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28 September 2009

Italiani in 5 anni = suicidio d'Italia

Questo è il Banner che Forza Italia (prima della fusione con AN e la conseguente costituzione del PdL) aveva messo in molti suoi siti. Prima di tutto, l'on. Antonio Palmieri che viene spesso ospitato su Tocqueville, già  noto per altre battaglie identitarie sul presepe come "Il Natale siamo noi".
Poi venne Fini che dall'alto del suo ruolo super-partes (si fa per dire) di Presidente della Camera ha iniziato la sua personale crociata sullo ius soli e la cittadinanza abbreviata. Qualcuno dei suoi luogotenenti gli va dietro (Granata), qualcun altro si barcamena non senza ambiguità (La Russa). Una cosa è certa: da quando Fini ha iniziato a parlare di voto agli immigrati e di cittadinanza abbreviata,  la sinistra che era in fase terminale,  ha ripreso fiato, sussiego e boria, premendo per  ottenere dibattiti parlamentari su un tema che il governo non aveva nemmeno in agenda.
Ricordo all'on. Palmieri (di cui ricevo le sue newsletter) che questo banner fu determinante per vincere la campagna elettorale nel 2008 contro la sinistra e per far cadere quel governo Prodi che aveva in cantiere analogo progetto-legge a firma Amato-Ferrero. Che senso ha, ripescare ora un disegno di legge che gli Italiani hanno rifiutato con Prodi due anni fa?
Ricordo pure che gli elettori non sono degli allocchi smemorati. Perciò, se non terrete fede alle vostre promesse, aspettatevi una defezione di massa verso la Lega per le prossime elezioni regionali del marzo 2010, nonché la drastica riduzione e assottigliamento del vostro partito, il quale, purtroppo, ospita degli alieni che vi remano contro, remando contro gli interessi degli Italiani e del nostro Paese.
Ecco almeno  8 buone ragioni per non suicidarci con le cittadinanze abbreviate e lo ius soli :

  • Non è vero che gli immigrati fanno crescere il PIL: è dimostrato perfino nei paesi scandinavi, dove i pensionati autoctoni si sono visti decurtare il welfare per favorire l'assistenzialismo alle new entries.


  • Non è vero che i tentativi di integrazione siano destinati al successo. L'integrazione per poter essere tale dev'essere altamente selettiva sia sul piano quantitativo che qualitativo.


  • Le società multietniche, multiculturali e multiconfessionali sono delle "società liquide" (melting pot)  destinate allo sfilacciamento del tessuto connettivo interno e a ospitare clan ed enclaves separate. Non di rado diventano delle autentiche bombe a orologeria (vedi la ex Jugoslavia o il Libano).



  • Cresce l'insicurezza, la sporcizia, le sacche di malavita e il degrado nelle nostre città e nei nostri borghi, un tempo apprezzati in tutto il mondo per essere i luoghi dell'Anima, della  Bellezza, dell' Arte e della Cultura.


  •  Aumentano stupri, rapine, furti, aggressioni, crimini e altri misfatti ad opera di stranieri che campano di espedienti.


  • E' illusorio pensare di rimpolpare il proprio elettorato con questi numeri di "nuovi elettori". Ogni etnia cercherà quanto prima di costituire partiti a carattere etnico-confessionale immettendo propri candidati e non voterà più nemmeno per quella sinistra (o per quella pseudodestra finiana)  che ora rincorre disperatamente quei voti e quel consenso, perdendo quello degli Italiani.



  • Peggiorerà il welfare, la qualità dei servizi sempre più sovraffollati, e nasceranno guerre tra poveri per l'accaparramento dei pochi posti di lavoro che già ci sono.


  • L'Italia che perde lo ius sanguinis sarà un'Italia senza più linfa identitaria, destinata a far sentire alieni e insicuri i suoi cittadini autoctoni, mentre viceversa i "nuovi italiani" si allargheranno facendola da padroni (effetto Olanda).

Italiani in 5 anni? Assolutamente No, grazie! Ma che non sia solo una moratoria temporanea, poichè  l'Italia rischia di diventare il moscerino schiacciato dagli elefanti africani e asiatici.
Pensate e ripensate, per favore, ad un modello d' Italia più vivibile per noi  e non solo alla convenienza delle immediate scadenze elettorali prossime venture.  Perché,  chi non ha un progetto a vasto raggio, resta in balia delle intemperie.

25 September 2009

Sotto il burqa...la sharia


La faccenda della guerra personale antiburqa di Daniela Santanché ha suscitato - com'era prevedibile - pareri discordi. C'è chi è pro, c'è chi è contro quel gesto. Sono del parere che le donne islamiche quegli stracci beduini se li debbano togliere da sé, ribellandosi allo stato di cattività e di segregazione in cui vengono tenute. Ma intanto se in Italia c'è una legge, è chiaro che  questa DEVE funzionare ed essere applicata con rigore. Per "stracci beduini" intendo anche il niqab e il chador. Insomma tutto ciò che crea goffaggine, mimetismo di connotati  e intralcio nei movimenti.  Tuttavia il burqa è da inserire nel problema più ampio dell'immigrazionismo.
 In caso contrario, non se ne esce e si gioca di continuo al serpente che si morde la coda. Le usanze beduine si addicono al deserto, alle capre e ai cammelli. Non alle aree urbane metropolitane ad alta densità di traffico dove un simile abbigliamento oltretutto è incompatibile con le norme di sicurezza e anche di incolumità personale di chi indossa un simile cencio insano e antiigienico.
Vale anche la pena di riflettere sull'efficacia della  legge 152, la quale risente non poco del periodo in cui è stata promulgata (1975), allorquando non esisteva ancora l'emergenza immigrazione. Ospitare enclave separate con proprie leggi tribali (sharia e poligamia) e usanze pre-medievali è il vero problema dell'Europa e dell'occidente.
La loro libertà  di indossarlo, in questo caso, diverrebbe la nostra oppressione. Libertà di burqa, del resto, è un'antinomia. E' come dire: libertà di circolare coi ceppi ai piedi o con le manette.
 Esistono già degli antefatti in Olanda, dove le donne olandesi non possono avventurarsi nei rioni occupati da magrebini senza venire insultate. Si arriva anche a sputare e  a lanciar loro addosso dei sassi, ragion per cui, in certi casi, sono costrette a doversi coprire alla musulmana per poter attraversare in tranquillità quartieri non più olandesi di "fatto". Sbagliato, inoltre,  fare del burqa una faccenda "privata"e "personale", poiché in questo caso si incoraggia il "comunitarismo". Ovvero lo spirito di clan e di tribù che si dà regole autogestite e leggi incompatibili con le nostre.
 Il vero nodo del problema però è l'immigrazione musulmana spesso calmierata da frasi tranquillizzanti e propagandistiche come  " intanto sono qui per lavorare".
Esiste già la sharia (la legge islamica) e la poligamia nelle enclave musulmane che per il momento viene tollerata dai governi "civili" dei paesi europei in nome di nuove braccia per nuova forza lavoro. Potenza dell'economicismo! In nome del progresso, importiamo il regresso; in nome del futuro, importiamo un passato ultraremoto da aree impervie: ecco un altro paradosso occidentale.
E' inoltre dimostrato che si può benissimo essere ottimi lavoratori e padri assassini e che le due cose non sono incompatibili (vedi l'ultima vicenda della povera Sanaa a Pordenone). Si può essere instancabili operai e  pestare a sangue moglie e figli piccoli perché non si svegliano alle 5 a fare le genuflessioni coraniche. E allora che dobbiamo fare? Tollerare il tutto in onore del PIL (prodotto interno lordo) ?
Ecco dunque che il problema dei problemi è proprio il PIL, per colpa del quale si svendono valori, criteri, identità, patrie. Ed è contro i fautori di ciò, che dobbiamo ribellarci (quelli della cittadinanza abbreviata e dello ius soli, per intenderci). Perciò, applicare le leggi con rigore, ma nel contempo , impegnarsi per non farne entrare più. E respingere al mittente gli abrogatori (quelli sì, tutti nostrani, con Fini in testa) dello ius sanguinis.
Nessuna mela o nessuna foglia è uguale ad un'altra. Azzerrare le identità per renderci tutti uguali all'insegna della falsa cornucopia dell'abbondanza multietnica, è la peggiore delle oppressioni.  E' mettere metaforicamente il burqa addosso a tutta l'umanità d'Europa (foto in alto: La Sirenetta di Copenhagen e a destra la Sirenetta con burqa).

23 September 2009

Respingimenti: c'è chi può (la Francia) e chi non può (l'Italia)


La notizia è rimbalzata dopo qualche giorno  sui TG italiani: clandestini afgani di etnia pashtun, i cui insediamenti abusivi sono stati smantellati con le ruspe dalla polizia nei pressi di Calais dove il degrado, la sporcizia e le risse erano all'ordine del giorno, per la delizia dei vicini.
 I media  tacciono alla grande e pare che il solito Corserva abbia dato la notizia addirittura dopo il posting Migrazioni: i francesi smantellano il campo di Calais del blog La Pulce di Voltaire il quale si interroga sulle fonti di provenienza del quotidiano di Via Solferino (Ansa, Le Monde, France presse o Pulce stessa?).
Piccola aggiunta: il Corriere ha perfino sbagliato a scrivere il catenaccio: trovate il refuso.
 Su Le Monde,  potrete leggere per intero la notizia.

Ma a parte questi silenzi mediatici vergognosi, resta da chiedersi perché tanto can-can intorno all'Italia per i respingimenti di Maroni e come mai invece una  simile cortina di silenzio complice sul durissimo sgombro francese, voluto dal ministro dell'immigrazione Eric Besson?
E dove sono i lai degli "alti" Commissari dell'ONU come la Navi Pillay? E dov'è il solito Barrot della commissione Ue? Non ho sentito lo stracciarsi di tonache nere dei vescovi. Ma forse mi sono distratta.
Pare evidente poi che ci fosse un accordo tra le autorità inglesi e quelle francesi per respingere al mittente i clandestini afgani, prima che raggiungessero le coste britanniche. Ma LORO possono. Noi NO. Se lo facciamo noi diventiamo automaticamente dei "razzisti".  Qualcuno mi spieghi il perchè...

18 September 2009

L'ultimo spot del fu Mike: se la morte ci fa troppo belli


Ieri sera in tv hanno mostrato l'ultimo spot che Mike Bongiorno aveva girato per Infostrada insieme a suo figlio Leonardo e a Fiorello. Il figlio di Mike (che sembra un piccolo clone del padre un po' come Alberto Angela con Piero), parla con Fiorello mentre Mike fa il vecchio regista  che dà il ciak, lì seduto con la troupe. La famiglia Bongiorno, per bocca della moglie, si è premunita di far sapere  che così avrebbe voluto il caro estinto, che detto spot era già stato girato da Mike in vita; pertanto andrà in onda.
Chi scrive, come la maggior parte degli Italiani, è tra quelli che provano simpatia e affetto per quel gentiluomo che è stato Mike. Ma c'è un limite a tutto. E la morte serve proprio a contrassegnare questo spartiacque. Non a caso si dice requiescat in pace e si recita come prece "l'eterno riposo". L'essere umano però è insaziabile di felicità terrene, di successi, di denaro  e di gratificazioni, a quanto pare. Si pensi ad esempio, alla pessima consuetudine di applaudire una bara in uscita dalla chiesa, come se l'estinto fosse  in palcoscenico a ricevere ovazioni. Chi lo fa è perché aspira forse ad analogo trattamento in caso di morte propria.  Ergo, non sa limitarsi nemmeno in caso di contrappasso.
Inoltre,  con la tv interattiva e gli effetti speciali ne vedremo delle belle, e finiremo come nei romanzi di Philip Dick per credere negli ologrammi, al posto degli essere viventi, giocando di continuo tra la vita e la morte.  In parte è già così, dato che il virtuale ha preso il sopravvento sul reale e possono ingannarci come vogliono.
L'immortalità è l'ultimo faustiano sogno della frontiera umana, dopo il mito dell'eterna giovinezza. Dopodiché diventeremo tutti quanti dei nosferatu (mai morti), condannati all'inquietudine e al mal di vivere eterno. Magari per interposta persona, quella dei familiari e dei successori.
A tale scopo vorrei citare una storiella Zen, tratta da 101 storie Zen che mando a memoria:
Addormentati e basta

Un vecchio maestro Zen stava per morire e diede le ultime disposizioni al suo allievo su come doveva succedergli e portare avanti l'insegnamento del Buddismo: ricordati di fare questo, e questo, e quest'altro. Incontra queste persone e queste e quest'altre.
Raccomandazioni a raffica praticamente su tutto: casa, giardino, incontri, rito del tè, ecc.Insomma, le disposizioni del morituro al successore non finivano mai. Finché l'allievo gli rispose laconicamente: "Addormentati e basta!".
La morale è fin troppo chiara: noi non possiamo esercitare il  controllo della nostra vita in eterno. Non possiamo averlo sempre da vivi, figurarsi da morti.


16 September 2009

L'assalto al Carroccio

Dopo i "tori inferociti" contro Berlusconi, siamo giunti  all'assalto al Carroccio. E' la seconda parte della strategia antigovernativa: via Berlusconi e marginalizzazione del suo più prezioso alleato, la Lega di Bossi.  L'ha capito pure Maroni che  in realtà, attaccano il Premier per arrivare a neutralizzare la Lega.
Sì, perché tra i principali dogmi del mondialismo c'è l'immigrazionismo con  le sue  frontiere aperte ai quattro venti (Schengen e non solo), la cittadinanza facile, il voto agli stranieri sempre fatto penzolare come la futura spada di Damocle nonché la cancellazione del legame nazione-nascita e sangue-suolo (ius sanguinis).
Che ridotta in parole povere, significa rinnegare i nostri genitori e progenitori, nonché l'italianità trasmessa per "nascita". E dato che per i "progressisti", chiunque può far famiglia, pure gli omosessuali, le lesbiche e a breve anche i trans, allora perché mai questa fissa del diritto di sangue e dell'italianità trasmessa per retaggio ereditario? Lo dice pure quel cervellone di Franceschini che lo ius soli è "più moderno", no? E cosa importa se non è ancora scritto in quella Costituzione che si difende sempre a spada tratta, solo quando fa comodo?! Le si può apportare una opportuna modifichetta studiata ad hoc...
E allora ecco la carica dei "101 moderni", amici della globalizzazione.
Pierfurby minaccia: trovare una maggioranza antileghista è un gioco da ragazzi e ci si impiega 10 minuti. Eppoi Casini il suo "Obama" (così l'ha chiamato lui, durante la campagna elettorale per le europee) all'italiana da sbandierare al mondo, se l'è già trovato in Magdi Allam.
Fini intima e stigmatizza: la vera pazzia è negare i diritti agli immigrati.
"Sì, a casa loro", replica Bossi.  Buttare  giù questo governo per dar vita a uno più illuminato significa ricavare per i fautori del mondialismo un bel po' di profitti dal melting pot.  Vuoi mettere? Se sbarcano sulle nostre coste degli  ignoranti analfabeti nella nostra lingua e cultura, ci vorranno scuole, e anche l'istruzione e i corsi di lingue  è un business. E case, e anche i cantieri edili sono un business. O ospedali e cure mediche, e anche i farmaci sono un business. Se poi chi proviene da altre latitudini ci porta dentro pesti buboniche, lebbra,ebola, sifilide, tbc o altre malattie contagiose, ci sono i vaccini uguali per tutti, di cui non conosciamo gli effetti collaterali. Ed è altro colossale business per l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e i suoi derivati. Inoltre, se le strutture sanitaria vanno in tilt,  esistono le assicurazioni sanitarie e la sanità privata, altro business.
Aumentano in modo esponenziale  gli stupri, le rapine, la delinquenza e la criminalità organizzata?
Niente paura, anzi, "non abbiate paura" (lo ripete ogni giorno pure  sua Eminenza Fini): ci sono le industrie degli antifurti, delle armi (che in Italia non si potranno mai usare), delle porte blindate e dei serramenti antiscasso, delle assicurazioni per la casa, per l'auto e per ogni cosa respiri o non respiri.
Insomma, per chi non l'avesse ancora capito, mescolarci tutti e farci passare per "tutti uguali",  nel nome della Fratellanza Universale è un grosso AFFARE. L'affare del millennio.
Ecco perché la Lega deve sparire, marginalizzarsi, essere posta fuori gioco. Perché, anche se nata come partito locale, ci ricorda chi siamo e da dove veniamo. Quali sono i riti, i cibi, i dialetti, la religione, le usanze, le sagre, le festività patronali, le esigenze economiche, tributarie e sociali di chi abita al Nord, di cui il federalismo è solo un primo passo. Un esempio che può diffondersi a macchia d'olio non solo in tutta la Penisola, ma anche in altri stati d'Europa. Insomma, per i poteri forti, dei cattivi maestri da mettere alla sbarra.
Ma è una pia illusione, si mettano pure l'anima in pace, i mondialisti. Se anche riuscissero ad addomesticare la Lega, ormai la strada è stata spianata e nasceranno tanti di quei movimenti identitari che non sarà più possibile controllarli.  

12 September 2009

I tori inferociti dell'autunno caldo anti Cav.

Berlusconi come Mattei? L'ambizione costa cara e cercare un'equidistanza tra Ovest ed Est, fare accordi energetici Eni-Russia e con la Libia di Gheddafi non reca amicizie oltre Atlantico. Leggere a tale proposito, queste analisi:  "Se L'Italia prova a obbidire meno del solito e anche "Gelo con Washington: Italia e Eni troppo amiche della Russia" di Maurizio Molinari.
D'altro canto c'erano le rampogne e la sgarbatezza da rozzo bovaro dell'ambasciatore americano Spogli che parlò dell'Italia come di  un paese in decadenza di cui mi occupai in un post pregresso. E questo proprio quando l'American dream sta andando in frantumi. O se preferiamo un termine informatico-finanziario in default.
Paolo Guzzanti sul suo blog preconizza scenari orchestrati e diretti dagli Usa che avrebbero un obiettivo: non far mangiare il panettone di Natale al Cav.
E le scrive belle chiare: le toghe non sono rosse, ma a stelle e strisce. O meglio, "internazionali". Oh yeah! Leggete in proposito questa sua replica a un lettore:
L'AMERICA quando vuole sa come muoversi. Craxi e Andreotti che hanno creato gravi problemi strategici agli americani, hanno sperimentato la potenza del FBI.
Mani Pulite nasce come operazione FBI (un'operazione, fra l'altro, internazionale nata proprio con il nome "clean hands") e l'FBI segue con attenzione le vicende di mafia, finanza sporca eccetera.
Sulle escort non c'è neanche bisogno di operazioni tanto complicate.
Gli americani sono anche furibondi con SB perché si spaccia per il mediatore fra Usa e Russia (...)

C'è da chiedersi perché mai Guzzanti che è filoamericano sfegatato riveli dei così importanti piani di destabilizzazione sul suo blog, invece di coprire i suoi amici. Forse non ha resistito alla tentazione di sembrare intelligente e bene informato. Ah, vanitas vanitatum! O forse vuol dare un avvertimento a quel Berlusca di cui è detrattore. Chissà...
Comunque sia, risulta lampante anche ai ciechi, che Fini e  Pierfurby Casini sono già da un bel pezzo a libro paga "altrove".
Poco probabile che Luca Cordero di Montezemolo riesca a dar vita a un suo partito "centrista". Però farebbe anche lui, parte del "gioco a tre punte" .
Una cosa tuttavia,  omette di profetizzare Guzzanti: i giovedi neri prossimi venturi di Wall Street  nell'ottobre ormai alle porte. Quindi prima di destabilizzare il mondo a casa d'altri, l'America farebbe assai bene a  ficcare  il naso nei propri conti, perché noi ci siamo proprio stufati di pagare i debitacci loro, di essere i vassalli perdenti della IIa guerra mondiale, di passare per carnefici aguzzini anche quando (come nel caso della  sottoscritta) proveniamo da famiglie antifasciste o non compromesse col ventennio, senza contare che le giovani generazioni sono innocenti e non c'entrano nulla.  Di aderire supinamente a quella nefanda cordata di Banche che è l'Unione Europea-BCE voluta da loro, di ospitare migrazioni oceaniche, di garantire il welfare all'ultimo arrivato dall'Uganda strappandolo di bocca a chi ha sudato per ottenerlo nel corso di generazioni, di  accettare enclaves di etnie separate, trasformando i nostri meravigliosi borghi medievali in luridi e degradati Bronx dove le coloured gangs si fronteggiano l'un l'altra, in attesa che emerga il futuro Obama de noantri nel nome della magnificata società multietnica -  quella che dà a tutti una chance. 
Vi piace tanto questo modello? Tenetevelo per voi e non esportatecelo coattivamente. Soprattutto, imparate a rispettare il voto degli elettori italiani, invece di buttare a carte quarantotto i leader legittimamente eletti. In caso contrario, non risciacquatevi sempre la bocca col termine "democrazia", la parole più sputtanata che ci sia dopo "pace".
Noi non abbocchiamo. Ci bastano e avanzano gli esempi di società multikulti olandesi, belgi, francesi e britannici. O volete che  tutta l'Europa si trasformi nei vostri fucking suburbia nel nome del progresso? 
Intanto arrivano i "tori inferociti" con le froge fumanti e gli zoccoli scalpitanti dell'autunno caldo contro il Cav : 
  •  Le procure stars and stripes che gli ingenui  come la sottoscritta, in una crisi di daltonismo  ha sempre chiamato "rosse" (così lo credevo fino a ieri, "una faciloneria di questo tipo va iscritta alla categoria dell'anticomunismo militante che, da quando il comunismo non c'è più, è un ferro vecchio della propaganda politichese o un utile strumento di inveramento dei dogmi atlantico-liberesti" (leggere qui).
  • I giornali rivali italiani e stranieri con a capo gli squali della Finanza o le cordate bancarie come il Corsera- Rcs e Repubblica
  • Le cordate di industriali che strizzano l'occhiolino ai Bersani
  • Le banche, la finanza e i poteri forti
  •  Le sinistre di piazza, dei centri sociali,  di palazzo e delle fondazioni bancarie, a seconda dei casi.  
  • I traditori e le quinte colonne interne alla coalizione di governo come Fini.
  • Qualche escort pentita in vena di ricatti e di confessioni pruriginose.

Berlusconi non ha cantato il Nabucco. Che fuor di metafora vuole dire che non è rimasto in attesa dell'oleodotto "americano" per promuovere invece  i suoi piani energetici in autonomia. Inoltre  l'Italia non è nella palta come gli Usa in fatto di debiti e ha il risparmio delle famiglie in ordine. Tremonti non ama le banche e gli "illuminati" della finanza internazionale e le canta troppo chiare. Lorsignori, per tutta una serie congiunta di queste circostanze non hanno gradito. Chi poteva dunque aizzare i "tori inferociti"?
Il solito Cossiga lo sa e l'ha detto: "Solo l'America poteva mettere in piedi un simile ambaradan".
Chi disprezza e calpesta le patrie altrui è destinato a cadere in rovina e a perdere la propria.  Questa non è né una profezia né un cattivo augurio per l'America: è quasi una certezza.
Berlusconi come Mattei o come Gardini o come  Bettino Craxi?
Un consiglio: faccia controllare il suo aereo a persone fidate, si guardi alle spalle e non sia un ingenuotto da pacche sulle spalle con gli "American good friends". Lo diceva perfino mago Merlino nella saga dei Cavalieri della Tavola Rotonda che il male si annida sempre là dove meno te l'aspetti.
N.B: Il blog consigliato della settimana è di DAW, il cui titolo è impertinente quanto emblematico: "Rassegnatevi, vi ha fregato anche questa volta".

08 September 2009

Sulla pandemia non ce la contano giusta


Influenza A, febbre suina, nuova influenza, pandemia... Hanno iniziato già a chiamarla con troppi nomi, per i miei gusti.

Ma soprattutto colpisce la schizofrenia mediatica che oscilla tra la superficialità totale nell'informare (della serie "L'Italia non corre nessun rischio", "la situazione è sotto controllo"), e l'allarmismo che si è registrato in questi ultimi giorni dopo la morte di quel poveretto a Napoli, dove la chiesa è rimasta vuota per la paura della gente, come se il defunto, sigillato nella bara di legno, potesse ancora produrre contagio.
Dove anche il ministro Gelmini parla di possibilità di prolungare le vacanze di Natale, quando i picchi dell'epidemia saranno più elevati.
Ma c'è qualcosa che puzza più di bruciato d'ogni altra: quando ancora non se ne sapeva abbastanza della "nuova influenza" circa l'eziologia, la sintomatologia, né quando né come né dove avrebbe colpito, l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) annunciava già vaccini disponibili su scala mondiale.
Prima domanda - Come se li sono studiati e procurati così in quattro e quattr'otto, questi vaccini senza conoscere in profondità tutti i dettagli della pandemia fin dal suo sorgere? Di solito occorre del tempo per far fronte a nuovi virus mutanti, specie se sconosciuti.
Seconda domanda - Come faranno le categorie più a rischio a difendersi simultaneamente dalla comune influenza stagionale e da quella "suina"?
Terza domanda - Siamo sicuri che i vaccini per l'influenza ordinaria e quelli della suina siano compatibili?

E siccome la percezione delle persone è quella di non sentirsi correttamente informate né tutelate, ecco allora sorgere tabù, psicosi e forme di panico da villaggio africano che credevamo relegati ad altri paralleli dell'emisfero: non baciarsi nemmeno sulle guance, non stringere le mani, non scambiarsi il segno di pace in chiesa.
Non si salvano manco i santi, visto che a Napoli è già vietato baciare la reliquia di S. Gennaro.
A nessuno, però, che passi per la mente di non viaggiare, né cercare di disincentivare gli spostamenti nei paesi stranieri più colpiti. No, non sia mai a dire. Business is business e i trasporti in treno, aereo, nave, per fare vacanze, o metropolitane per andare al lavoro devono continuare as usual.
Tuttalpiù alla mala parata, ci si può sempre lavare bene le mani - una raccomandazione idiota per bimbi dell'asilo Mariuccia. O girare per uffici, luoghi di lavoro e scuole con la mascherina.

Intanto perfino il Foglio in questi giorni è stato costretto a scrivere che questo vaccino sarà l'affare del secolo, per le case chimico-farmaceutiche multinazionali.
Eh già, c'è la crisi. E questo potrebbe essere un modo assai rapido per incamerare denari perduti e magari risanare una parte del debito, ad esempio. Sulla nostra pelle.
A virus globali, rimedi globali per debiti globali.

04 September 2009

Provaci ancora Gianfry


Settembre, andiamo, è tempo di migrare. D'Annunzio però pensava ai suoi pastori d'Abruzzo, non ai "migranti", come fa Fini. Ormai non passa più un giorno senza che il Gianfuffa non si preoccupi degli stranieri in arrivo sulle nostre coste. Il problema più importante per lui è ottenere i plausi (e magari anche i voti) dagli immigrati. Forse deve aver capito quanto poco popolare sia tra gli Italiani.
O forse deve temere il rientro tra i colonelli del suo partito, i quali gli stanno facendo la fronda. Così continua a fare il maitre à ennuyer sulla legge di fin di vita, contro il "killeraggio giornalistico" e le presunte "ordalie" (con riferimento a Feltri). Ma soprattutto batte e ribatte il suo chiodo fisso: gli immigrati e la riduzione di tempo per ottenere lo ius soli , condizione imprescindibile per il diritto di voto, già alle elezioni amministrative. In altre parole, del diritto d' arrembaggio nel nostro paese e della cancellazione di quello ius sanguinis proprio del Risorgimento, periodo storico che in altri frangenti il Presidente della Camera si è dilungato a magnificare. Però, che bella coerenza storica!

Parliamoci chiaro. Il nostro paese concede già anche troppe cittadinanze facili e ingressi più che agevolati. Venire a vivere in Italia (che è il Museo dell'arte del mondo intero) dovrebbe costituire un privilegio, non un diritto.

Esiste purtroppo già uno ius soli de facto. Ma ora il Gianfry lo vuole anche de iure, di diritto. E cioè, la cancellazione giuridica del concetto che sancisce il legame sacro sangue-terra.
Qualcuno si chiede cosa gliene venga indietro.
Secondo certi rumors sarebbe iscritto al B'nai B'rith, la potente massoneria internazionale che in ebraico significa "Figli dell'Alleanza". Vero o no, e quale che sia la sua loggia o associazione di appartenenza, una cosa è certa, gli interessi finiani non sono quelli degli elettori dell'attuale governo in carica. Temo che lui sappia del suo scarso indice di gradimento, dato che dei sondaggi ne dispongono tutti i politici. Per questo, approfitta della sua carica istituzionale per accelerare su temi impopolari, da lui imposti quasi obtorto collo per l'agenda di settembre.

E per questo attacca la Lega, un giorno sì e l'altro pure e non perde il destro (ma soprattutto il sinistro) per seminare zizzannia tra Berlusconi e il Carroccio, parlando di appiattimento del PdL su quest'ultimo.
Il leghista Roberto Castelli ha dichiarato che Fini, potrebbe finire nell'anonimato politico come è accaduto a Bertinotti.
Personalmente, non lo credo, visti gli sponsor che detiene nonché la spregiudicatezza e il trasformismo del personaggio, a mio avviso ben peggiore del vecchio Fausto rifondarolo. Ma mi auguro che ciò accada.
Aggiornamento: sul conclamato trasformismo e le virate di Fini leggere anche l'ultimo editoriale di Feltri "Dove vuole arrivare il compagno Fini"