Nessie New Logo

19 June 2010

Una breve sosta estiva



Se noi ombre vi abbiamo offeso, per poterci dare il perdono: fate conto di aver dormito, mentre queste visioni apparivano e che a mostrarvi paesaggi immaginari sia stato un sogno.
Signori, non ci rimproverate.
Se ci perdonate... rimedieremo!
Ascoltate l'onesto Puck: se avremo la grande sorte di sfuggire ai vostri insulti, potremo rimediare, signori. Che Puck non è un mentitore.
Quindi: buonanotte a tutti voi!
Datemi la mano e siamo amici! e Puck i danni vi rifonderà.

 (dal finale di  Sogno di una notte di mezza estate di W. Shakespeare)

Questo blog sospende la sua attività per una pausa estiva. Arrivederci a presto.

16 June 2010

Prodi e le revolving doors con BP

Chissà perché quando si parla di certi argomenti, i cronisti usano gli pseudonimi. E' capitato a un giornalista del Il Tempo , con l'articolo su Romano Prodi che fa ufficialmente parte dell'"Advisory Board" della BP, la compagnia petrolifera della piattaforma Deepwater Horizon. 
Nessuno spiega esattamente quali siano le funzioni di questo organismo lasciando invariata la parola inglese. Innanzitutto tentiamo una traduzione del termine: Assemblea dei consiglieri   E il cronista che ha riportato la notizia con annessi retroscena come si vede dal link, si firma Marlowe. Sì, il nome del celebre detective dei romanzi noir di Chandler.
In questi giorni le agenzie di  stampa si sono limitate a dare poche righe di comunicato asciutto asciutto in cui spiegano  la  natura dell''incarico con le parole dello stesso Prodi: "sono stato chiamato più di un anno fa per discutere di temi di strategia internazionale". Inoltre,  "cinque membri del Board si sono incontrati fino ad oggi solo due volte e non sono mai stati chiamati a parlare dell'incidente avvenuto nel Golfo del Messico".  "Questo tipo di eventi non fa parte del mandato dell'Advisory Board, così come nessuno dei suoi membri ha alcuna competenza su questi temi".
Se lo dice il Mortadella, ci crediamo. Si fa per dire.
Non ne dubita nemmeno Marlowe, che scrive: "Ci mancava solo che Prodi fosse in qualche modo responsabile dei pellicani morti in Louisiana. Quello che però incuriosisce, e forse sconcerta, è la facilità di entrata e uscita del fondatore dell'Ulivo dal business alla politica e viceversa. Prodi, per vari mandati presidente dell'Iri e proprietario di Nomisma (consulenze e ricerche), lasciò per l'ultima volta la holding di via Veneto nel '94; nel '96 sconfisse Berlusconi per il governo del Paese. Da palazzo Chigi gestì privatizzazioni e dismissioni di settori dei quali fino a poco prima era il terminale pubblico. Tra questi la telefonia con il famoso metodo del «nocciolino», un'operazione non particolarmente brillante. Nel 1999 Prodi venne nominato alla Commissione europea. Nel frattempo era stato consulente della Goldman Sachs, la più grande banca d'affari del mondo".

"Dopo il disastro ambientale nel Golfo del Messico è emersa, assieme alla chiazza di greggio, la notizia che Romano Prodi è nell'advisory board della British Petroleum. Superconsulenti ingaggiati, come fanno spesso questi grandi gruppi con ex leader politici, per utilizzarne le competenze e soprattutto le conoscenze. Qualche quotidiano ci ha ricamato su ed è stato ieri prontamente querelato, forse nel quadro della campagna antibavaglio".

T'è capì? In questo specifico caso, nessuno invoca "l'antibavaglio".

 "Sui siti ufficiali di Romano Prodi fino a qualche giorno fa della consulenza per la Bp non vi era traccia. Così come nulla veniva detto a suo tempo dei rapporti con la Goldman Sachs. Mentre quando il Professore nel 2008 ha rifiutato l'offerta di presidenza del gasdotto South Stream propostagli dalla Gazprom, la notizia venne ampiamente pubblicizzata dal suo entourage, rimarcando che l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder aveva invece accettato di «promuovere» il gasdotto North Stream...".

"Dov'è dunque il problema? Secondo noi ce ne sono almeno tre. Primo: questi incarichi o si assumono a mandato politico definitivamente chiuso, o viceversa vanno sempre resi pubblici. Secondo: nel caso di Prodi sarebbe stata preferibile una maggiore trasparenza. Apprendere le cose dai giornali, in modo casuale e contorto, non è il massimo. Terzo: quando si parla di banche e petrolio si parla dei settori più strategici del mondo. Non a caso le crisi planetarie vengono da lì. Eppure la commistione tra business e politica (comprese le famose dichiarazioni di voto dei banchieri ulivisti) prosegue, a dispetto di tutto. Infine, se il Professore ce la passa, un modesto consiglio: dopo gli scandali di Wall Street e la marea nera, Prodi si scelga un settore più tranquillo". (Leggere tutto)

Per parte mia, alle già ghiotte notizie, aggiungerei dell'altro. Prodi cerca incarichi internazionali per riciclarsi e accedere al Regno delle porte girevoli, riconquistando  il prestigio perduto, dopo quel suo governicchio cigolante durato sì e no due anni scarsi. Non è che dopo questa verniciata di lucido nero petrolio,  il Pellicano-Prodi ce lo ritroviamo in lizza, in volo per la successione al Quirinale?
Nel qual caso spero che gli si appesantiscano le ali. Di British Petroleum.

Altre letture suggerite sull'argomento Prodi e Goldman Sachs dal blog di Marcello Foa:  Grecia, Goldman, Prodi e le domande che nessuno pone 

14 June 2010

Styled in Como (storia dei nostri vestiti)

Il 21 giugno entreremo nel solstizio d'estate con le sue mitiche notti chiare di S.Giovanni. Finalmente è tempo di ritirare negli armadi abiti, pantaloni, giubotti e maglioni dell'interminabile stagione fredda. Gran  voglia di indossare indumenti colorati e leggeri, quasi in una  necessaria cromoterapia. Avete provato a passare in rassegna il vostro guardaroba per vedere quante belle cose e quanti meravigliosi tessuti indossavamo fino a non molto tempo fa? Puro cotone, seta, lino, canepa, raso, vigogna,  pettinati di lana, velluti lisci e a coste. Il tessuto era prodotto in Italia e la fattura dell'abito pure. Potete sincerarvene dalle etichette. Provate invece a vedere ora tutta la fuffa che circola attraverso catene di franchising in negozi di dozzina che spuntano come funghi, ma altrettanto rapidamente chiudono i battenti, per poi riaprire chissà dove. Camiciole, magliette, vestitini e pantaloni che in vetrina sembrano graziosi, ma che dopo qualche mese e qualche lavata sono da gettare nei rifiuti. Insomma, straccetti striminziti che fanno cattiva riuscita.
Esaminate l'etichetta di queste fuffette: sono tutte made in  China, made in Romania, made in Ucraina, made in Shri-Lanka. Colpisce che perfino i costumi da bagno provengano dall'Est. Ne ho appena acquistato uno con una graziosa fantasia, ma con mio sommo disappunto era made in Ucraina e l'etichetta era ben nascosta. Perciò, occhio, cercatela, snidatela e leggetela l'etichetta, prima di acquistare! Dove sono finite le prestigiose marche italiane di bikini e pezzi interi  come la Mitex, Pharah- costumi da bagno?  Vecchi tempi gloriosi, si dirà. Sopravvive malapena la Imec, ma a prezzi da capogiro.  Per il resto non c'è più nulla di nulla.

Mi trovavo per caso in quel di Como in trasferta e mi sono fermata in una seteria.  Como era famosa per il tessile ed era la città di grido dell'alta sartoria. Guardo i prezzi di casacche, camicette e abiti. Poco, penso. Con 53 euro un abitino in seta è davvero poco.
Entro, lo provo e guardo l'etichetta "Styled in Como" c'è scritto. Chiedo conto alla commessa. "Sì, ideato a Como" , mi conferma.
" Ideato lo vedo anch'io. Ma l'indotto dov'è?"
"Se lo immagini un po'", mi dice con onestà.
"Cina? India?".
"Se è in India è ancora fortunata".
"Sa qual è la mia paura?" confido alla commessa, "che questa gente ora pratica prezzi convenienti solo per buttarci fuori mercato. Una volta che si son garantiti la piazza e che avremo perduto anche gli ultimi baluardi di prodotti nostrani, poi alzerà inevitabilmente i prezzi di articoli qualitativamente inferiori ai nostri".
"E' anche la mia, signora,  e in parte è già così. La nostra città non è più quella e  molti dei migliori negozi sono stati chiusi".
La morale è che non si devono gettare via abiti, cappotti, giacche, camicie solo perché sembrano démodé. In ciascuno di questi capi c'è un po' della nostra storia. Individuale e nazionale. Non ritroverete mai più l'asola di un bottone altrettanto ben rifinita.Non recupereremo mai più lo stesso stile elegante e raffinato con gli stessi tessuti resistenti di ottime fibre. Portateli in lavanderia, rinfrescateli, fateli rammodernare da una sarta, se avete la fortuna di trovarla. Ma non gettateli,  perché non troverete facilmente di che rimpiazzarli.
Abbiamo esportato raffinatezza, buon gusto, grazia ed eleganza nel mondo, e in cambio ci costringono a saturare il nostro mercato di fuffaglia aliena al nostro stile. E' il  turn over del mercato globale, Baby.
Per far emergere i paesi "emergenti" dobbiamo andare a picco noi: sta già scritto.
Ancora un  passo, e saranno gli africani a mandarci gli indumenti attraverso la Caritas con gli appositi raccoglitori dell'Humanitaria. Con il consenso di Confindustria, Confcommercio,  Confartigianato e Sindacati che nulla hanno  fatto per impedire la delocalizzazione delle nostre aziende, la penetrazione di merce tarocca e farlocca sul nostro mercato, e per salvaguardare le nostre sapienti maestranze. Al contrario, hanno incoraggiato e spinto verso questa desertificazione.
Perciò, comprate di meno, ma comprate e vestite italiano.  

10 June 2010

Ce lo chiede l'Europa

 A breve dovrò far controllare l'auto col bollino blu per l'emissione dei gas di scarico e fare anche il tagliando. Me lo chiede l'Europa. Anzi, ce lo chiede l'Europa.  Poi c'è la caldaia. Meglio prepararsi in anticipo in estate per l'inverno. Ce lo chiede l'Europa.
I conti del nostro paese devono essere in regola e il governo si prepara a varare la nuova finanziaria, detta "manovra". Ce lo chiede l'Europa. La Grecia rischia il fallimento perciò va sostenuta. Ce lo chiede l'Europa. Ora spunta anche il problema dell'Ungheria. Poi sarà la Spagna, il Portogallo, forse l'Italia. PIGS o PIIGS? In ogni caso, bisognerà provvedere. E' l'Europa che ce lo chiede.
Le donne devono andare in pensione a 65 anni e l'Italia è già in ritardo. Ce lo chiede l'Europa. Se l'Italia procrastinerà questa "armonizzazione"  rispetto ad altri paesi, ci saranno pesanti procedure d' infrazione per ogni anno di ritardo. Ce lo chiede l'Europa. Gli uomini potrebbero lavorare fino a 70 anni, perché la vita si è allungata. Ce lo chiede l'Europa. I malati terminali potrebbero trovare un ottimo sollievo per se stessi e per loro  famiglie, con l'eutanasia. Eppoi, diciamolo, è un bel risparmio.  Una "libera scelta" imposta dall'Europa. I crocifissi appesi al muro degli uffici pubblici vanno asportati. Ce lo chiede l'Europa. Bisogna risparmiare sull'acqua nei consumi domestici. Ce lo chiede l'Europa
Occorre modificare le reti da pesca allargandone le maglie, spingere i pescherecci due miglia più al largo dalla costa, non  mangiare il fritto misto, ma solo fritto uniforme.  Ce lo chiede l'Europa. Non bisogna produrre troppo latte e attenersi strettamente alle quote, così pure per gli agrumi, facendo sprofondare nella disperazione allevatori e  contadini. Ce lo chiede l'Europa. Gli omosessuali potrebbero sposarsi e adottare figli. Chi  non è d'accordo è un omofobo. L'omofobia è un reato. E' l'Europa che lo richiede. I porta-enfant per i lattanti nel retro dell''auto devono recare il marchio CE e devono essere omologati.
I bambini non avranno papà e mamma ma genitore A e genitore B.  Lo chiederà prima o poi l'Europa.
Le polveri sottili non devono superare una certa soglia, in caso contrario si va a piedi e si lascia l'auto in garage. Ce lo chiede l'Europa di chiudere le nostre città al traffico.


L'Europa che  tutto appiattisce, che detesta le differenze vorrebbe anche che i frutti e gli ortaggi del mercato globale non esibissero nemmeno più  le etichette di provenienza, nel timore di regurgiti di "arianesimo ortofrutticolo" - non si sa mai.
E' l'Europa degli Idioti che, nata dal giacobinismo massonico e dal socialismo marxista, crede nell'uguaglianza e nella fratellanza universale. Per questo spalanca ai  quattro venti le sue porte, sorridente e ruffiana, a tutte le moltitudini di uomini di tutti continenti importando de facto razzismo, intolleranza anche tra popoli notoriamente tolleranti e pacifici, scatenando lotte e guerre  tra i poveri, tra lavoratori autoctoni  e allogeni. Ma poi ci vuole zitti, muti, rassegnati, invasi da immigrazioni senza fine,  depressi e sprofondati nell'inazione. E come da suo Trattato di Lisbona è prevista la galera e perfino la morte per chi si ribella alla sua falsa e ipocrita pax mercantile, vista come la panacea ai "mali assoluti" del '900.
 E' questo che vuole l'Europa. Un'Europa farabutta e arrogante che non ha nemmeno bisogno di consultare i cittadini per imporci la sua eurodittatura eurocratica e bancarottiera. Liberiamocene!

05 June 2010

E' ufficiale: la suina è una truffa dell'OMS

Mi domando se ora che perfino i TG hanno dato notizia della  clamorosa smentita circa  la supposta gravità della pandemia suina altrimenti detta H1N1 o "influenza A", i nostri politici ci faranno sapere perché  mai in tempi di austerità economica, si sono dovuti spendere parecchi miliardi polverizzati nel nulla per vaccini rimasti inutilizzati. Intendiamoci, non sono stati gli unici,  e pazienza se poi troveranno la scusa che è meglio un eccesso di prudenza che rischiare delle vite umane. Ma ora l'occasione è propizia per denunciare chi sono e cosa fanno queste organizzazioni mondialiste come l'OMS: spaventare la gente, creare allarmismo, in cambio di lucrosi profitti su prodotti farmaceutici e vaccini da piazzare nel mondo. Me ne occupai già in questi precedenti post  del 8/9/2009 "Sulla pandemia non ce la contano giusta" e del 21/1/2010 "L'invenzione della malattia"
Ora nuove accuse arrivano dal "British Medical Journal" e dagli esperti del "Bureau of Investigative Journalism" inglese che vedono colpevole l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Per i dettagli, leggere qui . Sicché quelli che pensarono male da subito  (e la  sottoscritta era tra questi) non furono affatto in preda alle traveggole.
Ma c'è un altro fatto eclatante che va sottolineato. Qualcuno ricorda la brava e coraggiosa Ministro della Sanità della Polonia Ewa Kopacz (nella foto) e la sua requisitoria al Parlamento polacco contro la truffa del vaccino?
. "Quei vaccini sono una truffa!" disse in questo memorabile filmato al Parlamento polacco. Ecco le parole che avremmo voluto sentire dai nostri politici ma che non abbiamo sentito.  Ewa è deceduta durante quel funesto atterraggio per la cerimonia di Katyn. Vale la pena di leggere anche questo articolo
 "L'OMS e la morte delle élites polacche". Secondo l'autrice di questo articolo, la giornalista Jane Burgemeister, l'epurazione delle élite in Polonia potrebbe essere stato l'inizio di purghe agli oppositori al vaccino in tutta Europa, dato che l'OMS (a capo della quale c'è Rockefeller) e le grandi corporations farmaceutiche, sono già  in marcia per un secondo lancio di una pandemia globale. Si salvi chi può.
Nell'attesa, leggere queste ultime notizie circa tre "scienziati" dell'OMS sotto accusa per aver praticato un pesante conflitto di interessi nei confronti delle loro corporation farmaceutiche di riferimento come la Roche e la Glaxo.