente al raduno di Milano in piazza Duomo. Questa è la sinistra oggi: la piazza è mia e me la gestisco io. Possibilmente con violenza e tafferugli.  Questo vale anche per la commemorazione delle strage di Piazza Fontana ieri 12 dicembre a Milano, organizzata dalle vittime. Due volte vittime, anche delle squadracce rosse che hanno impedito loro che la cerimonia si svolgesse. Chiunque non sia dei miei - così sragiona la sinistra -  può anche avere il consenso delle masse, può avere la maggioranza uscita  delle urne elettorali , ma non  conta. E va eliminato. O contuso, o ferito. O ridotto a maschera di sangue come l' ecce homo, col plauso di Di Pietro, Ferrero, Bindi e  altra pessima compagnia. Poi ci saranno gli ipocriti della solidarietà pelosa con dieci SE e venti MA. La volante rossa ha colpito ancora. E vi prego di chiamarli col loro nome, senza altri daltonismi cromatici.   Non ho altro da aggiungere.

12 December 2009

Cittadini in 5 anni vuol dire suicidio d'Italia


Ci riprovano con un colpaccio di mano sulla cittadinanza breve e il voto agli immigrati. E come è uso nelle dittature oscurantiste, cercheranno di farlo quando la gente è prossima al giorno di  Natale e deve organizzare pranzi, cene coi familiari e rituali come semplice scambio di doni. Cioè nei gg 21,22, 23. Cosa c'è sotto l'albero di Natale? Un pacco-bidone. Cioè la svendita del nostro Bel Paese.
 La Lega e il PdL hanno chiesto una moratoria, per trovare un testo condiviso (mi si dovrebbe spiegare però, cosa c'è da condividere). Mentre il solito Fini di concerto con la sinistra, vorrebbero accelerare secondo i dettami di quello specchiato esempio di democrazia che è il Trattato di Lisbona.

Riepilogo perciò almeno  8 buone ragioni per non suicidarci con la cittadinanza abbreviata e lo ius soli, che già pubblicai il 28 settembre scorso , nella speranza che chi ci amministra sappia come la pensa la maggioranza degli Italiani :


  • Non è vero che gli immigrati fanno crescere il PIL, è dimostrato perfino nei paesi scandinavi, dove i pensionati autoctoni si sono visti decurtare il welfare per favorire l'assistenzialismo alle new entries.


  •  Non è vero che i tentativi di integrazione siano destinati al successo. L'integrazione per poter essere tale dev'essere altamente selettiva sia sul piano quantitativo che qualitativo.


  • Le società multietniche, multiculturali e multiconfessionali sono delle "società liquide" (melting pot)  destinate allo sfilacciamento del tessuto connettivo interno e a ospitare clan ed enclaves separate. Non di rado diventano delle autentiche bombe a orologeria (vedi la ex Jugoslavia o il Libano).


  • Cresce l'insicurezza, la sporcizia, le sacche di malavita e di degrado nelle nostre città e nei nostri borghi, un tempo apprezzati in tutto il mondo per essere i luoghi dell'Anima, della  Bellezza, dell'Arte e  della Cultura.


  • Aumentano stupri, rapine, furti, aggressioni, crimini e altri misfatti ad opera di stranieri che campano sempre più di espedienti.



  • E' illusorio pensare di rimpolpare il proprio elettorato con questi numeri di "nuovi elettori". Ogni etnia cercherà quanto prima di costituire partiti a carattere etnico-confessionale immettendo propri candidati e non voterà più nemmeno per quella sinistra (o per quella pseudodestra finiana)  che ora rincorre disperatamente quei voti e quel consenso, perdendo quello degli Italiani


  • Peggiorerà il welfare, la qualità dei servizi sempre più sovraffollati, e nasceranno guerre tra poveri per l'accaparramento dei pochi posti di lavoro che già ci sono.

  • L'Italia che perde lo ius sanguinis sarà un'Italia senza più linfa identitaria, destinata a far sentire alieni e insicuri i suoi cittadini autoctoni, mentre viceversa i "nuovi italiani" si allargheranno facendola da padroni (effetto Olanda e GB).
  Italiani in 5 anni? Assolutamente No, grazie! L'Italia rischia di diventare il moscerino schiacciato dagli elefanti africani e asiatici, e di cadere in mano alle lobby multinazionali, alle Banche centrali Ue e ai predoni della finanza apolide che pensano solo a realizzare profitti a detrimento della nostra sicurezza e identità.

09 December 2009

Cohn Bendit dichiara che gli svizzeri devono rivotare


Il trattato di Lisbona non è ancora definitivamente "a regime" (e mai parola fu più appropriata ) che  già uno dei suoi strenui difensori, Daniel Cohn-Bendit  ne ha pensato una bella: gli Svizzeri dovrebbero indire un nuovo referendum e ripensarci. C'est une idée de con, per giocare col suo cognome. Cioè una coglioneria. Qui in questa intervista, tratta da LE MONDE ce ne sono da vendere al peso:

"La questione dei minareti è una trappola. Una trappola perfetta. Qualsiasi cosa dicano, i sostenitori dell'iniziativa di vietare la costruzione di nuovi minareti, hanno attaccato un simbolo dell'Islam e dei musulmani. Ma questa confusione non solo è insopportabile, ma inaccettabile, la democrazia diretta non deve essere un pretesto per attaccare una comunità e ferirla.   Il limite democratico ai miei occhi  è stato superato. Io sono per una democrazia diretta "inquadrata" in una Costituzione che non consente di votare su qualsiasi cosa. Una votazione come quella  dei minareti, che prende di mira una comunità particolare, resterà una macchia nera sulla reputazione della Confederazione. Per cancellare la  quale,  gli svizzeri hanno una sola soluzione: mobilitarsi e far  votare di nuovo".

Ma il popolo svizzero ha parlato ...
Daniel Cohn-Bendit: E allora? Gli svizzeri hanno votato come avrebbero fatto probabilmente una buona parte degli europei, con l'angoscia nei confronti dell'Islam inchiodata al corpo, guidati dalle immagini degli attentati suicidi in Pakistan e in Afghanistan. C'era anche, in Svizzera, il caso del figlio di Gheddafi. Questa è la sfida dell'Islam, la cui realtà è ormai sfigurata da piccoli gruppi di estremisti ultra-violenti. Ma nulla di ciò può essere scusato perché, mi perdoni, la Svizzera nella storia ci ha abituati a questo tipo di atteggiamento. 
Penso evidentemente, alla II Guerra mondiale. Gli svizzeri dunque non ebbero alcun problema a  sacrificare quelli che si affollavano ai suoi confini e richiedevano asilo. Il problema elvetico è l'egoismo dei ricchi che si trova anche nel nord Italia. Abbiamo visto quanto tempo ci è voluto per i vostri concittadini prima che il vostro paese diventasse membro delle Nazioni Unite! Questo egoismo si riflette nel voto di domenica: si vuole che  molti musulmani vivano e lavorino in Svizzera. Ma a patto che  tacciano e che un giorno se ne vadano.
Quale risposta adottare allora?
Daniel Cohn-Bendit: La più formidabile delle risposte - ma io sogno - sarebbe che  i più ricchi paesi musulmani ritirassero i loro soldi dalle banche svizzere.  Svuotare le casse  della Confederazione: ecco cosa ci vorrebbe ! Che l'Arabia saudita o gli Emirati  arabi uniti disertassero i vostri luoghi finanziari. Ecco come funzionerebbe. Sì è ben visto con le pressioni esercitate dal fisco americano nell'affare UBS. Se  questo voto avesse delle conseguenze economiche allora gli Svizzeri capirebbero.
E la classe politica svizzera? E il governo?

Daniel Cohn-Bendit: La priorità dell'élite politica svizzera ostile a  questo  voto deve essere di rimobilitare la popolazione in vista di un nuovo referendum. Sarà dura e allora? Capitolare davanti a questa angoscia  popolare sarebbe una sconfitta per tutta la democrazia. E' venuto il momento in Svizzera di un grande dibattito sull'immigrazione. La Svizzera non deve lasciarsi vincolare da una decisione popolare fino alla fine dei giorni.

Come dovrebbe rispondere l'Ue? Cosa ne pensa dell'intenzione dei  Verdi svizzeri   di portare il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo?
Daniel Cohn-Bendit: Il divieto di minareti, indegno ai  miei occhi, non può essere ignorato da parte dell'Unione. Bisognerà porre la questione. Non possiamo continuare le relazioni bilaterali, come se nulla fosse accaduto. Il Parlamento europeo dotato di  nuove competenze da parte Trattato di Lisbona, dovrebbe del resto interpellare ben presto su questo tema  il nuovo Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri, durante la sua discussione prevista per mercoledì con i deputati. Se Catherine Ashton difende, come deve, la libertà di religione in Europa, deve prendere una posizione contro il divieto di minareti in Svizzera.
Articolo pubblicato Mercoledì, 2 dicembre
Intervista a cura di Richard Werly




06 December 2009

L'urlo viola e le rivoluzioni colorate

Il gioco ormai è chiaro. Qualche zio George (ovvero il solito  mon oncle d'Amérique) ci ha messo lo zampino. Avevano fatto la rivoluzione delle rose, quella degli arancioni, quella di altri colori baltici (tutte coi dollaroni di  quei filantropi di Freedom House), ora che quel Berlusconi, un tempo aiutato da loro quando ancora avevamo i rottami della "gioiosa macchina da guerra" comunista, non serve più,  va  tassativamente rovesciato con la rivoluzione "viola". O almeno ci si prova. E' il nuovo marketing con tanto di logo delle rivoluzioni che vengono dall'atlantico. Gli allupati della finanza hanno fretta.
Chi promuove e agita la  piazza innanzitutto? Antonio Di Pietro, un fascistone  che parla  dell'attuale  governo da lui detto  "fascista" esattamente come il ladro quando grida al ladro. Il quale proviene proprio dal  MSI  fiamma tricolore, partito detto neofascista. E' penosa questa gente riscoprire l'antifascismo cent'anni  dopo e sbianchettare con zelo il suo passato. Un vizio, che evidentemente,  non è solo di Fini. Così il fascista urla al "fascismo altrui", il comunista urla al "comunismo altrui" e vissero tutti felici e contenti in candeggina. E' accaduto anche a  D'Alema durante la recente visita in Russia di Berlusconi, di berciare al "comunismo".
Tornando all'agorà, tutto è stato predisposto: la piazza virtuale, le ambasciate italiane in tempo reale per i quattro italioti sfigati a Parigi, Berlino-Porta di Brandeburgo e qualche piazza statunitense, gli avatar in viola, gli slogan, il nuovo Dittatore malefico da abbattere.
Ma davvero credevate che in America ci si prendesse la briga di offrire un tetto a quelli che vivono in roulotte o in tenda per colpa dei subprimes, che ci fosse assistenza sanitaria per tutti, fregandosone delle lobby delle assicurazione e dei farmaci?
No, il problema  più importante per l'Impero è cercare di destabilizzare  sempre nuovi paesi. C'è ancora tanto da spolpare in giro per il mondo. L'Italia non avrà materie prime né risorse petrolifere ma ci sono ancora tante cosette da comprare (leggi: depredare).
Chi vuole farsi una cultura sulla funzione delle "rivoluzioni colorate" legga qui.
Chi invece volesse rinfrescarsi la memoria sui buoni propositi dello zio George e la Penisola del teSoros legga qui.
Intanto in quel di Roma a  S. Giovanni si fanno i soliti inganni sulla guerra delle cifre dei partecipanti. Quest'anno l'urlo  e il furore della  piazza sono viola, il colore dei lividi, con annessi, giroTonti e  grulli-grillini.
Dato però che il viola è anche il colore della iettatura, il caso ha voluto che la cattura di due boss mafiosi (due pezzi da 90 ) venisse effettuato proprio in concomitanza del mancato "evento" mediatico globale, passato subito in secondo piano. Uno dei due mafiosi scortato dalla polizia, Gianni Nicchi, indossava... indovinate che cosa?  Una maglia viola.

03 December 2009

Caro Cav, o si risponde al fuoco o si viene eliminati

Con tutti i suoi difetti, ma  anche con evidenti pregi qualcosa di Berlusconi rimarrà nella storia di questo sgangherato paese. Non così per il suo fu tirapiedi da lui sdoganato, e oggi tirapiedi al servizio dei liquidatori della patria, Gianfranco Fini, ormai passato ai disonori come Gianfuffa (copyright Ezio Greggio - Striscia la Notizia). La fuffa come è noto sono i cascami, gli scarti del tessuto, parola molto usata nel milanese.
La stanno  cucinando a puntino già dal settembre scorso, caro Cav, mese in occasione del quale  feci un posting dal titolo I tori inferociti dell'autunno caldo anti Cav. Ma lei, Presidente, non avrà certo il tempo per leggere i nostri blog. Da allora le cose sono sempre peggiorate. E francamente non le viene il sospetto che l'Alleato americano al quale  si prosterna sempre umilmente non sia poi così alleato e che tiri le fila di questo sconquasso? E badi, non lo scrivo io ma un altro "paranoico" come Fausto Carioti, uno che titola in inglese il suo blog con Conservative Mind e che mette un paio di scarpe da ginnastica con le stelle e strisce. Però per chi è intelligente, lei saprà che gli Usa di questi ultimi tempi non sono più né strisce né stelle, ma fonte di guai.
Ma vengo ai fatti di casa nostra. E ai piatti avvelenati che le stanno cucinando da mesi. Troppi, per la verità, per pensare solo ad una serie di casi fortuiti. E questo intreccio di pubbliche/private calamità (comprese le esternazioni di sua moglie su giornali concorrenti a cui è seguito il divorzio più esoso del secolo) non possono essere così "puramente casuali", come si dice nei titoli di coda dei film. Per chi vuole il riepilogo delle puntate precedenti lo rimando al post dei tori inferociti.
Per tornare agli ultimi guai c'è l'affare CIR-Debenedetti, il caso Mills, il caso del pentito Spatuzza e l'accusa di mafia nei suoi confronti. Ma la peggiore di tutte le iatture è aver fatto la fusion con Gianfranco Fini e i suoi scherani, nel partito unico del PdL proprio con chi si porta appresso il complesso di Bruto-Jago, due personaggi atti a distruggere rispettivamente il padre imperatore, e il ricco padrone, senza nulla costruire. Due personaggi infidi, dediti alla malvagità, alla calunnia, alla congiura e alla perfidia che ispirarono le tragedie delle storia e dell'arte.
Diciamo la verità: Fini parla fuori onda e va su tutti i TG, Internet, you tube. Commette,  come dice lei, "un errore da principiante". Ma siamo sicuri che sia così principiante e che invece non l'abbia fatto apposta a farsi intercettare per farle saltare i nervi? Ed è sempre lui che ai suoi poi dice a chiare lettere ai suoi "Berlusconi è morto. Mor-to. Lo capite? A maggio non sarà questo l'assetto politico.".

Prenda atto di ciò Cavaliere, altro che dire che è tutta un'invenzione giornalistica e cercare di minimizzare i danni a suo carico.
Se Fini parla così, sa di cosa parla. Ma  ancor più, sa bene cosa vogliono i suoi patrocinatori. E sappiamo da chi lo ha premiato chi sono i suoi sponsor: quegli stessi che finanziano la sua fondazione Fare Futuro (per carità, che abbiano il coraggio di chiamarla come il padrone zio Sam vuole: lobby). Sì, quelle stesse che strangolano perfino i presidenti americani quando non li ammazzano (e alla faccia della democrazia) ,  e che hanno dato precisi ordini di scuderia: eliminate il Cavaliere prima delle idi di maggio! Possibilmente anche prima.
C'è poi la variante delle elezioni regionali di marzo. E se lei caro Cav, non indice un congresso prima, mettendo fuori gioco la componente finiota, rischia di perdere consensi alle elezioni. Nessun italiano voterebbe mai per un partito posto sotto ricatto e sotto sequestro da  un subacqueo senza qualità. Non un Majorca (inteso come subacqueo), ma un Minorca, e non nel senso dell'isola.  Tutti sanno che finché lei non lo espelle formalmente  dal PdL, il voto che danno a lei, diventerà  automaticamente  anche del suo Jago-Bruto. E allora gli Italiani si asterranno o lo daranno alla Lega.  Perciò ricordi una lezione importante: in politica o si colpisce o si viene colpiti. O si risponde al fuoco (specie se "fuoco amico") o si viene eliminati. Ma non possono esserci prigionieri né anatre azzoppate.

01 December 2009

I turisti delle democrazie Ue bocciano il referendum svizzero sui minareti


Che l'Europa si prepari ad allargare il suo totalitarismo fino  a diventare la Grande Stasi all'insegna del Big Brother orwelliano, lo si vede anche dalle reazioni isteriche di queste ore dopo il risultato del referendum svizzero sui minareti. E' iniziata la grande campagna di accerchiamento come già avvenne per l'Irlanda quando bocciò il Trattato Europeo. Popolo,  vuoi votare? Bene, allora se vuoi che il referendum sia legittimato, vota come voglio io, sembra essere il diktat riconosciuto.

L'unico modo per preservare un pizzico di lucidità e sanità mentale in queste ore di isterici talk show, approfondimenti (sic!), dichiarazioni a mezzo stampa ecc è quello di spegnere l'interruttore e staccare la spina per non unirsi ai corifei di sicofanti. Vediamo oltre alle dichiarazioni delle cancellerie della Ue, dei vari Kouchner "sans frontières", de Fini e finioti farefuturisti, fautori della "non identità" liquida, molteplice ed espansa, del Vaticano, dei vescovi, delle comunità islamiche, di quelle ebraiche, dell'ONU e di tutto il caravanserraglio mondialista, chi sono quelli che hanno interessi reali a guardare con sgomento il risultato elvetico del NO ai minareti. Innanzitutto anche le stesse banche svizzere che trafficano non poco coi petrodollari sauditi, del Kuwait, degli Emirati ecc. Ma soprattutto si vuole inficiare de facto il diritto all'autodeterminazione dei popoli attraverso i suoi tradizionali strumenti consultivi (elezioni e referendum) previsti dalla democrazia.
Il popolo elvetico  ha certamente votato a maggioranza ancora più schiacciante di quella ottenuta. Ma si sa, in democrazia un "aiutino" ai SI e ai brogli è sempre possibile (le famose schede nulle, le astensioni, le interpretazioni "arbitrarie" del voto ecc.).
Ciò nonostante, ha trionfato il NO ad un simbolo architettonico invasivo a noi alieno, che stride non solo con le nostre architteture, ma che è  soprattutto espressione di una confessione totalitaria, integralista e incapace di scindere il politico dal religioso. Per le cancellerie europee che altro non sono che l'espressione di cordate di banche centrali e dei circoli finanziari, è un grave affronto al dogma del "pecunia non olet".
Per questo l'unica democrazia riconosciuta è per loro,  quella ridotta a mera mercanzia da esportare a suon di gragnuole di bombe; mentre quella autentica, pacifica e  basata sugli strumenti della consultazione interna a un paese sovrano, si cerca di vanificarla e arginarla  fino a renderla una burletta.

Perciò io dico, grazie o Helvetia, degna patria di Guglielmo Tell e oggi apripista di nuove speranza. E avanti così.

30 November 2009

A Natale compra Italiano

Occupiamoci di acquisti e non di shopping. Non è solo una premessa terminologica protezionista, la mia. Cresce sempre più la voglia di autentico made in Italy. E lo si vede dalla cura con cui i compratori girano e rigirano la merce tra le mani,  in cerca della fatidica etichetta che indichi la provenienza. Meglio comprare meno, ma comprare italiano e di buona qualità.
Cominciamo con i viveri.
Frutta e verdura (guardare la provenienza sull'etichetta). Dolci e dolciumi rigorosamente  nostrani dato dato c'è solo l'imbarazzo della scelta. Per il pesce, controllate che il pescato provenga dal Mediterraneo. Olio extravergine: che sia spremuto con olive italiane. Idem per vini di nostra produzione, formaggi e carni.  Per queste ultime, meglio ricorrere al macellaio di fiducia che ai soliti supermercati dove la distribuzione delle carni proviene da altri paesi europei.
Nell'ambito degli accessori rinunciate alle borsette e alle scarpe fatte altrove, anche se vi sembrano carine. Non durano. Meglio spendere di più, ma avere un buon paio di scarpe italiane.
Per il vestiario è un po' più complessa, la faccenda.  Spesso anche le stesse griffe delocalizzano in Cina e firmano come se articolo fosse fatto in Italia. E allora meglio vestirsi con buoni capi italiani, ma non griffati. Camice, cravatte, maglioni, pantaloni e gonne fatte in Italia, ce ne sono ancora di egregia qualità senza bisogno di voler strafare con capi firmati e poco sicuri. Se comprate articoli domestici, vettovaglie o arredamento per la casa rinunciate all'esterofilia che ci ha afflitti per secoli: ne guadagnerete in bellezza, grazia e funzionalità.
Leggiamo la testimonianza di un imprenditore tessile di Busto Arsizio (VA)  a nome Roberto Belloli che si fa portavoce di una controtendenza: quella di valorizzare chi sceglie di rimanere nel nostro paese e non delocalizzare altrove, nell'articolo di Marcello Foa apparso su Il Giornale del 21 novembre:

"Oggi bisogna distinguere chi produce davvero in Italia e chi invece, pur avendo un marchio italiano, confeziona tutto o quasi all'estero. Noi chiediamo che solo i primi possano esibire il marchio Made in Italy, ma le grandi griffes della moda, che hanno dislocato le fabbriche in Cina o in Vietnam, non ci sentono e infatti stanno ostacolando la legge con una lobbing pressante sia sul mondo politico che sulle associazioni degli industriali. Gli interessi ormai sono divergenti. Mi chiedo: Confindustria difende noi o loro?"
E ancora: "Stiamo uccidendo la nostra ricchezza in nome di una globalizzazione che non ci ha portato alcun vantaggio e che sta favorendo solo l'Estremo Oriente», spiega. Cita l'esempio del marchio Burberry. «Ognuno di noi pensa che sia inglese. E invece è di proprietà cinese e naturalmente produce tutto in Cina». E così descrive un paradosso che riguarda tutto il mondo della moda, anche quella italiana. Nei negozi vengono messi in vendita capi, ad esempio jeans di lusso, a 120 euro. «Il costo reale di produzione è otto», precisa. E se fosse stato fabbricato in Italia?, gli chiedo. «Circa 12 euro e peraltro di qualità superiore». La differenza non è abissale, eppure la delocalizzazione continua...

«Per anni ci hanno detto che la globalizzazione portava benefici ai consumatori, ma io vedo solo svantaggi: i prezzi al dettaglio continuano a essere alti, mentre molte aziende italiane sono state costrette a chiudere, in nome di un processo che arricchisce solo le grandi multinazionali, che aumentano all'estremo i margini strozzando i fornitori, e i top manager che incassano bonus sempre più ricchi. Ci stanno spolpando: la qualità dei prodotti non migliora, anzi spesso peggiora, la vita resta cara, ma intanto perdiamo posti di lavoro. Andando avanti di questo passo cosa rimarrà del nostro Paese?».

Credo che se proprio dovremo alleggerirci un po' delle nostre agognate tredicesime, allora è meglio lasciare i quattrini...in famiglia. Cioè in Italia.

27 November 2009

Per Fare Futuro il più grave dei delitti è SCRIVERE


La teoria dell'anonimato etnico-geografico proposta da Filippo Rossi della fondazione finiota Fare  Futuro è un' aberrazione e sappiamo bene che si può errare ma che non si deve aberrare. Pensare di mettere la mordacchia alla stampa per ottenere la cancellazione della provenienza geografica di chi uccide, stupra, ruba, rapina, ferisce è un'altra idea che non avrà alcun Futuro né immediato né lontano. I lettori sono intelligenti e acuti e snobbano i quotidiani "velinari". Pensare di fare pressione sull' Ordine dei Giornalisti, è un'altra pia illusione. Quand'anche la ottenessero, ci sono ormai molti scriventi sui giornali che (forse per loro  fortuna) non sono iscritti a tale ente.   Ci aveva già provato Laura Boldrini dell'ONU ad approntare il suo buonistico Zibaldone per la stampa. Ma dato che è rimasto lettera morta, ora ci prova  Filippo Rossi.  Qual è dunque il peggiore dei delitti, caro sig. Rossi, uccidere, stuprare, penetrare a casa d'altri a spaventare dei tranquilli cittadini coi passamontagna e le armi puntate, rapinare i negozi, spacciare droga o SCRIVERE? E perché mai sarebbe irrilevante specificare la provenienza degli assassini, secondo questa raffinata testa "pensante"? 

Noi Italiani non abbiamo mai avuto un simile privilegio quando eravamo popolo di emigranti (e non "migranti" come si predica oggi). E ancor oggi dobbiamo sopportare lo scherno e i pregiudizi di altri paesi sempre pronti ai luoghi comuni nei nostri confronti. Eppure non ci sognamo di mettere dei microchip nei cervelli altrui per farci amare. E nemmeno, a varare delle leggi contro l'antiitalianismo. E neanche, di pretendere che si ometta di scrivere che il tal cittadino proveniente dalla tal provincia italiana ha  perpetrato il tale reato, cosa che del resto in Germania, durante la recente sparatoria e regolamento dei conti a sfondo mafioso si è fatto.
La cancellazione della provenienza etnico-geografica è un altro mattone del nuovo  Muro Europeo che si vuole costruire. Altro che fratellanza tra i popoli d'Europa! Another brick in the wall, come cantavano i Pink Floyd. Una società liquida, senza memorie né identità con esseri uomini ridotti allo stato amebico: è questo che vuole il signor Filippo Rossi e il suo Mentore?
Sempre Fare Futuro sfoggia un'altra chicca: il dissolvimento dell'identità nazionale che chiama col termine televisivo di  "identità generalista" , a favore di una nuova reinventata "identità espansa, dinamica, molteplice". Leggere l'articolo di Franco Belolli qui. La morale è chiara : si vogliono reinventare una pseudodestra globalista, internazionalista, immigrazionista  "antiindentitaria" e far fuori quella legittimamente eletta dai cittadini.

23 November 2009

Lo scempio di Rovato nel bresciano


Fa male vedere in tv il padre di quella povera ragazza di Rovato  in provincia di Brescia  (zona di produzione del  Franciacorta) rilasciare dichiarazioni amare e sconfortanti, voltato di spalle per non offrire il suo volto sofferente alle telecamere,  sulla notte degli orrori vissuta da sua figlia. Fa male sentire i cittadini di una tranquilla e laboriosa provincia, la Leonessa d'Italia, che non sanno più che pesci  pigliare, dopo che quella coppia di fidanzati ha passato la peggior notte da incubo della sua vita: il ragazzo accoltellato alla pancia, e la ragazza, gravemente ferita, investita con l'auto, sequestrata e violentata fino all'alba da un magrebino balordo e cocainomane. Ben Karim Cherkaoui, questo è il suo nome, accusato dell'aggressio­ne dell'altra notte, era libero malgrado una denuncia per possesso di droga del 2007 e precedenti per spaccio.
Sì, questa è la sua provenienza geografica, caro sig. Fini  e per il momento, non basta posare il piede sul suolo italiano, per esserlo.
 Fa anche male constatare che le forze dell'ordine sempre irrilevanti e invisibili, quando c'è da prevenire episodi come questi , siano pronte a salvare dal linciaggio il criminale di turno, quando sanno perfettamente che non otterrà nessuna punizione esemplare da una magistratura imbelle e specializzata solo nei processi "griffati" dei VIP. Già: nessuno tocchi Caino e crepino gli Abele. Ma fino a quando potranno resistere a questo scempio gli Italiani? Sono scene già viste e riviste.
Ammettiamolo  francamente, qui è EMERGENZA e casi come questi se ne contano ormai una media di una decina al mese.  I nostri  politici (sinistra e destra) si riempiono la bocca di parole retoriche  vuote come "integrazione", "valori fondanti", "accettazione di usi e costumi del nostro paese", "diversità è bello" e via di seguito.
Nessun politico (di sinistra come di destra) ha il coraggio di dire che di occupazione non ce n'è neanche per noi e che è inutile fomentare le illusioni dell'integrazione attraverso il "lavoro" e l'immigrazione quale "volano" per far crescere il solito dannato PIL. E detto in tutta sincerità, forse che lavorare rende gli uomini tutti così buoni, mansueti docili come pecorelle? Se così fosse, saremmo al Rousseau universale.  Non è forse vero che ci sono stati serial killer o criminali violenti che svolgevano professioni rispettabili? Perciò il tempo delle illusioni circa  la bellezza della società multietnica, della cosiddetta integrazione attraverso il cosiddetto lavoro,  è abbondantemente scaduto.
 Ad esacerbare gli animi c'è pure un Presidente della Camera specializzato in "stronzate" xenofile quotidiane, in sfregio e in disprezzo di quegli Italiani che hanno subito aggressioni, furti, rapine, ammazzamenti, stupri e violenze d'ogni genere per mano di stranieri, ai quali la nostra magistratura riserva sempre trasferte ai domiciliari, franchige e forti sconti di pena, in omaggio a quel  nuovo ordine mondiale che prevede la "fratellanza universale" fra i popoli.
L'orrendo misfatto di Rovato non sarà l'ultimo della serie, purtroppo. E' già stato versato molto sangue italiano, quasi che  fossimo animali da macello. Le donne italiane in primis, sono state il bottino preferenziale di questi assassini vagabondi e balordi.
Ma che i nostri politici stiano attenti alle inutili ciance e alle futili  risse di Palazzo tra la destra che litiga con i suoi di destra, e la sinistra coi suoi  di sinistra : i frutti   dell'ira sono maturi. Non riusciranno a sacrificarci all'altare dei loro interessi. E nemmeno a quelli di chi dà loro ordini "superiori" di scuderia, specie a partire da dicembre  prossimo venturo con la messa a regime del famigerato Trattato europeo.
Aggiornamento: Al peggio non c'è mai fondo. Ora Fini, e i suoi finioti come un tal Filippo Rossi della sua fondazione Fare Futuro vogliono la cancellazione etnica e la cancellazione geografica dei nostri assassini e carnefici, e cercano di  imporre un decalogo-bavaglio alla stampa. Leggete assolutamente questo post dell'amica Mary di Orpheus. C'è solo da rabbrividire. Vogliono sterminarci senza nemmeno farci sapere chi sono i nostri carnefici.

20 November 2009

Le mani dei privati sull'ORO AZZURRO


Con la scusa che tutto ciò che è pubblico è in mano alle baronie (il che purtroppo è anche vero) si privatizzano larghi settori dei servizi nella speranza (illusoria) che diventino più efficienti. E  che ci sia maggior "trasparenza", "qualità" e "rispetto" per i consumatori. E' tutto da dimostrare. Ve le ricordate le vecchie ferrovie dello Stato ovvero  FF.SS? Beh, da quando sono state privatizzate in Trenitalia, i  treni sono più in ritardo di prima, ci hanno trovato pulci e zecche, le norme di sicurezza si sono allentate, le toilette sono delle vere latrine e per chi come la sottoscritta si è trovata a viaggiare mentre era in corso lo sciopero delle ditte appaltatrici delle pulizie, è stato un vero incubo. Già perché i tanto decantati "privati" questo fanno: appaltano e subappaltano. Ma forse sarà un caso.

Ma veniamo all'acqua che già scarseggia nel pianeta e viene chiamata non a caso,  l'ORO AZZURRO. Già le multinazionali hanno messo gli artigli sulle acque minerali, curative e termali. E già molte famiglie italiane sono costrette a spendere considerevoli somme economiche del loro bilancio,  se vogliono sapere  esattamente cosa bevono. Ora si  vuole, sempre secondo le direttive europee, privatizzare un bene irrinunciabile e indispensabile per tutti come l'acqua dei nostri rubinetti. Così, multinazionali per l'acqua minerale in bottiglia e multinazionali sui nostri rubinetti dell'acqua domestica. Quella che usiamo ogni giorno.
Dirò subito che ci sono delle ragioni per arrivare a tutto ciò. La nostra rete idrica è vecchia e obsoleta e il governo non ha denaro sufficiente per rinnovarlo da cima in fondo. Quindi ha bisogno di capitali privati. Ma il  punto è che poi tutto DOVREBBE essere ancora sotto il controllo governativo. Ma  sarà vero? Chi vende quote di servizi, non sono più suoi: è la regola. Se entrano dei privati vi pare che rinuncino a dettar legge? Bisogna essere degli ingenui per crederlo.
La sinistra ha poco da alzare la voce , tenuto conto che se fosse stata al posto dell'attuale maggioranza avrebbe risposto mestamente OBBEDISCO all'Europa, esattamente come i loro avversari politici. Questo lo sa anche quel demagogo Arruffapopolo di Di Pietro che ora lancia manifestini sull'Italia "disidradata".
Ma ciò non toglie che  il decreto Ronchi  appena approvato dalle camere, sia stato fatto passare in modo subdolo, poco trasparente e antidemocratico: a colpi di fiducia, tanto per cambiare. E ciò non  toglie che la Lega anche questa volta (come già fece per il Trattato di Lisbona) si è meschinamente accodata alle normative della Ue che prevedono una vera e propria deriva mercatista delle privatizzazioni, invece di mostrarsi fiera, ribelle e identitaria nel difendere le ragioni degli elettori italiani che ripongono in lei le ultime speranze.  Lo si è capito subito da come Bossi, mentre veniva  approvato il decreto Ronchi abbia attaccato surrettiziamente Fini sul tema immigrazione. Che c'entrava quella sceneggiata gratuita in quel preciso contesto?
Semplice, serviva a distrarre il suo elettorato sul fatto che si sono accodati anche loro alla privatizzazione  dell'ORO AZZURRO. E' stato come voler rassicurare: guardate che noi siamo sempre i leghisti duri e puri ed euroscettici  tutti d'un pezzo. Stornare il pubblico sull'annosa questione degli immigrati, significa gettare una cortina  fumogena sull'acqua.  Bene, è già il secondo grande scivolone della Lega, e molti di noi non sono così fessi da non averlo notato. BOSSI CHE ABBAIA, NON MORDE. A Bruxelles, d'ora in poi,  possono dormire sogni tranquilli.

16 November 2009

Il Somario parla inglese ma dimentica l'Italiano




Il grande scrittore e traduttore francese Michel Tournier dice che gli Inglesi sono i più disgraziati del pianeta, perchè esportando la loro lingua nel mondo, l'hanno perduta irreparabilmente. E io sono d'accordo. Specie dopo aver visto e sentito Trichet  della BCE, parlare Inglese con l'accento francese, poveretto! Come mai dalla lingua di Molière sono passati al Financial Language anche i francesi? E dov'è  finita la lingua di Shakespeare e di Milton, con tutte le sue sfumature e le sue sottigliezze ora che per il mondo si parla un povero e piatto inglese "veicolare"? Già questa parola che paragona una lingua a un mezzo di trasporto mi dà francamente sui nervi. 


Il nostro buon Somario Italiota di un mio post precedente non capisce ma si adegua all'AngloItaliese. Come? Usando un italiano contaminato e imbastardito di termini inglesi per sembrare più aggiornato e al passo coi tempi...Beh...non fatemi dire, "per sembrare più trendy", perché proprio non lo sopporto.  Magari non mette congiuntivi, o li mette al posto dei condizonali e viceversa. Non sa cos'è la consecutio temporum, scrive "celebrissimo" invece di "celeberrimo", scrive eccezzionale con due zeta, ma non rinuncia al solito inglese passepartout. "Ho fatto il planning della settimana. Devo partecipare a un briefing, con un brunch. Prenderò un volo low cost e poi ti mando delle news".

"Ci vediamo stasera a un Happy Hour per consumare un drink, mettiti l'abito più smart che hai nell'armadio e mi raccomando: che  il make up sia particolarmente glamour. Ti consiglio di ricorrere ad un centro di wellness".
Il computer col suo  informatichese  ci costringe poi a italianizzare verbi inglesi come "linkare", "loggare" o "bloggare"; ad aprire il "browser", fare "l'update" in luogo dell'aggiornamento. O un "refresh". Un orrore di Italiano dimenticato. Perfino le esclamazioni diventano angloamericane. Avete mai sentito nessuno dei vostri amici dire "WOW!?
Quanta  tristezza  mi fa  questa colonizzazione linguistica!
L'inglese te lo ritrovi nello sport con termini come "pressing", "dribbling"  (da cui il verbo angloitaliota dribblare), "assist", ecc. Ovviamente nel mondo degli affari e della finanza con "target" "input", "output" "budget", "spread". La psicoanalisi parla di "guilty feeling" invece che complesso di colpa e di "mobbing" invece di maltrattamenti sul lavoro. 
Anche i giornali fanno la loro parte: non sono più capaci di parlare di grandi "magnati" dell'industria o della finanza senza dire "tycoons". In politica il congresso di partito si chiama oramai "convention". Per non dire del summit internazionale!
Quando poi non sappiamo le corrette parole in inglese, ce le inventiamo. Come "stage" (pronunciato  steidz)  credendo che sia inglese, quando invece è francese. In francese, soprattutto pronunciato alla francese,  vuol dire "corso di formazione". In inglese significa  "palcoscenico". Un giorno una docente di Inglese madrelingua se la rideva per questo disinvolto uso di anglicizzazione generale made in Italy a proposito di stage  Al  che, incuriosita, le chiesi come si dicesse "corso di formazione" in Inglese e mi rispose"refreshment course". Imbarazzata domandai come mai nell'immaginario popolare italiano si continuasse a usare "stage" e "stagista" (per chi frequenta il corso).
"Per la stessa ragione che voi Italiani dite "una fiction" televisiva quando da noi si dice "tv movie".
Già,  a questo punto, tanto vale dire sceneggiato tv che almeno è una parola italiana e non  inglese maccheronico reinventato dai papaveri della RAI allo scopo di fare effetto.
Insomma gli Inglesi perdono l'Inglese, essendo diventata "lingua globalizzata". Anche gli americani  si inventano un ridicolo Italiano-che-non-c'è nel termine "pasta e fazul" (pasta e fagiol) o "spaghetti bolognaise"  e cioè inesistenti spaghetti alla bolognese, tenuto conto che Bologna è famosa per le tagliatelle o i tortellini o le lasagne, ma non necessariamente per gli spaghetti.   E gli Italiani parlano un pessimo inglese con termini addirittura taroccati, smarrendo irreparabilmente la lingua di Dante. Tanto varrebbe che ciascuno si tenesse la propria lingua e l'approfondisse meglio, invece di continuare a contaminare il proprio lessico con parole d'importazione, sfidando l'analfabetismo di ritorno.
Ma nel nostro volonteroso Somario  è previsto che domattina si vada a fare shopping invece che delle compere. Che i figli facciano un party di compleanno, invece della solita festicciola tra amici, che in serata si faccia un salto al pub in luogo del solito "ritrovo". E chi più ne ha più ne aggiunga. Ma le orecchie dell'animale di cui alla foto, si fanno sempre più lunghe.

13 November 2009

D'Alema Mr. Pesc? No, grazie!


Non c'è nulla da fare, il più gran difetto del centrodestra è sempre stato l'eterno complesso di inferiorità verso la sinistra. La Carfagna rilancia una legge sul reato di omofobia "migliore" di quello dei suoi avversari, dicendo che sarà fedelissima al Trattato di Lisbona. Ma guarda un po': proprio vero che il liberticidio e i  reati d'opinione che non riescono a condurre in porto la sinistra li fa la destra. Berlusconi promette che terrà fede alla candidatura "italiana" dell'Ulema Maximo, per diventare Mr. Pesc. A proposito, qualcuno mi spieghi cosa vuole dire questa burocraticissimo acronimo perchè francamente non lo capisco. Lì per lì credevo volesse dire patch nel senso di straccio. E naturalmente ho pensato alla kefiah. Capisco solo che vuole dire l'Alto (sic) Rappresentante europeo per gli Affari Esteri e la Sicurezza.  Eh già:  l'Annunziatona l'aveva classificato "statista tra gli statisti", per aver parlato di "scosse" prossime venture sull'inchiesta di Bari contro il Berlusca. Mammamia, certo che ne ha delle credenziali!
Ora Berlusconi si trova nella ridicola veste di essere un sodale del suo antagonista, il Kapò Schulz (quello che perse insieme al  PSE alle ultime elezioni europee) nel sostenere un relitto del comunismo, riciclatosi come bombardiere della Serbia per conto Nato, quando la stessa non era più comunista, naturalmente. Mica avrebbe avuto un simile coraggio se ci fosse stato il maresciallo Tito, il Lider Maximo! Ricordate poi che ammuine fecero alle ultime elezioni europee, quelli del Pd? Fecero finta di snobbare i socialisti europei "schulzini" per non mostrarsi degli antiquati  paleolitici e costituirono un gruppo "democratico-progressista", per poi usare i voti di sostegno del PSE e delle vecchie carampane social-comuniste a cose fatte: leggere qui. Sempre chiari, i postcompagnucci!
Ma c'è dell'altro. Berlusconi si è già dimenticato di tutte  le campagne di sputtanamento europeo ai suoi danni promosse dalla sinistra di casa nostra quand'era candidato.
Penso siano giuste, le rampogne di Castelli anche nei confronti del suo partito, la Lega. Gli scorpioni velenosi  come D'Alema pungono per indole e  a nulla servono le implorazioni delle rane che li portano sul dorso. De te fabula narratur. Lo ricordi il PdL. E anche la Lega.
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09 November 2009

L'Italia sul Viados del Tramonto e del de-Gradoli


L'umanità è sull'orlo di un impazzimento e a ciascuno il suo mondo-immondo.  Parlo di quella vasta zona franca di clandestinità brasiliana detta viados, pagati  "profumatamente" da personaggi pubblici, professionisti e cittadini al di sopra d'ogni sospetto. Alla faccia della disoccupazione e dei cassintegrati! Basta venire clandestini  dal Brasile a Roma o in altra città italiana, essere uomini travestiti da donne, battere il marciapiede, che si può far fortuna coi politici più pervertiti o professionisti in cerca di buone vibrazioni. Tanto paga lo stato, la regione, gli enti pubblici. Cioè noi gonzi. E magari gli danno pure la corsia preferenziale per il permesso di soggiorno, se poi devono testimoniare in tribunale (si veda il caso Natalie).
Ormai non c'è giornale, rotocalco, trasmissione o salotto tv che non ospiti trans e metta in copertina qualche trans. Dalle "quote rosa" alle "quote gay",  e da queste alle "quote trans". Siamo all'Italia delle quote. E guai a chiamarli al maschile nonostante abbiano dei falli lunghi tre spanne! No, secondo l'ex onorevole Luxuria Guadagno di PRC  bisogna chiamarli "le trans", al femminile. Ma perché, se vogliono appartenere al genere  femminile non se lo fanno asportare, allora?
Si scomodano psicologi e sessuologi per sapere come mai molti uomini (vista la clientela notturna che traffica intorno ai Viados) snobbano le mignotte per andare con dei mostri che sembrano mascheroni da fontana. Labbra modello gommone Zodiac, più truccati di una battona del raccordo anulare (poveretta, ormai un reperto archelogico da proteggere come il panda), con addosso paccottiglia da fiera di S. Giuseppe, lustrini calze a rete e minigonne che scoppiano loro addosso con tanto di tacchi sadomaso. Credevamo di averli visti solo nel pianeta Transylvania del Rocky Horror Picture Show o in  Priscilla, regina del Deserto, e invece  si scopre che  i "transylvani" sono pure mercenari ricercati.
L'affare Marrazzo ha dato definitivamente la stura a un fenomeno che si era già evidenziato con Sircana dalla faccia pensosa ed emaciata e con Lapo Elkann,  lo squatter-chic cocainomane di casa Agnelli. Cosa ha portato quest'ultimo a rinunciare a una ragazza  graziosa come Martina Stella, la giovanissima e bionda attrice che abbiamo visto ne " l'Ultimo bacio" di Muccino, per andare con un vecchio trans a nome Patrizia (foto piccola in basso) a cui cade la faccia come un mastino napoletano e dai capelli come crine di cavallo?
Cosa porta Marrazzo a mettere corna su corna alla sua distinta signora Roberta  Serdoz per poi correre a sollazzarsi di nascosto con  tanto di denaro pubblico e auto di servizio presso simili mostroni baracconeschi? Una risposta ce l'avrei.
Il  trans è  la personificazione di quel "De Immundo" che già era arrivato a noi nei musei, nelle mostre, nelle "installazioni" coi water e i bidet come sculture, la merda d'artista, le siringhe della droga, i quadri con le uova strapazzate sulle tele, quando non addirittura fatti con cenere ed escrementi. Insomma, dall'età del gusto a quella del disgusto.
Con le sue orrende tette rigide al silicone, il trans fa pensare all'incarnazione degli effetti speciali di un fanta-horror popolato da  crudeli androgini del tipo androide che vagano per metropoli fatiscenti e sconquassate in stile Blade Runner. Chi li frequenta pratica quello stesso  cupio dissolvi per cui vediamo tanti giovani beccarsi infezioni (anche mortali)  col piercing sulla lingua, nell'ombelico o in altre parte intime, coi pluriorecchinati su ambedue i lobi delle orecchie, o coi tatuaggi a carta geografica sul corpo fino a non lasciare nemmeno più un centimetro di pelle naturale. Con le movide dove si fanno baccanali all'aperto, si orina e si vomita sotto le case dove vive gente onesta che va al lavoro, ma che non può dormire, a causa loro. Coi rave party in aperta campagna dalla musica tribale e assordante, organizzati tramite appuntamenti via internet o via sms, dove si consuma il pasto nudo della droga, innaffiato di disgustosi beveroni alcolici, in mezzo a una canea di tossicomani inscimmiati che pensano solo a crivellarsi il corpo con le "dosi" a suon di frastuono a tutto decibel fino all'alba.  Ecco poi come il nostro paese  del Trans-Italia-Express , con i suoi vagoni sgangherati  corre  incoscientemente verso il suo sfacelo.
Nei rioni romani dove il   "via vai era continuo e lo è stato per anni, senza che ci sia mai stata un'irruzione, una retata di Carabinieri e Polizia con i lampeggianti accesi.
Gli inquilini "normali" dello stabile e quelli dei palazzi vicini vedevano e sapevano cosa succedeva in quegli appartamenti, ma tacevano o per complicità o per paura di rappresaglie.
Un condominio in una zona elegante della "città eterna", in una traversa dell'antica via consolare che da Roma porta al Nord, trasformato in una sordida sentina del vizio, dove l'Aids la fa da padrone, si è lentamente "evoluto" in un'area "ad alto rischio" che sfugge al controllo dello Stato"
(e continua)...
Storia di spie e di spiati, di trans e di travestiti, di clienti politici viziosi, di pusher uccisi, di paparazzi guardoni, di filmini porno, di cocaina, di ricatti e di ricattati, di proprietari di condominio che affittano in nero a questi  baracconeschi marchettari sbarcati nella "città aperta", in un intreccio di omertà senza fine.
Sul Viados del Tramonto e  del  degrado. Peggio,  del de-Gradoli, già vecchio covo dei Brigatisti,  quelli che dicevano "colpire al cuore dello Stato". Sarà un caso?

06 November 2009

La bufala dei diritti umani e lo scandalo del mirtillo


Et si omnes ego non. Ovvero, se l'unica religione rimasta per il mondo, quella dei diritti umani deve valere per tutti, non vale per me. Sembra essere questo il motto delle multinazionali americane scoperte nel Michigan a sfruttare bambini di 5 anni per la raccolta dei mirtilli. A questo serve l'immigrazione che il cosiddetto occidente (mai stato così minuscolo) ci fa subire. A importare nuovi schiavi, a importare l'esercito di riserva che crea poi guerre intestine tra lavoratori autoctoni e lavoratori allogeni; a tenere basso il costo del lavoro. E non ultimo, a ripristinare dalla finestra, quello sfruttamento minorile che avevamo cacciato dalla porta principale. Pensiamo anche a quante ditte italiane di divani e sofà, subappaltano lavoro ai cinesi per avere "nuovi schiavi" che non contano nemmeno più le ore di lavoro, da tante ne fanno. Pensiamo anche alla stessa America che finge di fare guerre allo scopo di "esportare la democrazia" ma che poi chiude gli occhi sui diritti umani in Cina dove ha delocalizzato tutta la produzione, consumando a debito. Per Clinton era tabù solo toccare il tasto, per Bush, pure e anche per Obama.  Lei consuma a debito, mentre la Cina produce lavorando (e facendo lavorare) giorno e notte. Anche i bambini, sì: inutile fingere di non saperlo. Sugli orrori della Chimerica (sintesi tra Cina e America) ho già parlato qui.


Post consigliato sul Giardino delle Esperidi : "Land of Plenty e la fine del sogno americano".