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23 July 2009

Carlà, la meno amata dagli Italiani


Sono un po' sciovinista nei confronti del made in Italy e devo ammettere che mi dispiace dover trovare da ridire alla première Dame de France nata a Torino e perciò italiana di nascita, naturalizzata francese dopo le nozze presidenziali. Tuttavia Carla Bruni non fa proprio nulla per rendersi simpatica. Elegante silhouette, certamente, e abiti raffinati, ma sta molto sulle sue esibendo certe puzzette sotto il naso che non la rendono affatto gradevole. Il che non è propriamente elegante, dato che la vera eleganza non è virtù solo formale né esclusivamente legata alle griffe indossate. Per non parlare delle sue simpatie per i terroristi transfughi in Francia, come la Petrella e Battisti. E dire che la sua famiglia la portò proprio al di là delle Alpi, per sottrarla a eventuali rapimenti delle BR.
Insomma, chez nous Carlà fa rima con stronzà.
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Ci sono donne italiane che appena varcano il confine d'Oltralpe, la prima cosa che fanno è abiurare al nostro Bel Paese per tirarsela da parisienne trèees chic, come direbbe Alfonso Signorini insistendo e prolungando il très; e lei è una.
Già non mi piace per nulla sentirla cantare con quella vocetta arrocchita che mia nonna definirebbe "una voce da cantero scassato". E nemmeno vederla con la chitarra in mano e le lunghe chiome davanti al viso in stile débauché, imitare più di quarant'anni dopo Françoise Hardy versione adolescenziale, la quale almeno era autentica e ha creato un suo genere. La canzoncina sospirata di Carlà, "Quelqu'un m'a dit", mostra infatti non poche rassomiglianze a "J'ai jeté mon coeur" della Hardy, ma ormai siamo all'industria dei cloni. E per di più, pure mal riusciti. Non so bene se sia la parodia di Fiorello che imita lei, o se sia lei che imita la riuscitissima parodia di Fiorello
Ma la vera sorpresa è stata vederla perseverare nel cantare in modo sfiatato "Il cielo in una stanza", vecchia canzone composta da Gino Paoli per Mina. Ma dico, come diavolo ha osato? e come ha potuto? Se io fossi sfiatata come lei, tutto mi verrebbe in mente, fuorché cimentarmi in un successo di Mina, mettendomi a rischio di paragoni già perdenti in partenza. E difatti guardate qui su you tube, Il Cielo di Mina in un celebre video con Ernesto Calidri, e subito dopo il "cantero scassato" Bruni Tedeschi che sospira faticosamente. Si può perdonare a Carlà la snobberia di essere arrivata all'ultimo giorno di G8 con tanto di agenda personale a L'Aquila, aggirarsi tra le macerie in griffe (avrebbe fatto meglio, a questo punto, non farsi vedere per niente); le si può perdonare di essersi smarcata dalle altre first lady, ma non il Cielo in una stanza. Anzi, il Cielo in uno strazio. Non perdetevi i commenti su questo tubo dopo la sua improbabile esecuzione.
E guardatevi pure il concerto in favore di Nelson Mandela dove la Brunì era lì, insieme a Sarkò che la guardava estasiato tra il pubblico. Ma facce ridde - direbbero a Roma! E' proprio vero che l'amore è sordo oltre che cieco...
Ma l'avete sentita cantare il vecchio successo di Dylan "Blowing the wind", almeno? Lo strazio continua... , nonostante fosse stata accompagnata dall'ottimo chitarrista Dave Stewart degli Eurithmics. Ma questa volta sono stati i francesi che nei commenti non gliele hanno risparmiate.
Eppoi che ci azzecca lei con Nelson Mandela e il Sud Africa?
Ah, già dimenticavo: suo marito l'ha messa lì in prima fila al concerto multikulti e in mondovision tv quale testimonial, per preparare il terreno a quell 'Union des Peuples Mediterranéens, prossima ventura. Pardon, Africains. Chi me l'ha detto? -
Beh..Quelqu'un m'a dit. Della serie, I believe in ONE world. Oh yeah!

17 July 2009

Bisteccone multato per aver dato del terrone a un portinaio


Siamo al solleone estivo, il quale non risparmia colpi di sole e deliri neanche nei confronti della cosiddetta giustizia. E' accaduto a Bisteccone, ovvero al cronista sportivo Giampiero Galeazzi (foto in alto), famoso per le sue telecronache delle Olimpiadi, sezione canottaggio. Tutti ricorderanno la sua cronaca appassionata fino al cardiopalma con cui ci descrisse la vittoria degli Abbagnale, dei quale è pure amico, avendo egli stesso avuto un passato sportivo di canottiere. Orbene, non essendo nato a Merano né a Sondrio, mi pare che l'accusa di "antiterronismo" da parte di Big Bisteccone, sia quantomeno fuori luogo. E invece no.

Pare sia stato condannato al pagamento di mille euro di multa nonchè al pagamento delle spese processuali ai danni della parte cosiddetta lesa. E cioè del portinaio dello stabile in cui Galeazzi vive. Ce ne danno notizia in trafiletti i giornali pricipali e le agenzie giornalistiche. Bisteccone è stato ritenuto responsabile di "ingiuria aggravata" per aver offeso "l'onore" ed il "decoro" della parte lesa.

Toh, chi si rivede: l'onore perduto. Ho sentito con le mie orecchie tanti meridionali parlare dei milanesi e dei nordici come di "polentoni", "crucchi", "poveri fessi che lavorano sempre", ma la megamulta e le accuse, in questo caso, non sono mai scattate. Evidentemente il giudice che ha promulgato la sentenza è un fautore della "discriminazione positiva".

Ma i meridionali non se ne stiano traquilli e non pensino di essere baciati dalla fortuna per tanto eccesso di zelo nella condanna, dato che è toccata anche a loro sentirsi dare dei razzisti quando tirarono sassate ad un campo nomadi, dal quale era uscita una giovane zingara che tentò di rapire una lattante di pochi mesi di una famiglia che abitava in una modesta casa dalle parti dei sobborghi periferici napoletani.
La notizia fece il giro del mondo e i giornali inglesi parlarono esplicitamente di "napoletani razzisti", invece di comprendere che il tentato furto di bambini è cosa assai grave e che non poteva non suscitare reazioni popolari.
La polizia del pensiero e il correttismo politico becero e perbenista non convengono a nessuno: né al Nord né al Sud del nostro Paese.

Ricordiamo inoltre che ogni Sud è destinato ad essere sempre alle prese con un altro Sud del mondo, ben più a sud di sé e della sua geografia fisica, politica e umana. Perciò rispetto ad altre razze ed etnie siamo tutti terroni e siamo tutti polentoni. Le sfide che ci attendono ci faranno rimpiangere perfino le innocenti lotte di contrapposti campanili d'Italia, dove almeno si poteva sfogare un po' di guasconeria senza che intervenisse il Decalogo del Bene Universale a decretare come ci si deve comportare, cosa si deve dire e cosa si deve pensare.
Un'ultima cosa: c'è un vecchio stornello romano cantato da Lando Fiorini (se la memoria non mi inganna) che dice: no' semo polentoni no' semo terroni, ma semo romani de Roma. Verrà accusato di antiterronismo e di antipolentonismo pure il suo autore perché considerato troppo romanocentrico e magari sciovinista e pure fascista? Posso dire qualcosa di politicamente scorretto?
Ma che palle!

10 July 2009

Lo Squalo 1, lo Squalo 2 e le vendette

Archiviato il G8 con successo prevedibile, dato che Berlusconi sa essere un ottimo organizzatore, ho pure detto che altre sfide immani avrebbero atteso il Cav. e che non era finita.
E' estate e nelle acque mosse della politica si aggirano squali di grande stazza. Dall'Oceano Atlantico (George Soros) a quello Pacifico (Rupert Murdoch), gli squali avanzano facendo giri concentrici con pinne minacciose e fauci spalancate. E che fauci (Jaws)!


Qualcuno pensa forse che Tonino da Montenero di Bisaccia col suo Italiano sgangherato avrebbe potuto mettere insieme una lettera in Inglese come quella apparsa nell'Herald Tribune? Ovviamente non c'era bisogno di compiere tanti sforzi di traduzione, tenuto conto che dalle parti dell'Herald hanno orecchie molto attente quando si tratta di denigrare il nostro paese. E sanno pure che lo sport preferito di certi italianucoli come lui, è quello di sputare nel piatto dove mangiano. Piero Ostellino oggi ha scritto un editoriale indignato Una strana idea di democrazia contro il malcostume italiota ad opera di Di Pietro di compiere tentativi di indurre Paesi Terzi a "interferire nella nostra politica interna". Un siffatto personaggio dovrebbe dimettersi dal ruolo di parlamentare, tenuto conto che è alla Repubblica Italiana che ha prestato giuramento e non a interessi stranieri.





Ma torno all'argomento che mi sta a cuore: gli squali.





Veniamo allo Squalo Murdoch e analizziamo la galassia del suo impero.









  • Cinema e intrattenimento - 20th Century Fox, 20th Century Fox Television, 20th Century Fox Home Entertainment, più altre 7 case di produzione.
  • Quotidiani - The Wall Street Journal, Dow Jones, New York Post, The Times, The Sun, News of the World più altre 24 testate, Lo stesso Herald Tribune ha dei legami societari col Times e quindi parte del suo impero.
  • Televisione - Fox Broadcasting Co. più altre 5 stazioni tv
  • Satellite e via Cavo: SKY, Sky Italia, BSkyB, National Geografic e altri 16 canali tv
  • Editoria: HarperCollins
  • Periodici: The weekly standard, Donna Hay e altre 4 testate
  • Internet: Myspace, Askmen, AmericanIdol.com, Rotten Tomatoes più altri 20 siti. (fonte Corsera).


Capirete che con un siffatto impero dove non tramonta mai il sole, spiare tramite cronisti in funzione di 007, "la vita degli altri", per poi organizzare gogne mediatiche e ricatti scandalistici nei confronti dei politici spiati, è un gioco da ragazzi in confronto al quale quelli della ex STASI appaiono quasi dei dilettanti. Siamo dunque al "Taci, lo Squalo ti ascolta".
Passiamo ora allo Squalo Soros la cui biografia rocambolesca, potete reperire per intero qui su wiki. L'accusa è di esercitare un'irregolare influenza sui mercati valutari per via del Quantum Fund, il fondo di investimento privato di sua proprietà.





Al pari di molti grandi hedge fund, questo ha sede sociale in un paradiso fiscale, nello specifico Curaçao, nelle Antille.E' stato condannato all'ergastolo in contumacia dall'Indonesia per speculazioni sulla moneta locale.
- Ha favorito Solidarnosc;
- Ha creato la "rivoluzione delle rose" in Georgia;
- Nel Mercoledì Nero del 16 settembre 1992, Soros divenne improvvisamente famoso quando vendette allo scoperto più di 10 mld di dollari in sterline... Alla fine, la Banca d'Inghilterra fu costretta a far uscire la propria moneta dallo SME e a svalutare la sterlina, e Soros guadagnò una cifra stimata in 1,1 miliardi di dollari. Da quel momento fu conosciuto come "l'uomo che distrusse la Banca d'Inghilterra". Ma non è tutto.
"George Soros fu premiato, per intercessione di Prodi, con la laurea honoris causa all'università di Bologna... Eppure anche in Italia Soros è stato inquisito -invano, ovviamente- per aver guidato il complotto speculativo che portò al fallimento della lira, nel 1992" (continua su La pulce di Voltaire)
Siccome adora la nostra capitale sogna un legame con la stessa per poterci rimanere. Molto note sono le sue mire per voler acquisire la squadra di calcio del Roma.





I suoi ultimi pallini sono la distruzione dei partiti identitari europei da lui definiti sbrigativamente "xenofobi".

Quali interessi contrastanti hanno i due superSquali nei confronti Berlusconi?

Lo squalo "autraliano" ha ricevuto lo STOP alla sua pirateria dei cieli italiani attraverso il digitale terrestre che verrà presto messo a regime dal nostro governo. Inoltre Silvio Berlusconi ha allineato l’IVA sui canoni tv raddoppiandogli le aliquote Sky.
Lo squalo "ungherese" invece, vorrebbe passare alla storia come il benefattore dei popoli oppressi, l'esportatore della democrazia per ogni angolo del pianeta (la sua, ovviamente) e intanto teorizza la società "aperta". Berlusconi può dare fastidio per via del suo asse preferenziale con la Lega e l'inizio dello stop all'immigrazionismo (i respingimenti).

Il Cavaliere dovrà cercare di navigare illeso tra le fauci di squalo Scilla e quelle di squalo Cariddi. Il secondo ancora più temibile del primo poiché trattasi della specie di Carcarodon carcharias Ideologicus. I complotti forse non esistono. Gli orditori e i pianificatori dei medesimi, invece sì. Eccoveli serviti con nomi, cognomi e generalità. Cosa volete che sia mai la piccola Verdesca mediterranea Di Pietro a fronte di questi due grossi pescecani transoceanici!

Ma la vera ridicola tragedia sta tutta a sinistra passata con disinvoltura da Das Kapital di Marx, al tecnocapitalismo finanziario. I sinistri allo stato attuale sono allupati e frustati, poveretti, e pure in cerca di denaro. Da chi? Dagli squali della finanza "internazionale". Sognando la spallata antiberlusconiana.

08 July 2009

Stanno lubrificando i fucili per il G8


Il Guardian ("grosse cantonate" e "piccolo giornale" ) ha sparato il suo petardo. Le Monde lancia i suoi V2 su L'Aquila. Il NYT chiede a Obama di assumere la direzione del G8.
D'Alema preconizza "il declino dell'Uomo" (deve aver letto Spengler e Lorenz nel tentativo di farci la bella figura di uomo dotto). Non è finita... C'è l'Onda il movimento degli eterni studentari eternamente sessantottini e insciarpettati. Poi ci sono i soliti no global con gli incappucciati black bloc. Ma non è ancora finita... C'è Tendopoli selvaggia a L'Aquila che reclama il lottacontinuista "tutto e subito", come se Bertolaso finora fosse rimasto con le mani in mano.

Poi c'è Repubblica che fa capire a Napolitano che non darà tregua neanche per il G8. Lo "svizzero" De Benedetti se l'è legata al dito.L"australiano" Murdoch invece, pure. Dalle brume di Albione arrivano arsenici e vecchi merletti quotidiani.

Ma ecco che all'Ecofin a Bruxelles,Tremonti piglia il toro per le corna e attacca la finanza internazionale e speculativa delle grandi Banche d'Affari che riesce a lucrare strozzando e strozzinando l'universo-mondo. Tutti a tirare la cinghia (quando va bene) in questo 2009 di recessione, tranne loro che riescono a fare affari. Chissà come mai...Gli faranno fare la fine di Haider per aver asserito ciò?

Ed ecco che pure il Papa manda una provvidenziale enciclica Caritas in Veritate contro l'avidità globale. I soliti liberisti de noantri giocano a fare i Gordon Gekki ripetendo che mercato è libero, che mercato è bello, che l'avidità è valida, l'avidità è giusta, l'avidità funziona, l'avidità chiarifica, penetra e cattura l'essenza dello spirito evolutivo, e che il Papa non è un buon economista. Però, che gran geni!.

Dunque la stampa e i grandi media (ovvero i tromboni e la fanfare della finanza internazionale) sono in agguato e il plotone d'esecuzione è già stato predisposto con tanto di fucili oleati per la bisogna. Cosa può mai accadere? Facciamo una ricognizione preventiva delle cento possibili trappole contro Berlusconi.

Fausto Carioti (blog Conservative Mind) di Libero parla di altre Puttanopoli sputtananti con meretrici in cerca di vanagloria (chessò, un calendario Pirelli, una fiction tv, uno scranno parlamentare). Alcuni blogger amici parlano di "demolizioni controllate" dell'immagine del Premier. Cossiga e Bossi suggeriscono a Berlusconi di guardarsi dai "servizi segreti". Male che vada ci mostreranno il Silvio in costume adamitico in procinto di copulare nelle alcove di villa Certosa, immortalato in "santini" da distribuire ai VIP del G8.

Chissenefrega? A costoro è già andata male una volta con le elezioni. Se giocano la carta del guardone e dello scandalismo, falliranno ancora. Un politico può cadere sulla qualità delle sue iniziative politiche non sulle sue vicende personali.

Ma intanto si insiste a parlare di scosse, di smottamenti, di declini, di scenari imprevedibili, di calunnie che da venticelli diventano colpi di cannone. Anzi, di cannooooooooone, come nel crescendo della famosa aria rossiniana. Nel computo delle armi puntate, ci si mettono pure le rockstar a ricordare il debito non cancellato ai paesi del Terzo mondo, da parte del governo italiano. Ma va' là?!

Mandiamo il Berlusca nel Ghana e nel Togo a cantare "We are the world, we are the children" vestito con la livrea nera e gli alamari in oro alla Michael Jackson. Non si sa mai che funzioni, visti gli ingenti incassi del baracconesco e globalizzato funerale-concerto di Jacko (feretro, pastore con benedizione, parenti, lacrime, canzoni e pop stars, tutto compreso nel pacchetto-spettacolo)...

Il "botto" di cui parla Cossiga avverrà prima del G8, durante il G8 o dopo il G8? Si accettano scommesse...

Dico la mia? Io dico che ci saranno azioni di disturbo continuo, di sputtanamento, di guerra dei nervi, di guerriglie e guerricciole di bassa cucina nazionali e internazionali, interne ed estere in una dialettica congiunta. Prima, durante e dopo il raduno all'Aquila. Ma che alla fine il Cavaliere riuscirà a compiere il miracolo all'italiana di mandarli tutti a casa loro con le pive nel sacco. Certo, ci riproveranno in altre occasioni... Ma questo è un altro post da dedicare al wonderful world che tentano di imporci con la forza.
NB: Per comprendere chi sta dietro a questo fuoco di sbarramento leggere anche sul blog La pulce di Voltaire

06 July 2009

L'orrore economico sulla lavanda



Mamma, mi si sono ristretti i campi di lavanda! Non è una battuta, ma per chi attraversa la Provenza su quella che viene definita la Route de la Lavande, noterà che le produzioni intensive si concentrano quasi tutte negli altopiani di Valensole e di Manosque, ma che numerose piccole e medie fattorie e masserie (fermes et bastides) hanno abbandonato la coltivazione di quest'aromatica pianta erbacea. Se ne intravedono le tracce in alcuni campicelli incolti attigui ai casali, dove i tradizionali cespi azzurro-violetto, crescono in stato di abbandono in mezzo ad altre erbacce infestanti. Perchè?

Perché ritenuta troppo laboriosa (gli attrezzi per la distillazione oggi vanno ad arricchire i vari musei agricoli e addirittura i musei della Lavanda, manco fosse pianta da mummificare), troppo complicata, ma soprattutto poco lucrativa. Oltretutto viene aggredita da un nuovo parassita e ciò è perlomeno curioso, tento conto che trattasi di pianta antiparassitaria per antonomasia. Eppure anche lei ha le sue malattie dovute a funghi, come risulta da questa scheda


Ma c'è dell'alltro. Dalla lavanda si trae un ibrido molto bello, selezionato per lunghezza ed eleganza di gambo e per spiga più piena e più intensamente violetta detto lavandin. Anche il lavandin (che scrivo in francese perché tradotto nell' italiano "lavandino" può far pensare all'acquaio) è intensamente profumato, ma dall'aroma più canforato della lavanda originale. Il lavandin non si riproduce più per semina o impollinazione (essendo sterile) ma per semplice talea. Essendo quindi un ibrido, è naturale che sia più delicato.

Oggi intorno alla lavanda provenzale ruota ancora una grossa fetta di turismo, di commercio e d'artigianato che va a rimpinguare le casse della République (visite alle masserie di produzione-distillazione, acquisto di prodotti cosmetici e alimentari come miele e marmellate alla lavanda, riproduzione di quadri, acquarelli, tele, pannelli, tessuti, tovaglie e corredi con ricami dai motivi ornamentali legati alla lavanda e ai campi di grano ecc).
Ma ecco che anche lì è riuscita a penetrare quella che i francesi chiamano con ragione la saloperie chinoise (la porcheria cinese). Come e dove? Non certo nei campi (non ancora, grazie a Dio) ma negli articoli regalo e nelle suppellettili (cuscini imbottiti e aromatizzati alla lavanda, bamboline-portalavanda vestite con grembiulini fatti con tessuti a quadretti bianchi e violetti). Dunque bamboline alla lavanda francese con tanto di tessuto cinese. Un ibrido davvero imprevisto. L' Horreur économique di cui ha parlato Viviane Forrester, non tralascia proprio nulla e trascina con sé, nel suo furore iconoclasta e spoetizzante, ogni cosa senza trascurare alcun dettaglio. Perfino gli aromi e i colori della dolce Terra d'ocra, di viola e d'oro già mèta e soggiorno degli artisti impressionisti. Se fosse vivo Van Gogh, si taglierebbe di nuovo un orecchio e si risparerebbe in uno di questi campi di grano per la disperazione. L'Horreur deve trasformarsi prima o poi in Aurore. Ma per realizzare questa assonanza, dovrà passare la nottata... (fotoNessie)

01 July 2009

Vu' scassà ?



Mentre tutta la gente è assopita, sulla spiaggia bruciata dal sol...Ricordate? Era una canzonetta di Edoardo Vianello dal titolo "Con le pinne, il fucile e gli occhiali".


E uno pensa che starsene al sole a bighellonare dopo un annetto di stress, di inverni interminabili, di impedimenti e adempimenti di routine sia un suo sacrosanto diritto. Invece - macché - è nata l'industria mondiale e mondialista del senso di colpa permanente. Vi chiederete in che senso. Nel senso che se stai sdraiato al sole su un lettino o sotto l'ombrellone a leggere, o allungato su uno stuoino sulla sabbia, eppoi passa il solito vu' cumpra' (scritto anche tutto attaccato vuccumpra', secondo alcuni pignoli del neologismo), che vuole venderti i soliti tarocchi di borse, di occhiali falso Ray-ban , o cappelli o teli, pare tu sia obbligato a comprare, perché sei bianco e hai qualche soldo in tasca (sempre meno per la verità), e lui no.


"No grazie, non compro". E bisognerebbe scriverlo in un cartello a caratteri cubitali, e munirsi di quello facendo l'uomo -sandwich, per tutta l'estate e per ovviare all'invasione di ambulanti neri che arrivano carichi come muli, armati di insistenza, sgranando la solita litania.


... E passa quello con gli occhiali, poi quello con le borse fintoGucci, poi coi cappelli, i parei, i teli, gli stuoini ed è tutta un'insistenza senza fine. Ma come? I bagnini li fanno passare per importunare i bagnanti-paganti? E nel prezzo (sempre più esoso) dell'ingresso agli stabilimenti balneari è compresa anche questo scassamento senza fine?


E non è che per il fatto che hai rifiutato il fratello precedente, quello successivo si senta disarmato. No, loro si mettono d'accordo, pattugliano la spiaggia con manovre a tenaglia e insistono, insistono, insistono. Via uno, attacca l'altro...

Intanto il proprietario dello stabilimento non può cacciarli sennò è un razzista eppoi lo sputtanano sui giornali; la gente non può mandarli affanbagno sennò è razzista. Il bagnino guarda lontano e preferisce scrutare l'orizzonte facendo finta di nulla, sennò è razzista.

E allora "loro" arrivano a sciami come le cavallette bibliche: vu'cumpra? , o vuccumprà? (secondo il copyright Montanelli)... E il mantra si ripete, incessante, monotono, sempre uguale. Hai detto no a lui che è nero (o negro) come me, ma a me potresti dire sì, perciò io vado avanti a insistere e faccio l'indiano. Intanto poi per noi, c'è l'Onu, le Ong, la Caritas, la Chiesa, la sinistra, i sindacati, la destra che vede ma non provvede abbastanza, la Guardia di finanza che sa bene che trattasi di merce tarocca e contraffatta veicolata dalle mafie straniere, ma lascia fare. E allora tu non mi puoi buttar fuori a pedate, fratello bianco, anche se io scoccio. No, i miei diritti li so.

Gli elefanti africani stanno schiacciando i moscerini europei. E questo non è che un assaggio. Se volete saperne di più in materia di immigrazione e demografia leggete "Il pozzo senza fondo" di Giovanni Sartori.


E ora una domanda la faccio io: Vu' scassà per tutta l'estate? Magari scritto tutto attaccato, in forza del neologismo vusscassà?


Bei tempi, quando eravamo poveri, ma belli. Soprattutto, Italiani. Ma ormai sono solo fotogrammi da vecchi film.