Nessie New Logo

24 September 2014

La bufala depistante dell'art. 18



La sinistra litiga con la sinistra stessa. Qualcuno penserà: "Chissenefrega?". Purtroppo il problema ci riguarda poiché trattasi di una forma di dispotico assolutismo che impedisce il reale esercizio della critica. Della serie, sinistra di governo e di lotta, di potere e d'opposizione. Per ogni Renzi, c'è sempre una Camusso o un Landini a fare da contraltare. Per ogni Serracchiani c' è un bel Vendola che punta i piedi. L 'ultima bufala de sinistra è l'articolo 18, con il mito del "reintegro" (pessimo sindacalese!). Per taluni addirittura "la reintegra", che altro non sarebbe che la "reintegrazione" del posto di lavoro. Renzi vuole toglierlo perché "il liberismo è di sinistra" e lui è un liberista, seguace della Troika. La Camusso vuole mantenerlo, perché l'articolo 18 è parte integrante dello Statuto dei lavoratori, vecchio programma  di Gotha del socialismo. A dar man forte a Renzi, scende in campo Brunetta, Forza Italia, lo stesso Berlusconi. Inoltre l'art. 18 e la sua eliminazione è sempre stato il cavallo di battaglia della cosiddetta "destra neoliberista". E il "liberismo è di destra". Morale: gli Italiani hanno una sinistra farlocca e una destra altrettanto farlocca. Sempre nel nome del "liberismo".
 La verità è che l'art. 18 non sposta occupati né crea disoccupati. Più semplicemente è un falso problema, una bufala depistante agitata surrettiziamente dal Renzusconi. I problemi del lavoro sono di tutt'altra natura, ma non vengono mai abbastanza menzionati  e messi a fuoco: 




  • La diminuzione della Domanda lavorativa
  • La fine del lavoro salariato a causa della globalizzazione che permette spostamenti di impianti e delocalizzazione, oltre a una rivalità globalizzata tra lavoratori autoctoni contro allogeni (si pensi al banale esempio degli "idraulici polacchi" in GB).
  • La totale mancanza di Accesso al Credito per le  imprese
  • La burocrazia della Pubblica Amministrazione che ingarbuglia tutto e crea difficoltà enormi a chi intraprende
  • Le tasse sul lavoro, sull'impresa , sui redditi (siamo ormai al 65% di tassazione complessiva) che ammazzano piccole e medie imprese.
  •  L'impossibilità  di stoppare le privatizzazioni da parte di  gruppi monopolisti stranieri che vengono da noi a fare "bottino di guerra".
  • Non ultimo, l'esercito di riserva sul mercato del lavoro interno rappresentato dal massiccio ingresso di extracomunitari dai paesi del Terzo e Quarto mondo.



Renzi eliminerà l'art. 18 (così ordina la Lagarde), e alla sua sinistra inizieranno le processioni con fischietti e berrettini della Camusso, alla ricerca dei fuochi fatui di un autunno eternamente "caldo". Se poi nella Duma (ormai è inutile chiamarlo Parlamento) non  otterrà i numeri, correranno in suo soccorso i futili idioti di Farsa Italia. Ma i problemi veri legati al Lavoro e all'occupazione non verranno toccati dall'attuale governo  con la sua destra de sinistra al potere (Renzi), e i suoi veterosinistri rossi all'opposizione (Trimurti e gruppuscoli estremi). 
La Troika ha provveduto a crearsi le sue propaggini in Italia,  in tutte le sue articolazioni. E le chiama orwellianamente "riforme del Lavoro".

19 September 2014

Doccia scozzese




La Scozia aveva i suoi buoni motivi per richiedere la sua separazione dalla GB.  Ma si sa che le "separazioni" non sono mai consensuali (nel pubblico come nel privato). Però non ha vinto, nonostante le ragioni del SI abbiano tenuto testa. Nel referendum appena tenuto, infatti, ha prevalso il "no" con il 55,3% dei voti. Complessivamente i "no" hanno ottenuto 2.001.926 voti, mentre ai "sì" sono andati 1.617.989 suffragi, pari al 44,7%, comunque un bel gruzzolo di voti da far valere.
A favorire le ragioni del distacco separatista, c'è anche il petrolio del Mare del Nord, preziosa risorsa che avrebbe permesso autonomia e indipendenza economica alla Scozia. Altro che la lana delle pecore delle Orcadi! Esulta Cameron che ora promette più larghe autononie federaliste alla Scozia: la devolution.
Tra i primi a commentare l'esito del voto, il premier scozzese Alex Salmond, indipendentista, che invita ad accettare "democraticamente" la sconfitta:
"La Scozia - ha spiegato - non sarà un Paese indipendente. Però questa partecipazione ha costituito un trionfo, la partecipazione molto forte e il messaggio altrettanto. A Westminster hanno avuto paura, hanno capito che in Scozia c'è un grande movimento che vuole l'indipendenza".

Sono però d'accordo con molte delle buone ragioni espresse da questo articolo dal titolo Corri Scozia corri di Julian McLeod, il quale come si può arguire dal cognome, è di origini scozzesi, circa le politiche economiche fin qui  perseguite da Downing Street ai danni della Scozia . 


Quale sarà il futuro per l'Inghilterra, il Galles e l'Irlanda del Nord se gli scozzesi dovessero fare la scelta giusta? Quale futuro ci sarà, anche se gli scozzesivotassero per restare nel Regno Unito? 


Westminster è oltre, vive fuori dalla società - il gioco della politica si muove da una posizione privilegiata, una elite non rappresentativa tanto lontana dalla realtà da essere una cosa farsesca.

Il nostro sistema politico e i servizi pubblici sono stati corrotti da interessi corporativi. La nostra economia è stata erosa e finanziarizzata a spese dell'industria produttiva, l'unica che potrebbe permetterci di mantenere aperta la strada verso il resto del mondo. Abbiamo più debito di quanto potremo mai ripagare, e la necessità di mantenere quel debito pubblico - se dovessimo accettare la legittimità degli interessi imposti sul denaro prestatoci da un settore bancario privato - che ci garantirà che non potremo mai più avere una economia prospera.

In breve, abbiamo bisogno di ricominciare tutto da capo. Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord non sono diverse dalla Scozia, ma sono accomunate dal bisogno disfuggire dalle grinfie dei politici di Westminster e dai vincoli della finanza della City of London. (da comedonchisciotte).


Una cosa  non mi ha convinto del tutto di questo referendum, di cui peraltro capisco molte buone ragioni: il fatto che gli Scozzesi avrebbero lasciato il cavallo malato (la Gran Bretagna) per cavalcare il somaro:  l'Unione Europea. Che è un po' come gettarsi dalla padella alla brace. Basterebbe dare un'occhiata a noi PIIGS (Irlanda inclusa) e ha come ci hanno conciato. Senza contare la questione delicatissima delle basi Nato.


"La Gran Bretagna dispone di quattro sottomarini con testate nucleari Trident ancorate alla base navale di Faslane, in Scozia. L'Snp vuole che in caso di indipendenza la Scozia rinunci alla presenza di armi nucleari.


Alcuni ex capi della Difesa britannica hanno messo in guardia da una tale circostanza, affermando che l'iniziativa costerebbe miliardi di sterline, porterebbe al taglio di migliaia di posti di lavoro e creerebbe risentimento internazionale.


In un'epoca di nuove tensioni con la Russia, gli alleati Nato sarebbero preoccupati, anche se ci vorrebbero anni per chiudere la base navale.". (fonte Huffington Post).


Con questi presupposti, è chiaro che il governo centrale di Londra, avrebbe fatto carte false pur di far prevalere le ragioni del NO.

Il mostro di Lochness (Nessie) , logo degli Indipendentisti scozzesi



Concludendo, nonostante il nickname Nessie che mi sono data e che è diventato il logo per gli indipendentisti, col cuore sono con loro, ma la partita è assai più complessa e controversa.

Altro articolo di approfondimento  sul tema: Perché la Scozia deve rimanere colonia

16 September 2014

Prove tragiche di sostituzione etnica








Quella della marea migratoria è una guerra dichiarata con altri mezzi: i  mezzi demografici. Mi pare non ci voglia molto a capirlo. Quando la sottoscritta ha azzardato l'ipotesi (nient'affatto peregrina) che vogliono attuare una sostituzione etnica del Continente Antico (l'Europa) ho trovato scetticismo e facile sarcasmo  qui sul web. Eppure se ci soffermiamo ad analizzare i fatti che funestano quasi quotidianamente le pagine di cronaca, assistiamo a un'ecatombe di anziani italiani soli che vengono quasi giornalmente assassinati per pochi euro. Con uno stato vergognosamente assente, imbelle, inetto, incapace di proteggere i nostri vecchi, prevenendo questi odiosi crimini. Anziane signore rimaste vedove, vengono immediatamente segnalate, individuate quali facili prede, pedinate e rapinate dalla criminalità. Non di rado, lasciandoci la pelle.
Ormai l'incolumità dei cittadini italiani è diventata quasi  un optional. Viene cinicamente da pensare che tutto ciò non sia per caso. Visto che siamo in crisi, perché per un governo affamatore come gli ultimi tre nominati da Napolitano, non risparmiare le pensioni, a partire dall'eliminazione fisica dei soggetti più deboli? La delinquenza e il crimine (in buona parte allogena, inutile nasconderci la verità) possono compiere il loro disonesto lavoro, del tutto indisturbati.
La notizia su cui intendo soffermarmi non è dell'ultima ora, ma merita attenzione. Ne parlò quest'estate il blog Svulazen  di Massimo legato alle cronache bolognesi. Ma è chiaro che il fenomeno si estende anche ad altri quartieri popolari di altre città. Casi di questo genere se ne trovano sempre più numerosi a Milano.
Molti anziani rinunciano ad andare in vacanza (vacanze anche brevi) vivendo da "autoreclusi",  nel timore che le serrature delle loro case, vengano forzate e che le loro abitazioni vengano occupate abusivamente da stranieri, i quali si piazzano all'interno dei locali sgombrando mobili, suppellettili e averi del povero malcapitato di turno. 
E' successo a Bologna  al signor Gianni (Giovanni all’anagrafe) Ghelardi, 73 anni, titolare del contratto di assegnazione di una casa popolare del Comune dopo essere subentrato alla madre.

 L’altro giorno verso le 14 è tornato a casa, ma ha trovato la porta chiusa con una nuova serratura. "Le mie chiavi non aprivano più", racconta. Così ha chiamato la polizia e ha denunciato l’accaduto. "Dentro non c’erano più i miei mobili e mancavano tutti i miei oggetti — dice —. È stata portata via ogni cosa, ogni traccia di me, anche i quadri e le foto di mia madre. È assurdo". 
Dentro si era installata una donna africana con tre bambini. (fonte Il Resto del Carlino).





  • Domanda N. 1. Che ci sta a fare la polizia e i carabinieri? 
  • Domanda N. 2 Perché la magistratura così zelante nel "fare politica" disattivando i parlamentari scomodi con la solita istruttoria a orologeria, non si preoccupa di sanzionare severamente questi sempre più numerosi misfatti? Perché la sicurezza dei cittadini è l'ultima voce  che compare nell'Agenda dei Magistrati? 
  • Domanda N.3 - Perché  tutte queste storie tragiche non costituiscono mai materia di talk show televisivi o approfondimenti sul fenomeno? 
  • Domanda N.4 - Perché la"xenofilia" (amore per lo straniero) è arrivata ad un punto  di demenziale complicità e collusione con la criminalità fino a minimizzare e a giustificare la portata di misfatti tanto gravi, quando vengono attuati da extracomunitari?
  • N.5 - Chi sono i "basisti" italiani che forniscono indicazioni, informazioni e danno assistenza agli stranieri per attuare abusi simili ?(parlo del caso delle occupazioni delle case).  
  • N.6 -Perché gli Italiani non imparano ad associarsi, a creare piccole comunità di rione, di villaggio,  ma soprattutto a difendersi fermamente  (anche con la forza) di fronte a simili eclatanti abusi?
Infine, la domanda delle domande: dove andrà  a vivere, a mangiare e a dormire quel poveretto, tenuto conto che ci vuole almeno un anno di tempo per avere ragione di un diritto  così scontato e inalienabile che  in un paese civile dovrebbe venir ripristinato con sollecitudine in pochissimi giorni? 


Ecco qui sotto un'altra immagine choc. Ci spostiamo nelle due enclave spagnole in Marocco di Ceuta e di Melilla. Alla Polizia spagnola la Ue ha vietato di usare la forza e di aprire fuoco, anche solo con pallottole di gomma (lo intima l'Europa della Malmstrom e della Reding). Ed ecco i risultati. Un'inarrestabile marea umana proveneniente in larga parte dall'Africa subsahariana,  scende dalle montagne del Marocco per scavalcare come scimmie impazzite la barriera. E ora sono loro che colpiscono i poliziotti, con ogni mezzo: pali, bastoni, pietre, e utilizzano perfino auto in corsa  dette auto kamikaze, per sfondare la barriera metallica di 7 metri.
Osservate il filmato... Se non è guerra anche questa, cos'altro è?
L'Europa verrà distrutta dalle sue stupide leggi permissive  e buoniste  per gli allogeni, ma repressive, vessatorie e liberticide per gli autoctoni.







10 September 2014

L'Italia del Banco dei Pegni



A cavallo malato vanno addosso i parassiti. E' quanto accade a questa Italia e ai suoi più onesti cittadini. Quello visto al TG delle 20,00 di ierisera è uno spaccato d'Italia che non avrei mai voluto vedere e che fa male al cuore: code, rabbia  e risse al Banco dei Pegni di Milano e tanta, tanta tristezza nell'ascoltare storie grame di Italiani onesti che non ce la fanno a tirare avanti. Ci sfiniscono a reti unificate con la logorrea di Renzi in camicia bianca che continua a magnificare quei fottutissimi (passatemi la parolaccia) 80 euro, ma è questa la vera fotografia dell'Italia messa a sacco. Ci estenuano con i forum Ambrosetti di Cernobbio dove il Portoghese (trombato) Barroso parla in Inglese, ci sfiancano con le camarille interne ai piddioti: i tradizionalisti in giacca e cravatta contro i 7 giovani beoti in camicia bianca. Ogni due per tre si sente pronunciare una parola che fa ormai venire il gorgoglione alla pancia: la crrrrrescitaaaa.
Ma nessuno ci vuole dire la verità: che l' abusivo Omiciattolo  di Palazzo in camicia bianca dalla facile e sputazzante logorrea, è lì per continuare la sua opera di spoliazione e di esproprio. E l'Esproprio e l'Usura la si respirano in questi tragici racconti al Banco dei Pegni:

 "Alice apre la borsa e mostra le polizze: «Sono della nonna», dice. La polizza è una parola chiave nel mondo del Monte dei pegni. A chi fa un pegno, l’istituto corrisponde un prestito, e insieme un modulo per riscattare in futuro l’oggetto impegnato. È al portatore, e non può essere trasferita se supera i mille euro di valore. «Piuttosto che rivolgermi al Monte dei pegni mangio pane e cipolle - spiega -. Non so perché mia nonna ha impegnato i suoi gioielli." (da Code e rabbia al Monte dei Pegni - Cronache di Milano - Corsera).

 In questi mesi quelli del  Monte di Pietà sono andati in ferie, ma gli interessi usurari delle polizze dei  poveracci  capitati sotto le loro grinfie, vanno avanti lo stesso.  Oramai siamo alla "morte a credito" giorno per giorno. Gente giovane, anziana, gente che deve comprare i libri ai figli per la scuola, poveri nonni che aiutano i nipoti, imprenditori falliti che devono pagare le bollette, gente che ha perso tutto e che ora è costretta a  "impegnarsi i ricordi" .... Quando poi questi  famosi "ricordi" non sono ancora stati trafugati dai ladri di appartamenti, immonde zecche parassite anche questi, poiché anche la delinquenza (in larga parte extracomunitaria) viene appositamente e deliberatamente lasciata circolare a scopi espropriativi e di saccheggio del Paese.
A tutto pensano i procuratori oligarchici di crisi mondiali!  Perfezionano perfino tutta la catena gerarchica  delle sanguisughe da immettere in circolo ai danni degli sventurati.
Sentite questa:  " In due, un uomo e una giovane donna, raccontano invece di aver portato qui «i pochi ori rimasti dopo aver subito un furto».  (...)

Una signora distinta e griffata minaccia di chiamare i carabinieri perché «violate la privacy», dando inizio ad un dibattito in quella folla che nel frattempo è cresciuta. «Non è facile diventare poveri eppure, sa, siamo in tanti. Pensi che ora non prendono più l’argento né le pellicce, non c’è più posto nei magazzini. Solo oro».
Persone dignitose che  per i nostri governanti sono del tutto invisibili, tutti presi come sono a beneficare gli invasori  dei barconi che vanno a stipare i centri d'accoglienza a cui vengono rilasciati 30 euro al giorno.  

Camicie bianche per Italiani descamisados

Nella migliore delle ipotesi, salterà fuori qualche cinico "creativo" che inventerà una trasmissione TV trash a puntate sulla falsariga del Banco dei Pugni di Detroit, dove oltre  a vedere e ad ascoltare storie miserevoli, si vede un'umanità abbruttita che litiga, si spintona, si acciuffa per i  capelli, perché "scusi sa, ma c'ero prima io".
Più che "esportazione della democrazia" gli Americani ci scaricano l'esportazione dell'Usura in format, il trash, i disvalori peggiori. 
I nostri istituti di credito si sono prontamente adeguati all'ignobile andazzo. Ormai  anche per per le banche  italiane è boom di "prestito su pegno" e ci sono dentro  in tante: 

  • Unicredit che eroga un prestito su pegno con un TAN fisso a 10,40%. La durata del prestito varia secondo l’importo prestato (ne esiste una sede in Via Padova a MI). 
  • Gruppo Banca Carige che accetta in pegno per oggetti di valore valutati dai periti della banca stessa. Il prestito erogato è inferiore ai 4/5 del valore del bene. Gli interessi sono calcolati in base al valore del prestito. Si parte dal 4% per somme fino a 77,47 euro, e si arriva al 10% se si superano i 258,23 euro.
  • Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli, del gruppo Monte dei Paschi di Siena, che accetta pegni in oro per la durata di sei mesi. Il suo tasso d’interesse è dell’8,50% per operazioni fino a 250 euro e del 9% per importi superiori.
  • Ora anche il gruppo UBI come quello in Viale Certosa a Milano
  • Aggiungo alla lista anche Intesa S. Paolo. Qui  la nota informativa delle loro clausole.
Agevolare l'economia reale, la manifattura,  il commercio e l'artigianato, le professioni libere erogando  un po' di liquidità  per dare ossigeno a chi lavora, e favorire nel contempo la ripresa? Manco a parlarne!
Meglio incravattare i poveracci, stringere il cappio e rastrellar loro catenine e orologi. C'est plus facile. 

05 September 2014

Moscerini e Tafazzi


Secondo il governo italiano è severamente vietato farsi gli affari propri. Mentre tutte le altre nazioni gareggiano nel difendere i propri interessi, i nostri politici fremono dalla smania di servire con zelo gli interessi altrui. Non si è ancora insediata nel ruolo di Lady Pesc (un acronimo insopportabile che starebbe a significare Alto Commissario per la Politica Estera e la Sicurezza Comune) che l'insignificante e insulsa Mogherini fa il muso duro a Putin.
Oh povera moscerina cocchiera! Ce lo chiede Lamerica e lei  china  subito il capo rispondendo: "Obbedisco".  Così ha agitato nei confronti del presidente russo una rappresaglia commerciale perfino più estesa di quella finora attuata dagli altri paesi della Ue, passando da un embargo a un blocco  vero e proprio degli scambi esteso a molte imprese e realtà industriali e commerciali.  I paesi Nato sono divisi sulle sanzioni da applicarsi, ma lei non ha dubbi e ha già dichiarato: "Avanti con le sanzioni!".

Sì, avanti tutta a martellarci i testicoli a sangue.  La Russia sta salvaguardando il suo sacrosanto diritto a non allinearsi alle politiche euroatlantiste, tenuto conto  che l'Ucraina ha deciso di entrare in Europa, senz'essere adeguatamente informata di cosa l'aspetta, una volta entrata!
La crisi russo-ucraina s'inserisce in un contesto già molto difficile per il nostro Paese. Orfana del petrolio dalla Siria e dall'Iran, entrambi soggetti a sanzioni internazionali, nel 2011 l'Italia si è ritrovata anche senza il petrolio libico. Prima della rivoluzione e la successiva guerra contro Gheddafi la Libia è stato il nostro storico primo fornitore con una quota del 24% del nostro import petrolifero. Qui sul Sole 24 ore quel che rischia l'Europa e in particolare l'Italia nel settore energia.
Inoltre, sempre secondo i dati del Sole "nel 2013 l'Italia ha esportato verso la Russia beni per 10,8 miliardi di euro, confermandosi il secondo Paese della Ue dopo la Germania, davanti a Polonia, Olanda e Francia nell'interscambio con Mosca".

Ma questa povera ministruccia ansiosa di eseguire diligentemente i compitini, si fa indirettamente ridere dietro perfino dal cantante Albano, il quale  in una sua intervista concessa a Battistini sul Corriere mostra di conoscere la Russia meglio di lei.  Nel leggerla, ho pensato che l'Ugola d'Oro di Cellino S. Marco in confronto a lei sembra quasi un maître à penser.
Miracoli della politica estera renziana, all'insegna del più  acuto e  grave "tafazzismo"!
La verità e che nonostante gli aiuti e le spinte di vari oligarchi come Soros, l'Ucraina ha perso la sua guerra per l'egemonia telecomandata altrove, una guerra sporca fatta di contractor e di bande armate. L'Ucraina non è  nemmeno un vero e proprio Stato ma un crocevia di gasdotti ed una lunga linea di confine tra i due blocchi. Una realtà che sarà dura da accettare per le lobby  e le multinazionali che hanno investito moltissimo in questa tarocca  rivoluzione di Maidan.
La solita Ue degli ascari tace, si allinea, e chissà se a forza di sbatterci la testa, lo capirà che questa che sta ingaggiando, è una causa persa in partenza.


Ma quel che colpisce è la spavalderia della Moscerini quando vuol far vedere che...Lei c'è e batte il suo colpo. Anche se poi si tratta di un patetico petardo solitario.  

01 September 2014

La Ministra della Pubblica Distruzione




Ha più anni di un pappagallo, ma si mostra in topless, la ministra  Stefania Giannini. Non importa se le tette sono avvizzite, l'importante è...esporsi al sole. E dire che era proprio lei che intimava alle alunne  un più consono abbigliamento nella scuola. Proviene da Sciolta Civica (a proposito, ma esiste ancora?) e  ha un'ambizione: far sparire quel che resta della scuola. Altri suoi predecessori ci hanno già provato con successo.
Non è infatti  una novità che si vuole far sparire la scuola statale per creare una sorta di  privatizzazione dell'istruzione che da pubblica  sarebbe a beneficio di chi ha mezzi economici, come in Usa. Mentre per i nullatenenti  è  già pronto un bel Bronx multikulti. Oramai in questo senso, non  mancano i "rinforzi" giornalieri dal mare.  E non solo.

 Il fatto è che la politica scolastica del governo Renzi è a dir poco schizofrenica: mentre si vuole far sparire le supplenti perché  considerate un onere (ciò significa per i docenti vietato ammalarsi, dato che gli alunni verrebbero accorpati e collocati in altre classi di diverso ordine e grado e in sovrannumero),  dall'altra parte si promette posti ai precari.  Se poi vogliamo mettere davvero a fuoco chi sono questi famosi  "precari", scopriamo che sono tutti clienti della Trimurti sindacale.
Insomma, è un po' come la storia degli 80 euro: vale per pochi clienti, ma c'è da giurarci che reciteranno il solito mantra: "è una vera boccata d'ossigeno" per l'economia. Per l'immissione in ruolo dei  100.000 precari servirà un miliardo e mezzo di euro. Pertanto, CERCASI COPERTURA DISPERATAMENTE. Capito o ministra? Perciò, copriti. 

Questo è (o meglio era) il programma iniziale della ministra con le tette al vento, poi tenuto in frigorifero. 




Ed ecco, invece alcuni  miei punti qualificanti di "rivoluzione conservatrice": 

  • Ripristinare alcune sezioni in Latino alle  scuole medie per coloro i quali sono orientati per gli studi classici. 
  • Rendere obbligatoria nei curricula la Musica e la Storia dell'arte in tutte le scuole di ogni ordine e grado, dato che siamo il paese del Bel canto e delle Arti Belle.
  • Ripristinare la Geografia, bandita  incomprensibilmente dai programmi (è evidente il progetto di modificare la mappatura del mondo, e anche quello di eliminare i confini (limes)). 
  • Le scuole professionali, avranno un diretto aggancio con le botteghe artigiane del territorio per l'apprendistato  concreto di arti  e mestieri da parte degli allievi,  e con le micro imprese a gestione familiare
  • Favorire scuole di Restauro, tenuto conto dell'immenso patrimonio artistico e archeologico italiano
  • Pretendere un abbigliamento consono non solo per gli alunni ma anche per maestri, professori e ministri

Si accettano suggerimenti ed eventuali contributi aggiuntivi...

Articolo consigliato sul tema: Chi ha ucciso il liceo classico? (intervista ad A.Scotto di Luzio docente di storia della Pedagogia all'Università di Bergamo).