Nessie New Logo

26 June 2014

Onda su onda


Stacco per una settimana, cari amici.  Mi pare che ci abbiano già abbastanza seviziato con crisi feroci, cataclismi, drammi,  torti, storture, abusi e ingiustizie e iniquità d'ogni tipo.  So bene che anche non pensarci, non informarsi, sospendere la  lettura dei  giornali,  non serve a niente, perché il mondo storto va indietro (e a pezzi) lo stesso. Siamo, come dice la canzone di Paolo  Conte , "in balia di una sorte bizzarra e cattiva".

 Ma ogni tanto è corretta igiene mentale  liberare un po' il cervello. La canzone è molto italiana, perché anche nella tragedia di cadere in mare da una nave che è già "una lucciola persa nel blu" che si allontana, insomma da un naufragio, può saltar fuori una nuova vita in un' isola felice con donne belle, frutti esotici e musica. Ve ne offro due versioni: quella del suo autore Paolo Conte, quella di Bruno Lauzi. Ciascuno scelga la  versione preferita.

Ci salveremo? E' importante fare l'impossibile per metterci in salvo.
Ringrazio tutti i lettori e blogger che mi hanno fin qui seguita per la sentita  partecipazione e per i commenti sempre pertinenti e di qualità. Un ringraziamento speciale a Silvio, per gli importanti riscontri oggettivi con i quali supporta questo blog.




 A presto,  e buona estate!


23 June 2014

Patuelli, ombrelli, paracadute e false promesse


L'avete mai vista la faccia grifagna di Antonio Patuelli, presidente dell'ABI? Eccovela. Sembra un uccellaccio rapace. Roba da Lombroso. Non c'è una parola pronunciata da questo essere che non suoni falsa: basta guardare la sua espressione. E ascoltare il suono delle sue promesse  fasulle. Le banche prestano già alle imprese e pertanto non c'è stretta creditizia, le banche erogano mutui agevolati... E ora ascoltate bene cos'altro garantisce e promette...
Il cronista di La Gabbia Filippo Barone, lo insegue e gli chiede se è vero che ci sarà bisogno di "soldi pubblici" per salvare le banche e costui rimbecca tra l'imbarazzato e il visibilmente seccato: "Soldi pubblici? Nemmeno un centesimo". Si dice "soldi pubblici" perché rastrellati dallo stato a noi privati, ma in realtà sarebbe più esatto dire  "soldi nostri". Cioè di noi privati cittadini.
A fine maggio sono iniziati gli stress test per le banche dell’Unione Europea per accertarne rischi e requisiti di capitali. I risultati verranno pubblicati in ottobre. Gli stress test sono condotti dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) e dalle autorità di vigilanza nazionali degli Stati membri, in stretta collaborazione con il Comitato europeo per il rischio sistemico (ESRB), la Banca Centrale Europea(BCE) e la Commissione Europea. Le banche italiane sotto osservazione sono 15:


  • Carige (già travolta da uno scandalo)
  • Monte dei Paschi di Siena (già travolta da scandali)
  • Piccolo Credito Valtellinese
  • Banca Popolare di Milano
  • Intesa San Paolo
  • Mediobanca
  • Unicredit
  • Banca popolare dell’Emilia Romagna
  • Banca Popolare di Sondrio
  • Banca popolare di Vicenza
  • Banco Popolare
  • Credito Emiliano
  • Iccrea Holding
  • Unione Banche Italiane
  • Veneto Banca

Che succede se una delle banche non supera gli stress test? A pagare sarà il pubblico. Non lo dico io, ma il Capo della Vigilanza delle Banche europee Danièle Nouy (ennesima quota rosa). La donna in sede Ue ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di soldi di ombrelli pubblici, definiti chiaramente a livello nazionale. Chiedo agli Stati di onorare i forti impegni presi in merito alla costituzione di fondi per proteggere le banche. Ombrelli che rispondono subito in caso di crisi”.
Danièle Nouy


I banchieri vogliono un punto di PIL per regalarlo agli istituti in difficoltà. Quanti soldi sono? Circa 15 miliardi di euro. Chi pagherà? I contribuenti con nuove tasse e non è nemmeno da escludere un prelievo forzoso dai conti correnti.


post da http://maxsomagazine.blogspot.it/2014/06/a-ottobre-15-miliardi-euro-alle-banche.html

Su in alto potete vedere il video dal programma “La Gabbia” nel quale  Filippo Barone chiede, nel merito,  spiegazioni a Patuelli e a Padoan.
"Soldi pubblici?" chiede con la faccia finto sbalordita Patuelli. "Nemmeno un centesimo". Le ultime parole famose. Ma perfino un giornalista economico arruolato nelle scuderie mondialiste come Federico Fubini di Repubblica, è stato costretto ad ammettere in detto servizio tv, che i governi sono imbarazzati nel  parlare  apertamente di "denaro pubblico". Ombrello, paracadute, backstop, come altro vogliamo chiamarlo?

L'ipotesi  è di 15, 16, 17 miliardi di rifinanziamento. Chi sborsa? I cittadini, ovviamente. L'estate è appena iniziata, ma prepariamoci al peggio... L'autunno che verrà, del resto, è la stagione nella quale si aprono...gli ombrelli. 





19 June 2014

I Nemici dell'Italia

Di Laura Boldrini questo blog si è già occupato anche quando non aveva assurto al ruolo istituzionale di Presidentessa della Camera e faceva il commissario ONU, già in numerosi post del 2007. Ora la Terza Carica Istituzionale dello stato, è assai  preoccupata per la sua immagine in quanto, da parecchi sondaggi effettuati, risulta  antipatica perfino a chi la pensa come lei. A tale scopo, pare abbia ingaggiato degli image makers per capire cosa non funziona nel suo stile comunicativo. 
Uhmm! Ma qui, signora mia, non è  questione di "stile" né di  "immagine", ma di sostanza, di  azioni e  di contenuti. Chi legge questa sua intervista concessa a La Stampa,  sull'operazione Mare Nostrum e sullo sbarco inarrestabile di migrazioni bibliche,  resta ammutolito e preoccupato per le sorti di questo disgraziato paese. Ecco un passaggio estrapolato:
Prima di lamentarci di essere stati lasciati soli chiediamoci quante domande di asilo sono state fatte negli altri Paesi, perché in quel caso scopriremmo – e mi scusi se torno sui numeri, ma mi sembrano la risposta migliore – che la Germania ha ricevuto nel 2013 109.600 domande d’asilo, la Francia 60.000, la Svezia 54,200, l’Italia 27.800. Quante persone sono arrivate via mare quest’anno? 55.000, tante, ma non tantissime, se paragonate alle 800.000 che stanno in Giordania.  

Sinceramente  dopo la lettura completa non ho più parole. Andrà in Sicilia  fra tre giorni a dare il suo benvenuto  e  a porgere la sua benedizione di Madonna degli scafisti  in concorrenza con Bergoglio, a chi ci invade costantemente; dirà loro che qui sono al sicuro, che qui possono arrivare tutti quelli che lo desiderano, quando e come vogliono, che l'Italia non fa ancora abbastanza in termini di accoglienza, ma che si stanno attrezzando per l'uopo.
Ci ha chiesto forse il nostro parere, la signora, prima di spalancare le porte del Paese all'universo? Le ha viste le fotografie di africani ammassati nelle brande sotto agli altari maggiori dentro le chiese di Palermo? Una vera e propria profanazione per credenti e non credenti.
Chiesa palermitana attrezzata su modello CIE
Leggete voi  stessi l'intervista agghiacciante. A me viene rabbia, amarezza e perfino un senso di voltastomaco di fronte a tanta ipocrita melassa da parte di una strapagata funzionaria ONU, oggi remuneratissima incaricata istituzionale, usa ad alloggiare in suite alberghiere a 5 stelle.  
Ormai sul fattore immigrati è una gara a chi le spara più grosse, a spese nostre: Bergoglio, Boldrini, Alfano...

Cosa abbiamo fatto di male per meritarci questa gentaglia scriteriata, nemica dell'Italia e degli Italiani?
Mortificante anche l'intervista in ginocchio ad opera del quotidiano torinese,  che  di fronte a tanta palese arroganza e sicumera, non ha tentato alcun contradditorio. Ma questo si sapeva già.  Una ragione di più per boicottare l'acquisto dei quotidiani, sempre più dannosi megafoni del Potere.

14 June 2014

YUK!




Questa è l'onomatopea preferita di Pippo  ed è diventata l'acronimo di una sovrattassa nelle tasse. Sì, vabbé non si scrive proprio così all'americana, ma la si italianizza in IUC.  E magari si limitasse ad essere solo un suono gutturale!
Il problema per i contribuenti italiani è che non solo devono incessantemente pagare durante tutti i 12 mesi dell'anno, facendo rimpiangere i governi della Prima Repubblica, i quali per lo meno, avevano la grazia di sospendere le decime nei periodi estivi, per poi mitragliarci ad ottobre con la solita manovra finanziaria! Era un gesto di tregua fiscale che serviva a far spendere un po' di soldini (allora erano lirette) agli Italiani, permettendo loro di andare in vacanza, di togliersi qualche sfizio. Ora invece il messaggio è chiaro: niente vacanze, niente rinnovo del guardaroba  estivo, nemmeno un costume da bagno, perché dovete sborsare; e sborsare fino allo strozzo, fino al soffocamento. Usque tandem?
Ma la cosa più umiliante e mortificante -  quella che dovrebbe scatenare per tutta la Penisola gruppi sempre più numerosi e agguerriti di resistenza e opposizione fiscale, è che i comuni non si degnano nemmeno di fornire informazioni, di fornire bollettini precompilati, di mettere il tartassato contribuente nelle condizioni di poter ottemperare. Proliferano già i calcoli on line sulla Tasi (paga e tasi!),  un vero schifo nello schifo indegno di un paese civile! Come al solito il cittadino inerme deve subire la politica dello"scaricabarile" e delle responsabilità che vengono sistematicamente rimpallate fra la Pubblica Amministrazione e i suoi organismi periferici (Comuni, Regioni ecc.) .
Ma ricapitoliamo con gli acronimi della Malora.

  • IUC è l’acronimo di Imposta Unica Comunale: si tratta di una nuova tassa sulla casa che andrà a sostituire l’IMU (imposta municipale unica) : la nuova imposta IUC non sarà applicata alla prima casa (ad esclusione di quelle di lusso) e l’aliquota massima sarà del 10,6 per mille. In pratica, una patrimoniale!
La IUC, come la precedente IMU, sarà suddivisa nelle due componenti “raccolta dei rifiuti” e “servizi indivisibili” (ossia quell'insieme di attività gestite dal comune come illuminazione pubblica, sicurezza, manutenzione stradale, arredo urbano, semafori, servizio anagrafe ecc.).

  • TASI - La Tasi rappresenta la componente che tassa i servizi indivisibili forniti dal Comune,. Che significa "servizi indivisibili"? quelle attività comunali quali l’illuminazione pubblica, la sicurezza, l’anagrafe, la segnaletica stradale, i semafori, la manutenzione delle strade che dovrebbero andare a beneficio di tutta la cittadinanza. Molti comuni obbligano a pagarla entro il 16 giugno. Cioè lunedi prossimo. Altri hanno rinviato a settembre-ottobre. Altri ancora pensano di risucchiare direttamente dalle tredicesime di Natale: c'est plus facile!
E' giusto trattare le amministrazioni comunali come aziende che per pareggiare i loro bilanci prelevano direttamente dalle tasche dei cittadini? risposta NO, è un abuso.
E' giusto che i sindaci si prestino a tutto ciò? NO, è una vergogna! sono amministratori, non gabellieri a strozzo! E lo sanno così bene, che durante tutta la campagna elettorale se ne sono stati quatti quatti, per la paura di non venir votati. 


  • TARI - La tassa sui rifiuti (TARI) è stata istituita dalla Legge n. 147 del 27 Dicembre 2013, commi 639, decorre dal 1 Gennaio 2014 e sostituisce quel  vecchio prelievo vigente fino al 31 Dicembre 2013 a nome di TARES .
Il tutto qui enunciato, come avviene per le scatole cinesi,  è parte integrante della citata IUC, una vera e propria patrimoniale su casa e dintorni municipali estorta ai cittadini. I quali in questo mese di giugno dovranno pagare altre tasse come l'IMU seconda casa (ultimo giorno: il 16 giugno), il bollo auto, le assicurazioni, le bollette, le quote condominiali,  i consumi e per chi ha figli, l'iscrizione scolastica per l'anno prossimo.
Renzi è riuscito a compiere la grande bastardata: fingere di dare la briciola (80 euro ai suoi clientes) per poi incassare la  grassa braciola:  YUK!
O IUC! E tutto quello che contempla in termini di contenitore di altre tasse e tributi.
Sorpresina dell'ultima ora: l'usuraio Befera è stato rimpiazzato all'Agenzia delle Entrate ed Equitalia, ma gli Italiani facciano a meno di stappare bottiglie e di brindare: dal Grande Fratello siamo passati alla Grande Sorella. Infatti la sostituta è una quota rosa. Anzi, no, una "quota rossa". Dio ce ne scampi e liberi! Nominando l’ex consigliera rossa di Empoli  Rossella Orlandi,  il Piccolo Sicario Fiorentino ha proclamato di fatto la sua occupazione manu militari di tutta l'amministrazione pubblica  ora in mega quota PD.
Doppio YUK!!!

11 June 2014

Gli uomini nella pubblicità

 
Quella degli uomini,  diciamo pure dei maschi, sta diventando una sorta di "genocidio bianco" di cui pochi si sono accorti, nemmeno i diretti interessati. Cacciati dai luoghi di lavoro e in particolare da quelli relativi ai "servizi sociali"  dalle scuole, dall'insegnamento e da tutto il  cosiddetto"terziario", ormai praticamente in mano alle donne, espropriati della  prole in caso di divorzio (i figli vengono  sistematicamente assegnati alle madri), ridotti in alcuni casi a mendicare alla Caritas un piatto di minestra o a dormire in roulotte perché i loro averi se ne vanno  per il mantenimento di moglie e figli, ora vengono pure irrisi e derisi da campagne pubblicitarie ridicole e umilianti.
 
C'è un uomo con  un costume in pelouche da coniglio rosa di una nota marca di biscotti che suona la serenata  davanti alla ditta dove lavora una bella ragazza vestita da manager visibilmente in carriera. Lui invece ha tempo di farle la serenata con un banjo. Evidentemente è un "disoccupato".  O magari un "esodato".
I love you Lucia! - le dice e agita pure la manina. Poi parte lo slogan pubblicitario che recita più o  meno così: "Si può essere buoni senza essere sdolcinati".
Il direttore dell'azienda (strano che sia ancora un uomo!) chiama la sicurezza per fermare il coniglio mannaro vestito di rosa.
Poi  la ragazza  di nome Lucia esce dall'ufficio e che fa? Per premio di consolazione  dà un biscottino al coniglio canterino. Curioso che gli uomini non inviino lettere di protesta contro la citata marca di biscotti. Lascio a tutti pensare se una simile campagna pubblicitaria fosse stata fatta per "ridicolizzare" la donna. Avremmo avuto, come minimo,  la Boldrini e la Camusso a capo delle neo-suffragette dell'esercito della salvezza femminile. E magari in loro aiuto sarebbero accorse pure la Malmstrom, la Reding e la Lagarde.



Ora la stessa marca di biscotti ha fatto un altro spot pubblicitario estivo: un bagnino in costume da bagno rosso in spiaggia  salva un  cagnolino per una bella ragazza in bikini.  Poi gonfia  narcisisticamente i muscoli  pettorali e i bicipiti come un salvagente per mettersi in mostra presso la ragazza, ma poi si rivela di burro e cade giù. Il  cagnolino petulante che ha appena tratto in salvo,  gli morde i testicoli, evidentemente gonfi e fasulli anche quelli.  "Si può essere buoni senza fare i palloni gonfiati", recita lo slogan.
 
Da conigli sdolcinati, a "palloni gonfiati".
Lascio riflettere i diretti interessati...


07 June 2014

Bergoglio e gli zingari

Curiosamente per il papa che più d'ogni altro  suo predecessore, ha trasformato lo stato di città del Vaticano in una dépendance ONU succede che gli zingari vengono chiamati per nome e non secondo il termine onusiano "rom", che altro non significa che uomo. Siamo tutti uomini (nel senso di esseri umani) e questa non è una novità. Diventa invece una vera e propria provocazione un discorso come quello bergogliano fatto ai conducenti dei bus romani: «Quando prendevo il bus a Roma e salivano degli zingari, l’autista spesso diceva ai passeggeri: `Guardate i portafogli´. Questo è disprezzo, forse è vero, ma è disprezzo».
Il vescovo di Roma, dice "forse è vero". Errato: è vero, senza forse. Da che mondo  è mondo gli zingari vivono di furti, di accattonaggio e di questue, preferiscono dormire alla bella stella, e rifiutano ogni  tipo di assimilazione e d' integrazione, da essi vissuta come restrittiva. E se ne vantano. Orbene, Bergoglio come uomo di chiesa dovrebbe innanzitutto preoccuparsi di dire la verità dei fatti e  di fare rispettare il settimo comandamento NON RUBARE. Se si scandalizza tanto perché i politici rubano, non vedo perché fare degli sconti agli zingari. 

Forse gli zingari possono rubare nelle case impuniti (la sottoscritta ricevette un furto devastante con effrazione ai serramenti, da costoro) senza che debba intervenire né la legge degli Uomini, né quella di quel Signore che ci diede il Decalogo?
E che dire delle centraline di rame delle ferrovie danneggiate da loro con i giornalisti che hanno ricevuto perfino il divieto di scriverlo chiaro e tondo da personaggi come la Boldrini, allorché era ALTO (per me infimo) Commissario dell’ONU?  Quanti treni sono periodicamente deragliati e quanti passeggeri  sono stati messi a repentaglio, a causa di questo genere di furti? Siamo al buonismo più falso e ipocrita, colluso col crimine. Come falso e ipocrita fu quella sorta di zibaldone che la Boldrini in veste di commissario Onu ebbe a distribuire presso le redazioni dei giornali affinché non si fotografassero gli immigrati né si facesse menzione della loro nazionalità ed etnia in caso di  fatti di cronaca nera. (Carta di Roma 2007 ). 

Bene, andiamo avanti. Milano è aggredita da furti di rame delle grondaie e dei canali di scolo dei palazzi con condomini, magari in difficoltà economiche costretti a dover porre rimedio al dolo PAGANDO e ripagando. Suppongo che a Bergoglio importi più collocarsi dalla parte dei ladri, che dei danneggiati. Sindaci come Pisapia strappano il pane di bocca degli Italiani facendo costruire villette munite di giardinetti con appartamenti arredati con tanto di mobili per gli zingari secondo il cosiddetto "piano integrazione". Quanti denari sono stati stanziati per la costruzione di queste villette alla periferia milanese di Baggio? non ci è dato di saperlo con esattezza.

A rafforzare le esortazioni immigrazioniste e perdoniste  bergogliane, c'è la comunità di S. Egidio: bisogna intergrarli! - è l'imperativo categorico.

Gongola la nomade della lista Tsipras Dejana Pavlovic, la quale però puntualizza che vuole essere chiamata secondo il termine onusianamente corretto: "Ringraziamo il Papa", commenta la Pavlovic, vice presidente della Federazione Roma e Sinti insieme, tra i primi ad elogiare il richiamo papale, ma con una precisazione: «Non per polemizzare, chiediamo al Pontefice di non utilizzare il termine zingari. Nessun dubbio, è ovvio, sulla volontà di usare questa parola con un’accezione positiva, ma noi preferiamo essere chiamati rom».

Tié! beccati questa, caro Pampurio. Non si è mai abbastanza corretti politicamente, quando ci si mette su questo scivoloso terreno.

Frattanto, in Sicilia e a Lampedusa gli sbarchi  dall'Africa proseguono massicci, incessanti e senza un attimo di tregua. Chissà se Bergoglio correrà ancora da quelle parti a deliziarci con un'altra delle sue sacrileghe messe su di un altarino improvvisato fatto di relitti di imbarcazioni degli scafisti e con la croce fatta con gli scalmi delle barche. Non se ne può più di buffoni che danneggiano questo Paese! Ora ne abbiamo anche uno Urbi et Orbi!

03 June 2014

Antilepenismo, oppio delle élites sinistrate

A che punto è l'analisi dopo il terremoto  Marine Le Pen? Che è subito scattata la campagna delle scomuniche, delle lettere scarlatte, delle fatwe da parte di quell'intelligentsia sinistrata carica di sicumera e di livore che esiste, pesa e condiziona anche in Francia. Prelevo dal blog Dalla parte del Torto, questa analisi del dopo il successo del Front National da parte di Pierre-André  Taguieff. Ho dato il titolo "Antilepenismo oppio delle élites sinistrate", ma dovrei aggiungerci anche  "delle élites maldestre", tenuto conto che in queste ore fanno "boccuccia schifata" contro la Le Pen anche taluni maltodestrini beceroni  e farlocchi di casa nostra , come la Gelmini di Farsa Italia, gli Alfanoidi, e altra pessima compagnia. Ma come si permettono questi zero virgola del Piffero? Sono proprio  delle invidiose mosche cocchiere delle politiche pro Troika, che rosicano. Meno se li fila l'elettorato, più si ergono a giudici  in casa d'altri. Mi conforta notare come Taguieff veda nel loro vuoto politico e nella loro ipocrita miopia ideologizzante, quel che più modestamente ha visto anche la sottoscritta in questo precedente post: la  loro paura inveterata di abbandonare il comodo dogma dell'Antifascismo, il loro ruolo di gendarmeria della Memoria quale ultimo vuoto sostitutivo di quella salvaguardia del lavoro e dell'economia reale che non hanno saputo mettere in atto, facendo strame delle nostre vite, delle nostre libertà,  della nostra sovranità ,  tutti temi ai quali i sinistrati in primis, (ma anche  alcuni impotenti maldestri) non sanno più dare risposte.  Unico neo dell'articolo: inutile chiamarlo "neo-antifascismo" come fa l'autore, dato che è pur sempre la solita ammuffita retorica sul Passato che non passa e che non deve passare, poiché serve a incatenarci. In Francia dura da 30 anni, in Italia, da oltre 60.

&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
 
Ci sono in effetti tre France estranee e ostili le une rispetto alle altre: la Francia urbana delle élite mondializzate, la Francia periferica delle classi popolari (comprendente una parte importante delle cosiddette classi medie), la Francia delle banlieue dove si concentra la popolazione proveniente dall'immigrazione.
Il sentimento di alienazione affligge particolarmente i cittadini che abitano la Francia periferica e che si percepiscono prima di tutto come francesi. Costoro si sentono odiati dalle élite nomadi che vivono in un mondo post nazionale, abbandonati o negletti da una classe politica rivolta verso l'Europa e in situazione di concorrenza con gli immigrati venuti dal Maghreb o dall'Africa sub-sahariana. Questo sentimento di alienazione può prendere la forma del doppio sentimento di essere spossessati e colonizzati.
Ciò costituisce certamente una delle più forti motivazioni per votare FN.

La sinistra non comprende la situazione e rifiuta di prenderla in considerazione, perché per far questo dovrebbe togliere i suoi occhiali ideologici.

Essa ha perso le classi popolari, ma non si chiede mai perché. Pone i suoi dogmi sopra a tutto il resto, presentendo oscuramente di essere impotente di fronte al proprio declino. Per loro è certamente più comodo stigmatizzare i cittadini ‘lepenizzati' o ‘destroidi' che si sono allontanati dalla sinistra".

Il neo-antifascismo è stato uno strumento di creazione continua del consenso di base nelle democrazie pluraliste. Istituiva un assoluto nello spazio del relativo. Insufflava un surrogato di trascendenza nella prosa di un mondo strettamente pragmatico. Legittimava la formazione implicita, non dichiarata, dei ‘fronti repubblicani'. Ma, soprattutto in Francia, l'operazione è stata fatta a beneficio della sola sinistra.

E' lei che, di fronte a ogni figura del diavolo, aveva il ‘consenso in pugno' (Philippe Muray) quando si trattava di vincere le elezioni. Sottomessa a un perverso ricatto della virtù e ansiosa di non mostrarsi mentre ‘perde la propria anima', la destra ha per molto tempo seguito a ruota. In futuro potrebbe non essere più così.
Il neo-antifascismo ha per molto tempo costituito il più frequente modo di demonizzazione (diabolisation) dell'avversario, in Francia come nella maggior parte dei paesi occidentali. Denunciare l'avversario come ‘fascista' o ‘nazista' significava delegittimarlo in maniera massimale. Ma ormai il re è nudo.
E' sempre più evidente che il neo-antifascismo è ciò che resta del comunismo sovietico negli spiriti.
La sua sconfitta, in quanto strategia anti-Fn, è totale. Il suo principale effetto perverso è eloquente: la demonizzazione ha permesso al Fn, utilizzando la stigmate del suo statuto di escluso demonizzato, di affermarsi contro tutti gli altri partiti, per presentarsi come una alternativa seducente.

Al cuore della demonizzazione classica del Fn si trova un sillogismo, tematizzato o meno, così formulabile:
‘Il Fn è di estrema destra; l'estrema destra è razzista (e/o antisemita); il Fn è razzista (e/o antisemita)'. Nella seconda proposizione, ‘razzista' può essere rimpiazzato da ‘fascista' o ‘nazista', il che permette di concludere che il Fn è un partito ‘fascista' o ‘nazista'. ‘F come fascista, N come nazista', recita uno slogan emblematico (e derisorio) dell'antilepenismo gauchiste. Ma si tratta di un anatema, non di una dimostrazione".

Chiamo ‘neo-antifascismo' l'appello a lottare contro ‘il fascismo', ritenuto la minaccia principale che pesa sulla democrazia, nell'assenza di ogni fascismo osservabile. Il neo-antifascismo, macchina da denuncia dei ‘fascismi' immaginari, sopravvive nell'antilepenismo redentore, eretto a metodo di salvezza, che non ha niente a che vedere con una lotta intellettuale e politica contro il Fn condotta in buona fede, consapevole delle cause e preoccupata della propria efficacia.
 
Dopo il 1945, la trasmissione della cultura antifascista ha generato un sistema di rappresentazioni e di credenze centrato sulla paura fantasmatica della ‘rinascita' o della ‘risorgenza' del fascismo.
Il neo-antifascismo ordinario postula che ‘il fascismo' non cessa di rinascere o di minacciare di rinascere. Esso continua a immaginare nuovi fascismi minacciosi di fronte ai quali chiama alla ‘resistenza'.
Questi fascismi inventati gli permettono di costruire l'odioso nemico contro il quale pretende di lottare e che dà un senso al suo impegno.
Il neo-antifascismo tende dunque a ridurre l'impegno politico in democrazia a una vigilanza permanente contro una minaccia fascista immaginaria. Questa politica fantasmatica è una impolitica.



C'è un altro stereotipo che è di moda a sinistra: la denuncia della ‘deriva a destra' (droitisation) della società francese, della quale ‘l'ascesa' del Fn sarebbe la prova. Ma l'argomento della deriva a destra, supponendo l'esistenza di una egemonia delle ‘idee di destra' (che restano da definire), permette anche agli eredi residuali del comunismo e del gauchismo di mettere sotto accusa la politica della sinistra al potere, ovvero di negarle la sua identità ‘di sinistra'.
Così, Manuel Valls rappresenterebbe la ‘deriva a destra' del Partito socialista. Gli ambienti neogoscisti, in particolare, il cui antirazzismo settario si traduce in uno strano partito preso immigrazionista (ovvero l'elevazione della causa degli immigrati a causa universale), accusano la sinistra di governo di fare una politica ‘neoliberale' (uno dei nuovi volti del diavolo), di abbandonare ‘il popolo' (o le ‘classi popolari') in vantaggio dei ricchi e di scivolare verso la xenofobia o il razzismo anti immigrati, allineandosi alle presunte posizioni del Fn. Da qui i nuovi cliché argomentativi: la sinistra imita la destra, che a sua volta imita l'estrema destra. Detto altrimenti: le ‘idee del Fn' (per parlare come i sondaggisti) avrebbero ‘contaminato' l'insieme del campo politico.

La Francia sarebbe in stato di lepenizzazione avanzata. Un tale discorso è cieco rispetto alla realtà ideologico-politica: non solo il Fn è ostile tanto al ‘neo liberalismo' che al Partito di sinistra di Jean-Luc Mélenchon o al Npa, ma pretende di incarnare la causa del popolo, anzi di monopolizzarla. Si denuncia con una continua litania la ‘deriva a destra' senza sapere di che si sta parlando. Di quale ‘destra' si parla? Del liberalismo, del tradizionalismo reazionario o del conservatorismo? E, nel dettaglio, di quale liberalismo e di quale conservatorismo?.

La sinistra francese utilizza sempre la retorica della demonizzazione, anche se essa ha fallito.
Si continua a lanciare imprecazioni e a sgranare cliché: ‘Il Fn non è cambiato', ‘Il Fn avanza camuffato' etc. La maggior parte degli attori politici, degli editorialisti e degli intellettuali di sinistra persevera, senza dar mostra della minima immaginazione, nel discorso della denuncia e dello smascheramento, pretendendo di svelare ‘il vero volto del Fn', lasciando intendere che esso sarebbe ‘fascista' e ‘razzista'. 
Lo stesso ritornello è ripetuto da trent'anni (mia nota: in Italia, da oltre 60). Questi riflessi condizionati ideologici sono pietosi.

In Francia, dalla metà degli anni Ottanta, l'antilepenismo è l'oppio delle élite.
Costituisce la bevanda ideologica che le solleva e le addormenta, confortandole nell'idea che appartengano al campo del Bene.
L'antilepenismo, inoltre, gioca il ruolo di surrogato di un programma politico.

Esso maschera l'impotenza intellettuale della sinistra, privata delle illusioni mobilitanti del comunismo.
‘Socialismo' non è che una parola vuota, una etichetta a malapena identificante, una bandiera scolorita. L'ossessione antilepenista, inoltre, conduce a porre le proposizioni lepeniste al centro del dibattito politico, il che equivale a una sconfitta intellettuale dei partiti "di destra" e "di sinistra".

 
Il Fn è una formazione politica divenuta inclassificabile nei termini di destra o sinistra.
Si tratta di un movimento nazionalista  la cui specificità risiede nello stile populista del suo leader e fondatore, Jean-Marie Le Pen, di cui la figlia Marine ha preso il testimone spostando nettamente a sinistra il programma economico e sociale del partito.

Non è una novità nella storia delle dottrine politiche: dalla fine del XIX secolo, la maggior parte dei movimenti nazionalisti combinano nei loro programmi motivi e argomenti ideologici improntati a tutte le tradizioni politiche, dal tradizionalismo controrivoluzionario all'anticapitalismo rivoluzionario, passando per il conservatorismo e il socialismo.

Ogni nazionalismo si situa per principio al di là dell'opposizione tra destra e sinistra.

E' un tratto che il nazionalismo alla francese ha ereditato dal bonapartismo, il cui appello al popolo va di pari passo con l'obbiettivo di un raggruppamento interclassista, trasfigurato dalla comunità nazionale, incarnazione del nuovo sacro politico.

Pierre-André Taguieff

Uno dei maggiori politologi europei, direttore di ricerca al Centro nazionale francese per la Ricerca scientifica e docente all'Istituto parigino di Studi politici. Il 15 maggio è uscito in Francia "Du diable en politique. Réflexions sur l'anti-lepénisme ordinaire" (Cnrs, 400 pp., 22 euro)